Wednesday, October 31, 2007

Ecco...


Ecco. La notizia del bambino morto nella Calabria di mafia e massoneria per colpa di un sistema sanitario non carente, assente. Di fianco la notizia della suite superlusso dell'Airbus A380 (niente sesso please, si sente tutto!). Poi la notizia del disoccupato cinquantenne giapponese morto letteralmente di fame dopo dieci giorni di digiuno totale, i sindacati che attacano il governo il governo che attacca la solitudine la solitudine che attacca la fame la fame che attaca i poveri del modo senza distinzione di razza sesso religione. In ultimo nessuna notizia, solo la giapponesina che vedo in minigonna ogni giorno andarsi a comprare il centoventunesimo paio di scarpe di marca (fasulla, cinese); il morto per fame giapponese di qualche giorno fa poteva essere lo zio, ma lei pensa bene di andare a spendere i soldi del padre, tanto fare shopping "e' glorioso"...
Ecco. In momenti come questi ti viene spontaneo, senza nostalgia ma solo con tanta ira in corpo, a pochi giorni dal novantesimo anniversario, alzare e gridare "Evviva la Rivoluzione d'Ottobre!!!"
Poi sederti e spararti un'altra puntata di "Sex and the city"...

"L'uomo è un prodotto culturale"


Quale pomeriggio migliore per una bicchiere di whisky?! Ma di quello onesto. Un Jack Daniel's "servito" in una qualche anarco bettola italiana. Giornata meravigliosa e un vento che minaccia guerra. Specie se vivi all'undicesimo piano. Domani niente lezione, è il settantesimo anniversario dalla fondazione dell'Università del Popolo; verranno presidi di altre scuole e giornalisti, ci saranno varie attività e incontri. Io non ci sarò. Ho riaperto la mia virtuale agenzia di viaggi. Dopo l'insperato (tanto quanto grandioso) successo della scorsa estate (Mosca - Pechino passando per il Deserto del Taklamakan e altopiani del Tibet, viaggio pensato poche settimane prima a Barcellona tra una bottiglia di rhum e una di Porto) ecco riaprire i battenti, l'agenzia dei viaggi alla cazzo, va' dove ti porta il cuore e restaci, mordi e fuggi, porta a casa la pellaccia e raccontacela, della serie "che cosa posso dirvi, andate, fate"... Mai stati in Corea del Nord? Prossima destinazione Pyongyang!! Domani vado giust'appunto all'ambasciata nordcoreana a Pechino. Ho fatto un giro di perlustrazione, atmosfera gelata, già preso un paio di rimproveri dalle guardie cinesi in divisa per aver camminato dove non potevo per motivi non meglio identificati ("il mio pensiero è sempre lo stesso"...). Se domani riesco a svoltare qualche informazione vi faccio sapere e se il prezzo da pagare (in dollari e in sangue credo, oltre che in negazione di libertà di movimento e pensiero) non è esagerato a febbraio si parte (vacanze cinesi, 春节Festa di Primavera, sei settimane, semplicemente godo). Se salta (e, dispiace dirlo, è sicuro che salta) la visita in catene nel paese meno consigliato al mondo consiglio un viaggio in India: 400 euro andata/ritorno da/per Pechino, 40 euro il visto. Un mio compagno di classe è di vicino Delhi, dice che il costo della vita è ridicolo e i posti da visitare semplicemente infiniti. L'India la vedo vicina. Terza ed ultima ipotesi, raggiungere via terra le terre gelate del Tagikistan e Kirghizstan: ho un paio di amici che hanno delle idee interessanti a riguardo. Keep in touch...
Il mio profesore di giornalismo cinese ha visto due lesbiche (cinesi!!) pomiciare di fronte all'edificio principale del nostro campus. Mi sarei meravigliato anche io. Avanti popolo!!


"Cosa vota?"
"Socialista"
Stavolta invece non votiamo. Non andiamoci alle urne. In segno di protesta. Mai di menefreghismo. Il menefreghismo credo sia il modo più semplice per ficcarsela in culo da soli. Facciamo come gli americani (sempre troppo avanti gli americani!!), andiamo a votare in due ogni cinque ed eleggiamo il peggiore, mandiamo su un Calderoli o un Borghezio, mandiamo su un leccapiedi del Papa, un gorilla di Gelli, mandiamo su l'uomo più ricco d'Italia, facciamola grande, grossa, più grossa possibile, per dare un Reset, un punto a capo, ricominciamo dal fondo... Non votiamo stavolta, che vinca Fabrizio Corona, la Lecciso Primo Ministro... facciamola grossa, facciamola americana... come ho letto su un muro a Venezia "Mi no voto!"


Angolo culturale.
Ho forse capito come si traduce semanticamente "L'uomo è un prodotto culturale" in cinese, ovvero 一方水土一方人 (yi fang shuitu, yi fang ren), letteralmente "ad ogni terreno il suo uomo".
Un ottimo film cinese da vedere (in cinese), lento e noioso, storico, zero azione, più documentario che film, come piace a me, "活着", si legge "huozhe", non so il titolo inglese, significa "vivere". Ne ho visti parecchi di film bellini utlimamente, come sempre non ricordo i titoli...
Ho letto poco cartaceo ultimamente, consiglio tutto quello che mi è passato sotto mano: "Ponti di bambù" di Giuseppina Marchionne, sul alcune comunità cinesi in Italia; "Nubi nere s'addensano", biografia di Chen Ming scritto da una studiosa francese, una sorta di "Se questo è un uomo" in versione cinese; "Vivere in Cina", Pietro Orsellino, del 1981.

E con questo ci sembra tutto. Radio "Prossima Destinazione Corea del Nord" vi abbraccia e saluta con una foto del 1950 (discorso di Liu Shaoqi all'Università del Popolo) e una canzone: "Sally" di Vasco Rossi.

Monday, October 29, 2007

Libere traduzioni liberamente piene di errori

Le pareva e non pareva di conoscerlo: di aver altre volte veduto quei denti che brillavano e quelle labbra fresche ombreggiate da una lieve peluria, e nel viso scuro i lunghi occhi che sembravano turchini tanto il bianco era di un azzurro perlato.
La luce rosea dell’aurora illuminò la vasta camera bassa col soffitto di legno tinto di giallo: lo specchio di un armadio nuovo brillò accanto alla cassapanca antica decorata di uccelli e di fiori primitivi: e Marianna tornò vero il suo grande letto di legno, volgendo le spalle alla parete di fondo per non vedersi seminuda nello specchio.
Il sole morente indorava i rami dei mandorli, colorava di rosa le siepi di spini e le macerie di sassi confinanti i poderi.

她认为也不认为认识他:那些闪光的牙齿和那些被软毛成荫的清馨已经见过几次,而在他的深色脸上他的长眼睛显得深蓝色由于他的白色那么像珍珠蓝色。
曙光的粉色光照亮黄色木头的低天花板的房间:新衣柜的镜子在有一些鸟和原始花图片的旧椅式箱的旁边闪光闪光:妈丽安娜向她木头的大床回到,把她肩膀转向后边免于镜子上看她自己的半裸体。
夕阳把扁桃的树枝成金黄色,把篱笆的刺和农场旁边的石头瓦砾堆成粉色。

Foto dal mondo (qui fuori)



































































Sunday, October 28, 2007

Buongiorno Italia, buongiorno Maria







Saturday, October 27, 2007

E per festaggiare il 500esimo post di questo blog, foto del festival internazionale di oggi...





































E' l'ottimismo il segreto...

Le giornate intense di emozioni vanno descritte subito, a caldo, senza pensarci, così come vengono, ancora sporchi di polvere e pasta, intrisi di strani maleodori (caffé e incenso in primis), la doccia può aspettare, il letto anche, i libri figurati!, lo stomaco brontola ma può aspettare anche lui...
Oggi nel campus della mia università si è svolto il Festival Internazionale della Cultura. Tutti gli studenti stranieri chiamati a rappresentare il proprio paese nelle tre mura dello stand, con costumi e cibi tradizionali, foto, immagini, bandiere, musiche e danze. Soprattutto stile direi. E un motto, che ho sentito da un ragazzo turco durante una delle tante performance: "Many countries, different people, one blood", cioè "Molti Paesi, genti diverse, un solo sangue". Credo il festival sia stato un gran successo. Prima di tutto perché la gente (a cominciare da noi studenti stranieri) si è divertita moltissimo, molti bambini e anziani, foto a non finire, reciproci interessi e curiosità, danze e maschere coloratissime. E secondo perché il tutto si è svolto in un clima di grandissima semplicità e spontaneità, a volte addirittura totale improvvisazione.
Anche l'Italia ha partecipato, con noi quattro studenti italiani del dipartimento di cinese. Manco a dirlo io ero scettico e menefreghista di fronte all'evento, ma tre spledidi ragazzi (Elena di Milano, Alessia di Napoli e Nino di Palermo) mi han tirato dentro e alla fine ho accettato di collaborare. Due settimane a correre tra Ambasciata Italiana, Camera di Commercio, magazzini e ipermercati per rimediare (quasi del tutto gratuitamente) materiali, cibo e gadjets da regalare agli ospiti del festival ed agli altri studenti stranieri. Due settimane ad annegare nella polvere e dormire tra gli scatoloni regalatici dall'Istituto di Cultura e dalla Camera di Commercio. Ieri sera fino alle due a preparare pasta e caffé. Stamane sveglia alle sette, pronti per allestire lo stand. Parto carico come un mulo in sella alla mia bici elettrica, fuori nebbia e pioggia boia, non un cane in giro, solo qualche studente straniero infreddolito tra gli stands ad attaccare foto. E' la telefonata di Nino a svoltarmi la giornata: "Sta piovendo vero!? L'importante è l'ottimismo... stiamo arrivando". E da lì l'ho presa a ridere fino alle cinque di pomeriggio, termine del festival. Abbiamo allestito lo stand niente male noi quattro italiani, aiutati da due studentesse cinesi: niente vestiti tradizionali, niente bandera italiana (solo quelle della Pace e della Ferrari), cinque vassoi di pasta, due termos di caffé, tre cartine dell'Italia, foto di monumenti e paesaggi italiani, una chitarra, vari poster, un portatile con casse a rompere che han cantato per tutto il tempo di "Nessun dorma", "Notti magiche", "Bella ciao", "Torna a Surriento", "La società dei magnaccioni", "Come facette mammeta", "Tanto pe' cantà", "Alba chiara" e via dicendo. Più i gadjets da regalare: libri e brochures su cultura e turismo in Italia, tre scatoloni di tazze, due scatoloni di borse, cinque zaini, borracce, centinaia di ventagli, penne, portachiavi. Il culo invece lo davamo a pagamento.
Un successo. L'importante era l'ottimismo. Facciamo mille viaggi stand-dormitorio per portare in bicicletta tutto gli scatoloni e il cibo. Il cibo ha vinto. I cinesi hanno preso letteralmente d'assalto il nostro stand, facevano a cazzotti per un assaggio di pasta, poi si sono scannati quando abbiamo regalato i gadjets, due tipi hanno sfondato una parete dello stand e sono entrati nello stand della Romania. Era tutta una questione di ottimismo. Migliaia le domande che ci han rivolto i cinesi, io e Alessia (i più vecchietti) ci siamo saputi difendere, anche se le domande non erano del tutto facili: "Posso portare via il vassoio di pasta?", "Perchè avete uno stato indipendente dentro Roma?", "Quando è stato costruito il Duomo di Milano?", "Oltre all'inglese che altre lingue parlate in Italia?", "Posso avere un'altra borsa per mio nonno?", "Regalate anche il computer?", "Sai che assomigli a Del Piero?", "Hai mai incontrato Totti per strada?", "Quanti mondiali di calcio ha vinto l'Italia?" e cose del genere. Sono venuti ad aiutarci anche tre ragazzi italiani di altre università. Credo i cinesi abbiamo apprezzato. Sicuramente la pasta. Il caffé no, troppo amaro per loro, l'abbiamo rifilato a indiani e azerbagiani (o azerbagiesi? o azebargioti??). Certamente hanno apprezzato il fatto che fosse tutto gratis. Uno mi fa "Il vostro stand è l'unico caratteristico, l'unico tradizionale... gli altri sono fatti tutti da cinesi". Grazie. Anche se non era vero. I giapponesi braccine corte facevano pagare per il thé che davano. Le altre nazioni no. Dieci punti allo yogurt kazako e al vino ceco, bellissimi i costumi dei mongoli, coloratissimi gli africani, afrodisiache le danze delle arabe. Ho lasciato gli occhi su una palestinese, forse stasera torno a riprendermeli...
Nonostante l'intero evento sia stato un po' troppo monopolizzato dalla burocrazia cinese che alla cerimonia d'apertura ha preteso da noi europei lo slogan "One world, one dream" (motto delle olimpiadi del 2008), credo sia uscita fuori una divertente e coloratissima giornata internazionale. Ottimista e pacifista nello spirito. Ovviamente alcolica, musulmani e non. Il presentatore straniero che ha fatto il discorso introduttivo è il tedesco con cui vado spesso a concerti punk, è tornato stanotte alle 4 di mattina ubriaco come una spugna, durante il discorso si è impappinato più volte, ma è stato meglio così. E' stato improvvisato un gruppo rock formato da batterista francese, bassista bielorusso, chitarrista pakistano e cantante romena, suonavano "Zombie" dei Cranbererries.
Il caffé era effettivamente un po' troppo amaro. Ma corretto con la grappa andava giù che era una meraviglia. Ma questo, ai cinesi, non l'abbiamo detto...
Many countries, one blood.

Friday, October 26, 2007

Gita di classe alla fabbrica di birra Yanjing
















Manco fossimo alla elementari, ma in Cina funziona così. Anche all'università. Se qualcuno non fosse d'accordo può tranquillamente venire radiato dal dipartimento di sociologia. Oppure restare comodo comodo a casa (come han fatto i due terzi della mia classe). Otto di mattina, smog cinese e nebbia scozzese, freddo maiale, ritrovo al viale alberato quattro bus per un centinaio di studenti stranieri. Cominci la gita! Dormo per un paio d'ore vicino alla mia compagnuccia australiana che appena partiti mi domanda cosa hanno oltre alla mafia in Sicilia. "Le donne con le tette grosse. Non mi sembra ne abbiate in Australia". Non mi veniva risposta migliore e subito dopo sono caduto in letargo. "Yanjing", una delle marche di birre più famose in Cina, specialmente a Pechino. Producono anche altre bevande, acqua compresa, ma è nota a noi studenti stranieri soprattutto per la birra. Impianto enorme, fabbriche uffici giardini e persino un hotel. Organizzati per classi sfiliamo per le strade della Yanjing Company, foto sorrisi sigarette. Niente di particolarmente interessante, fatta eccezione per la catena di montaggio, migliaia di bottiglie di birra piene fino all'orlo sfilare alla velocità del suono tra quattro cinque operai che fissano noi invece che le birre. Emozione troppo grande. Mi sentivo come Burny che vince il premio Duff. Credo sia un buon posto per morire. Dulcis in fondo "assaggio" di birra e tutti a casa. Il bello di essere oggi l'unico maschio in una classe di giappocoreanine è che quando si tratta di bere tutte ti cedono il bicchiere, e tu col sorriso alla Berlusconi spieghi loro che in Italia la mafia siede in Parlamento, Prada Gucci Versace Dolce&Gabbana fanno schifo e che Pavarotti era un celebre evasore fiscale. I vostri occhi a mandorla bamboline mie me li mangerei inzuppati nelle birra Yanjing. Evviva la birra Yanjing!!

Wednesday, October 24, 2007

Cosa penso degli hacker?

Sera. Tuta e maglione. Lascio la stanza con la faccia di uno che ha letto troppo per oggi. Direzione bagno. Termosifone stranamente acceso, la porta vetrata spalancata, fuori un freddo cane. Nel bagno quattro vietnamiti usano cinque rubinetti per sfasciare acqua contro le loro cento stoviglie lercie. In alto un cartello: "Si prega di non lavare i piatti e di non buttare avanzi di cibo nel lavandino" e uno sotto "Risparmiare l'acqua". Cesso alla turca, serro la porta, scendo pantaloni e mutande, mi chino a riflettere. Ho dimenticato la carta igienica. Parte pulita pulita una bestemmia contro un dio non meglio identificato. Mi rialzo, direzione stanza. I mongoli hanno ancora lasciato le loro ottanta paia di scarpe e altra merda fuori dalla porta. Tutto per la gioia della donna delle pulizie. Cinese. Armato di carta igienica torno al bagno, i rubinetti ancora aperti e i vietnamiti che chiacchierano ancora piu' forte di prima per contrastare il rumore dello scroscio dell'acqua. Finisco i miei bisogni, mi appoggio al muro di fronte la porta della mia stanza. Accendo una sigaretta. Coreano da birre e risse, "Non fa bene fumare". Balena la risposta nel mio cervello, "Ma perche', te ne frega qualcosa?!". Ma non dico nulla. Sorrido...

Eutanasia. Lettera d'un malato

我是癌症患者,现在患肺癌八年了,我不怕死,我就怕痛苦。我认为安乐死是人类进步的一种表现,我希望叫它进步快一点儿。生就意味着死。人总是要死的,何必叫他痛苦呢?我痛苦受不了了我自己来,谁也不负法律责任,法律也不用管我,我自己结束我自己就行了。

Allegoria su internet

曾经看到这样一张漫画:一只狗坐在电脑前,用爪子敲打键盘,另一只狗在旁边用怀疑的眼光看着它。敲键盘的狗得意地说:放心吧,在网上,没人知道你是一只狗。

王珑玲

Tuesday, October 23, 2007

Cosa non tocca fare per sbarcare il lunario...







Provini. Proviamo?!


Penso che mai nella storia era stata impressa un'immagine della mera "maceratesità" come in questa foto...


p.s. Ma è Koppà ingrassato o Scalozzu dimagrito??

Sunday, October 21, 2007

Tanti auguri Patatona!!











Friday, October 19, 2007

Appunti sparsi... e scusate il tramonto!!


杂感

关于宗教

我19岁开学时,我专业是汉学,这包括中国宗教和哲学。我早就发现中国从来没有宗教,就是说,中国没有我们西方人考虑宗教的这种事情。实际上孔教和道教都不能算宗教,而能说它们是哲学或者生活伦理。中国的以前重要宗教,比如天主教,伊斯兰教或佛教都是从外地来的,分别是从西方,阿拉伯国家,印度来的。1949年建设中华人民共和国时共产党随着列宁马克思思想促使中国人民背离宗教与拥抱唯物主义和无神论主义。1976年毛泽东去世之后,中国人民又开始信宗教,比如信佛或信天主。目前在中国有很多人信又多又不同的宗教。
我是意大利人,大部分的意大利人是天主教徒,但佛教徒,伊斯兰教徒,正宗教徒,印度教徒都有。虽然我家人都信天主但我是不可知论的,意思是什么都不信,可以说自己也不信,相信犹疑而已。我不信神,并不信赖偶然性,我信赖因果性,也就是说我以为各个事情有原因也有后果。并且我以为各个宗教和生活伦理有个道理,因此它们都值得我们的尊敬。比如说,如果有人信佛,不管我信不信佛他也值得我的尊敬。
但是我越来越发现,有太多人一点也不理解或不认识一种宗教也信那种。据几例子来说,三年前我认识一个中国女孩子,过几天我问她有没有宗教,他回答“有。我是马克思主义者”。她答复是什么意思?!哪儿马克思主义是个宗教!?两年前我班里有不少韩国人。有一天我问一位韩国同学她信什么,她说她是天主教徒。我很有感兴趣,就问她一些对于天主教问题,但她什么都回答得不对,对我来看她一点也不了解这种宗教。在北京我有一个日本朋友,她说她什么都不信,是无神论者。我们常常一起出去走路,参观北京的公园和寺庙。每次我们对面有个寺庙她就跪倒低头。她的动作有什么用?!再说,我认识一些从哈萨克斯坦来的留学生,他们都算自己伊斯兰教徒,但我常常看他们吃猪肉喝啤酒。这什么意思?!
总的来说,从我的经验来看,我以为世界上发达的国家或在发展的国家人民大部分都扔掉宗教,尤其是年轻人很少理解他们传统的宗教而且对它有比较无所谓的态度,先随心所欲才看宗教。但他们并不要退去宗教,以免丢面或触犯家人。我觉得目前传统和宗教还有太深的关系。这真可惜。因为我认为随着社会的发展传统和宗教该越来越没关系的。宗教和信仰不是父母给你的一种事情而是你自己慢慢发现和理解的一种事情。反而现在世界上年轻人边还继承他们父母的宗教边随他们自己的方便,不管宗教并不要了解老人的信仰。
我觉得目前全球有一个新的宗教:随着世界经济发展,全球化与国际资本主义有一个新的信仰,叫“钱”。赚钱是光荣的,致富为主!


关于民族

把一位中国人的身份证打开着读一下,就会发现这件事情:除了他的姓,名,性别,年龄,是否结婚以外还有一个项目,就是“民族”。对我们西方人来说这种项目有点奇怪。今年2007年怎么会还算民族?!今日人们都知道,科技基本上没有什么民族,血液和民族没有什么关系,世界上只有一个大民族,叫“人类”。每次有中国人问我我是哪个民族我先惊讶才对他解释一下,在我国家我们没有这种分别,总的来讲可以说我没有什么民族。然后我喜欢问他:“你是哪个民族?”。“我是汉族”。我再问“是吗?怎么知道?”。他吃惊地说“什么怎么知道。。。父母告诉我,我母语是汉语,在北京出生,身份证上也写的。。。”。我觉得这种回答没有什么意思。从科技角度来讲,他怎么知道他是什么民族?而且,从科技角度来讲,什么叫民族?除了中国以外不少国家还用这种分别,项目。但是如果你不可以知道你的民族是哪个,并不能知道民族是什么,何必用这种项目?!不少次我见过人人由于不同民族来打架。这太笨蛋!是没有文明并没有知识人的事情。人们怎么可以由于他们推测的民族感到骄傲或羞耻?!
我认为我们当代人不能继续用“民族”这个词,觉得太没意思。我们还是有部落吗?还是野蛮时代吗?我以为个个人没有什么民族而有自己的文化,语言,历史,习惯。犹太人(特别保守的一种宗教徒)认为如果你母亲是犹太人你才会是犹太人但最重要是你本人若是会感到犹太文化的感觉才可以算自己犹太人,要不然别人不能算你是犹太人。我觉得这种想法比较有理。我是什么,应该是我自己感到或自己决定。比如,有的在意大利被收养的非洲孩子,他们到16-20岁时怎么可以还算他非洲人?!有的阿拉伯人在美国出生长达,怎么可以算他阿拉伯的?!有的在中国过了50多年的印度人怎么还会算他们印度的?!有的在新疆过了一个日子的汉族人,怎么还会算他汉族人?!我觉得最重要是听其他人的情感与看他的历史才会说他哪个“民族”,并不会是身份证上写的一种项目。


关于“国家”的翻译词

六年前我开始学东亚文化,也开始学汉语,早就发现中国人如何翻译到中文别国家的名字。大部分的词中国人用发音翻译到中文(比如意大利,巴西,澳大利亚,俄罗斯等等)但也有的词中国人用含义翻译到中文(比如美国,德国,法国,英国)。我觉得很奇怪。比如,为什么“America”这个名字翻译到“美洲”,为什么“United States”翻译到“美国”,为什么“United Kingdom”翻译到“英国”?!“America”这个词是从Americo Vespucci(一位意大利航海者)来的,跟“美洲”有什么关系?!United States是世界上最美丽的国家吗?!那为什么给它这种翻译词?!英国人是世界上最英雄的人吗?!那么何必给这个国家这种词?!
我真不明白。但我问题肯定在历史和语史学上会找到回答。总的来说,这都表示我的汉学专业的知识还不这么高!

"non e' un privilegio, e' un diritto!!"

Leggo su L'Unita' di un operaio maceratese morto suicida perche' non riusciva a pagare il mutuo sulla casa. Lascia moglie e figlio. Proprio non mi va giu'...
Troppe chiese, troppe ville, troppi giovani senza la possibilita' di metter su famiglia. Padoa Schioppa sei tu l'unico "bamboccione" d'Italia. Viva l'esproprio, abbasso il privilegio!

Wednesday, October 17, 2007

Espulso...

Virus di influenza aleggiano nell'aria. Sono d'accordo con Grillo quando parla di troppe tette nella vostra televisione italiana; se dopo millenni di civilizzazione il maschio resta ancora un animale che pensa solo al sesso allora sta alle donne rompere i coglioni e rifiutarsi di una televsione che non mostra altro che seni al vento e cosce mozzafiato... che fine hanno fatto le femministe!? Sorelline, invece di andarvi a comprare l'ultimo paio di pantaloni firmato Dolce & Gabbana e andare a rifarvi le unghie dall'estetista o il seno dal chirurgo, fatevi crescere i peli sotto le ascelle e non pettinatevi la mattina appena alzate: almeno sarete apprezzate per quello che siete e pensate veramente, non solo per il caldo buco che avete fra le gambe. Altrimenti non sarete anche voi che promotrici silenziose e attrici attive e passive di questa televisione da bestie di satana, "televione per gente di basso livello intellettuale" come dice Umberto Eco.
Mi dispiace per i morti al tribunale di Reggio Emilia e per l'omicida albanese. Se non altro per non sentire le reazioni di Borghezio e Calderoli...
Il Dalai Lama incontra Bush, che gli consegnerà a titolo del parlamento americano una Medaglia d'Oro. Non sapete quanto ci sono rimasti bene i cinesi, specie proprio ora che è in corso il 17° Congresso del Partito (più grande e meno) Comunista (del mondo). Politicamente parlando l'America si poteva anche risparmiare questa provocazione da ubriachi nel bar.
Mi han espulso dal Dipartimento di Studi Sociali e Demografici e ritirato la tessera da studente, per motivi troppo lunghi e beoti da raccontare. Sono un idiota. Mi facevo più sveglio. Non l'ho presa molto bene. Mordo. Mi sento come Totti di fronte ad un cartellino rosso dopo un minuto di gioco nella partita Roma - Lazio. Mi sento come un operaio bresciano che ha perso il posto di lavoro e tuttosommato si rassegna al fatto che ora ha più tempo per dedicarsi ad altro (tipo scalare il monte Everest o cancellare la fame nel mondo) ma in cuor suo sa che resterà tutto il tempo a dormire e mangiare pop corn di fronte al televisore, con una moglie come coscienza che gli rompe le balle ogni minuto della vita per ogni minuto sprecato a cazzeggiare.
Mi aspetta un weekend movimentato, milioni di feste. Visto il clima dinamico e giovanile che offre Pechino quasi quasi lascio lo studio e mi metto a fare il barista giocoliere in qualche pub yankee. Non me la cavavo male con palline e clavette a diciotto anni...

Monday, October 15, 2007

Buon compleanno mio caro blog!!


Neanche me ne sono accorto, ma questo blog l'8 ottobre ha compiuto un anno di vita. 482 post rifilati ad un pubblico di amici ed amiche. Se non reputassi lo scrivere come tempo in assoluto meglio speso mi chiederei quante cazzo di ore ho buttato davanti a questo piccolo specchio della mia mente. Critico a modo suo, spesso cinico, fastidiosamente autoreferenziale, senza troppe pretese ma con gran voglia di dire e criticare. Valvola di sfogo. Amico nei momenti difficili. Bambola non gonfiabile. Ponte di bambù. Gatto con gli stivali. Tanti auguri cumpà!
Mentre oggi inizia il diciassettesimo Congresso del Partito Comunista (comunista?!?!?) Cinese, mentre dalla stanza dei mongoli provengono delle urla preoccupanti e mentre urla ancora più preoccupanti fuoriescono dal mio stomaco, mi sbilancio e mi regalo un altro post.
Già. Stamattina dopo una notte di bowling con i compagni di classe con gli occhi a mandorla (davvero preoccupanti le urle che escono dalla stanza dei mongoli stasera!!) sono andato a lavorare, comparsa in un film tanto per cambiare. 70 euro (di cui 10 da dare al mio agente, Seva) per tre ore di noia (da leccarsi i baffi). Ma noia stavolta neanche troppa, ho fatto la parte dell'occidentale in giacca e cravatta che, ubriaco di grappa, barcolla per le strade fangose di una Cina di inizio ventesimo secolo, importunando una elegante signora cinese. Quale attore migliore! Ho scosso la testa per tutte le tre ore. La mia dolce consorte di oggi (bella strappona) mi fa "Devi barcollare mentre scendi le scale, buttati addosso a me, abbracciami, cerca di baciarmi, esagera, non ti preoccupare". "...va bene" rispondo io. Forse ho esagerato con le mani, finita la scena è scappata via. Il regista aveva il pollice all'insù, l'agente cinese sventolava già i miei soldi nella mano destra mentre la sinistra era al cellulare, come sempre.
Quando le lezioni sono troppo noiose (specie oggi, dopopranzo e dopo una notte semi in bianco) ho sempre creduto sia meglio spenderle pensando ad altro, spegnere il volume del prof e concentrarsi sulla classe. Eravamo un centinaio oggi, quasi tutte studentesse, quasi tutte coreane. Ho pensato che per loro deve esser molto importante l'aspetto esteriore, molto più delle giovani romane a spasso per le vie del centro il sabato sera. Per tutte le due ore di lezione quasi tutte erano a truccarsi di fronte ad un minuscolo specchietto che tenevano aperto tra il libro di testo, unghie e capelli, altre a fissarsi le scarpe in tinta col cappello in contrapposizione alla cinta borchiata e a Mercurio che incontra Sirio in luna ascendente trentadue minuti prima del tramonto del sole nell'emisfero australe. Di quelle che non si truccavano molte dormivano, le altre prendevano appunti o facevano foto alle slides che il professore faceva scorrere alla lavagna. Meno male che ci sono i libri...

International bowling




Saturday, October 13, 2007

Altro che Amazzoni...

Nei paesi ricchi alcune ragazze si rifanno il seno, con l'idea di avere una vita migliore. In altri paesi invece le mamme negano il seno alle figlie. Per la stessa ragione.

Cena di classe. Coreana. Dopocena di classe. Giapponese.








Ogni tanto Pechino, tra i suoi grattacieli grigi e tristi, regala tramonti interessanti...

Thursday, October 11, 2007

Udite udite! Acqua calda scopertasi!


Nebbia puttana, dai cieli bigi di fornelli a carbone vedo ancora quella maledetta insegna d'un McDonald's. E due coreani in strada lanciarsi una palla e due guantoni di cuoio. Credi si chiami baseball.
Buongiorno Italia! A Pechino tutti bene, grazie. Per i pochi cretini che come me non lo sapessero ancora ho una buona nuova da dare. Avete presente l'Ambasciata Italiana a Pechino ?? Io non ne mantenevo un bel ricordo: un anno e mezzo fa mi ci recai per chiedere di rifarmi un nuovo passaporto (era ridotto maluccio, aveva 8 anni e li porta non bene...) ma la signora italiana al di la' dello sportello non mi accolse con belle parole, tipo "Mio Dio... ma non si vergogna a presentarsi con un passaporto cosi' ridotto?! Il mio ha dieci anni e sembra ancora nuovo", "Evidentemente io non ho passato i miei ultimi dieci anni seduto in un ufficio come lei. E neanche il mio passaporto" risposi acido e fiero della mia acidita', per poi alzare i tacchi con aria da Vercingetorige. Tornai qualche minuto dopo con la coda tra le gambe e l'aria da Mastella ad Annozero... avevo dimenticato il passaporto oltre lo sportello. Ma torniamo all'ambasciata... da qualche secolo hanno aperto un Istituto di Cultura italiana al suo interno. Questo lo si sapeva. Sapevo anche che organizzassero attivita', eventi e spettacoli e che ogni giovedi' cinema italiano con sottotitoli in cinese gratis. Ma dopo la mia porca figura non ero piu' tornato in ambasciata. Tagliando corto, a fine ottobre la mia universita' organizza un International Festival, tutti gli studenti stranieri chiamati a formare uno stand del proprio paese e presentarlo ai passanti tramite qualche foto, libretti illustrativi, bandierine, gadgets, spuntini, alcolici e simili. Due ragazze italiane mi han tirato dentro e siamo andati in Camera di Commercio e ambasciata ad elemosinare un po' di materiale. All'Istituto di Cultura ti accoglie Ianna, in stage per tre mesi. Minchia! Non pensavo avessero tutto quel materiale... libri, cassette, film, brochure, gadgets e via dicendo. Ricchi programmi, cinema, teatro, spettacoli, concerti. Sarebbe da non annoiarsi mai. Nella loro biblioteca ho trovato parecchi libri sulla cultura cinese, studiati in universita' e usati anche per la tesi, narrativa, romanzi, saggi... Commosso mi sono subito fatto la tessera (5 euro) e preso in prestito un paio di libri. Non ci potevo credere: materiale cartaceo in italiano!! E' incredibile fino a che punto possa arrivare la cretinaggine di un maceratese. Abbiam portato via sei sette scatoloni di roba da regalare al festival internazionale, piu' un paio di grandi cartine dell'Italia.
Sinologi di Pechino! Un giro all'Istituto di Cultura "val bene una messa"! Tanto piu' ora che come direttrice hanno la mitica Maria Weber!
I miei calzini sono belli appessi di fronte a me, sublime spettacolo! Nel giro di poche ore compleanno di Yu, di Itomi, di mia madre, cena coi compagni di classe, insurrezione armata proletaria contro il regime corrotto. No. Mi dicono che l'insurrezione armata e' rinviata a data a destinarsi. Strano. Approposito... mi han eletto capoclasse. Non so se ridere o piangere. A 25 anni molti sono "sposati, con due figli, laureati, per esser rispettati da questa societa'", altri (sempre meno. Grazie Biagi) hanno il posto fisso, altri ancora suonano il punk. Io faccio il capoclasse in una di classe di diciotto studenti di cinese a Pechino, quasi tutti asiatici. Mi sa che mi conviene piangere. Il mio compagno di stanza vietnamita invece ha appena comprato un portatile e scoperto internet e la chat, da due giorni (di' e notte) fisso davanti al computer a chattare e parlare con mezzo mondo in una trentina di lingue e dialetti diversi, di cui un buon quindici per centro ancora non scoperti dagli studiosi. Tutta colpa mia che gli ho spiegato come funziona Messenger e a cosa servono microfono e cuffie.

Radio Pechino Ibrida vi saluta, non senza una canzone: Iron Lion Zion, Bob Marley.

Wednesday, October 10, 2007

Due parole per il quarantesimo le spendo anche io...


Personaggio romantico e discusso, eroe e sanguinario, utopista e pasticcione, a me più di ogni altra cosa affascina quella stella sul basco, faro per un mondo migliore, pensiero fisso ai deboli, agli oppressi. Sai cosa, quaggiù non ce la passiamo malissimo, ogni tanto qua e là qualche stella splende ancora, si fa sentire, Resiste. E voi invece, signori del privilegio, potenti e codardi, capitali deambulanti, diamanti del Sudafrica sporchi di sangue nero, dollari e mine antiuomo, giunte militari giunte clericali, avanzi della Rivoluzione Francese e di quella d'Ottobre, è per voi che mi preoccupo, i tempi non sono ancora finiti, copritevi bene, soprattutto le spalle, non si sa mai, anzi si sa benissimo, occhio a coprirvi bene le spalle che sai cosa... "ancora fischia il vento"

Sunday, October 07, 2007

Certo!


Certo dev'essere difficile la vita di uno studente occidentale aPechino... andare a lezione quando non hai niente di meglio da fare, studiare se ne hai voglia, imparare quelle sette parole che ti permettono di portare a letto le strappone cinesi da disco, comprare tutto ciò che ti passa per la testa tanto costa poco, bruciarti le impronte digitali a forza di navigare in internet dal tuo portatile spaparanzato nel letto di casa, ingrassare a suon di riso fritto cinese, trovarti un qualsiasi lavoretto di merda solo quando proprio ti ammazzi di noia o quando ti vergogni a chiedere a tuo padre di mandare altri soldi perchè hai speso tutto in vino francese e mignotte russe... i lavoretti... sono loro a cercare te, non devi far niente, solo non chiuderti tutto il giorno in camera con la scusa del raffreddore... facile... una volta un uomo bianco a Pechino era un portafoglio che camminava, ora è un modo semplice per metter mano nei portafogli altrui, magari di un facoltoso uomo d'affari cinese con la moglie annoiata... lavoretti...
Yu dice che il paesaggio dalla finestra della mia camera è romantico, io vedo solo una fila interminabile di grattacieli e palazzoni, luci ed insegne come quelle che vedevo da piccolo nei cartoni animati giapponesi. E di fianco vedo il mio compagno vietnamita che dorme con la coperta avvolta in testa. Probabile che gli dia fastidio la luce che uso per scrivere e il battere sulla tastiera. Probabilissimo.

Inno nazionale cinese e l'operaio fuori dalla mia finestra


Direttamente per voi le parole dell'inno nazionale cinese, scaricate e tradotte alla bell' e meglio dal sottoscritto. Le note ridanno molto a quelle dell'inno dell'Internazionale. Strano.
起来!
不愿做奴隶的人们!
把我们的血肉,筑成我们新的长城!
中华民族到了最危险的时候,每个人被迫着发出最后的吼声。
起来!
起来!
起来!
我们万众一心,冒着敌人的炮火前进!
冒着敌人的炮火前进!
前进!
前进!
进!

Alzatevi!
Non vogliamo esser schiavi!
Con il nostro sangue e la nostra carne costruiremo la nuova Grande Muraglia!
Il popolo cinese e’ arrivato al momento piu’ pericoloso, ogni persona e’ costretta ad emettere l’ultimo grido!
Alzatevi! Alzatevi! Alzatevi!
Ci uniamo a migliaia come un sol uomo, sfidiamo il fuoco dell’artiglieria nemica e avanziamo!
Sfidiamo il fuoco dell’artiglieria nemica e avanziamo!
Avanziamo! Avanziamo! Avanziamo!

Thursday, October 04, 2007

Fredde vacanze e la CGIL in Cina







Triste il dormitorio nei giorni di vacanza. Praticamente deserto. Orario limitato anche per la reception e il mini chiosco degli alimenti. Proprio ieri mattina scendo al chiosco per comprarmi la colazione, la tipa al bancone visibilmente depressa mi chiede cosa ci faccio nel dormitorio e perchè non me ne esco a divertirmi per Pechino. "Mi riposo" rispondo. "Tutti i sette giorni?!" insiste. "E tu perchè non te ne vai in vacanza?!". "Ci vado, stacco all'una". "Ne riparliamo" pago ed esco. Ha messo tristezza anche a me. La mia stanza senza il compagno vietnamita, che mi parla di esercito americano e donne vietnamite che se va bene te la danno dopo sei mesi di fidanzamento, è più umida e incolore, nonostante io abbia sporcato tutto il pavimento di birra e appesso mille cazzate ai muri. In realtà non sono l'unico nel dormitorio. L'altra notte i coreani della stanza a fianco ero ubriachi come zucchine, stavano litigando e han finito di farlo verso le 3 e mezzo di mattina quando han sfondato (non chiedetemi come) la porta; ho sentito i pezzi di legno cadere a terra e poco dopo la Sicurezza dire di non preoccuparsi e di sistemare i conti il giorno dopo. Oltre a me e ai coreni ubriachi che probabilmente sono fuggiti via c'è anche una bimba nera di 3 o 4 anni. Piccolina occhioni grandi grandi capelli corti a treccine. Bellissima. Adorabile. Un amore. Mi fa ciao con la manina quando mi incontra nel bagno a lavarmi i denti e spadroneggia col suo triciclo fucsia nel corridoio. Che cazzo ci fa una bambina africana in un dormitorio di studenti stranieri a Pechino?!?! Vive in una stanza grossa come la mia (30 metri quadrati su per giù) con i genitori, il padre (credo) insegnante nell'università e la mamma che cucina tutto il giorno e passa l'aspirapolvere come tutte le mamme italiane. In una stanza 6 metri per 5 circa all'undicesimo piano del dormitorio dell'Università del Popolo a Pechino. Come fa una bimba così piccola a vivere in un ambiente così!? A parte il triciclo e io che mi lavo i denti che cosa può capire della vita?! Non mi sembra il caso di indagare o chiedere al padre perchè non si affitta un appartamento a due soldi non distante dall'università, ma la piccola mi fa un po' pena, anche se sorride sempre, come tutti i bambini d'Africa.
Nei momenti di relax mi sono messo a guardare via internet tutti gli arretrati di Blob, Ballarò, Le Iene e simili. Certo che noi italiani il fatto di ridere per non piangere ce l'abbiamo nel sangue. Di certo c'è chi sta peggio (anche troppo peggio), ma Mastella, Corona e Ratzinger non ce li frega nessuno. Li metterei come trio d'attacco nella nazionale di calcio. Altro che Totti.
Capisco anche lo sfogo degli operai a Mirafiori. Ma qui in Cina sotto questo profilo siamo proprio su un altro universo. Ero a vedermi un film horror slovacco quand'ecco che compaiono improvvisi fuori dalla finestra della mia stanza due mocassini neri sporchi di vernice. Mi prende un colpo. Resto gelato. Poi piano piano scende giù un operaio calato con una corda dal balcone all'ultimo piano. Non è un suicida, è solo la squadra imbianchini del campus universitario. Casacca lacerata e casco giallo, bagnato di pioggia, mi guarda, lo guardo, continua il suo lavoro, pochi secondi e già scende alla finestra del piano di sotto. Avessi avuto la prontezza di prendere la macchina fotografia avrei vitno qualsiasi concorso di fotografia indetto online dalla CGIL. Peccato.
In foto, la squadra imbianchini al lavoro nel palazzo di fronte.