Friday, January 05, 2007

delle morali e dei bar

E allora... scriviamo
della morte, dell'amore
delle serate nei bar
che le serate nei bar quasi me le ero dimenticate
e anche le teorie da bar
ne sento molte. ne spingo altrettante. ne sento da gente che stimo. e le propongo:
ce ne è una, una sulle donne:
"le donne se sanno che scopi lo avvertono, e vogliono scopare con te perchè scopare fa figo e se scopi lo avvertono"
poi un'altra su di noi, una su macerata:
"rassegnarsi è la caratteristica del maceratese"
che poesia. alta poesia.
invece parliamo della morte.
e sì che la morte è una brutta rogna per tutti. la morte è la situazione nella quale uno/a ci lascia per altri mondi e il mondo a lui/lei circostante ne soffre e il dolore spontaneo. come persona mi sento di prestare la spalla come sostegno, il fazzoletto per piangere, la compagnia per sentirsi meno soli. credo questo abbia senso. forse vorrei gli altri fare altrettanto con me. non mi sono mai piaciuti i funerali, mi sanno di rito, di falso, di dovere, di scemo. tuttavia rispetto. preferisco salutare a modo mio. che tanto il viaggio, lo speriamo tutti, continua. e allora buon viaggio. preghiamo per farcela senza di te e ti auguriamo un cammino felice. da socrate e anche da prima la vita la vorremmo come preparazione alla morte, uscire a testa alta, prendere per mano la propria vita e varcare la soglia, non avere paura mai, che aver paura è dar soddisfazione ai potenti e a noi i potenti stanno sui coglioni, poter passare dignitosamente se una dignità esiste, difficile scegliere quando, anche la legge lo vieta, ma quando incontri la vecchia signora con la falce esser damerino e non giullare, senza dimostrare niente a nessuno, se non a noi stessi che almeno in quell'attimo in quel posto non abbiamo avuto paura.
facile a dirsi. sta a noi a provarci.

“E che ne pensa della morte?
“Come marxista non è una fatto che prendo in considerazione”

dal film "La ricotta", di Pier Paolo Pasolini

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