Saturday, October 27, 2007

E' l'ottimismo il segreto...

Le giornate intense di emozioni vanno descritte subito, a caldo, senza pensarci, così come vengono, ancora sporchi di polvere e pasta, intrisi di strani maleodori (caffé e incenso in primis), la doccia può aspettare, il letto anche, i libri figurati!, lo stomaco brontola ma può aspettare anche lui...
Oggi nel campus della mia università si è svolto il Festival Internazionale della Cultura. Tutti gli studenti stranieri chiamati a rappresentare il proprio paese nelle tre mura dello stand, con costumi e cibi tradizionali, foto, immagini, bandiere, musiche e danze. Soprattutto stile direi. E un motto, che ho sentito da un ragazzo turco durante una delle tante performance: "Many countries, different people, one blood", cioè "Molti Paesi, genti diverse, un solo sangue". Credo il festival sia stato un gran successo. Prima di tutto perché la gente (a cominciare da noi studenti stranieri) si è divertita moltissimo, molti bambini e anziani, foto a non finire, reciproci interessi e curiosità, danze e maschere coloratissime. E secondo perché il tutto si è svolto in un clima di grandissima semplicità e spontaneità, a volte addirittura totale improvvisazione.
Anche l'Italia ha partecipato, con noi quattro studenti italiani del dipartimento di cinese. Manco a dirlo io ero scettico e menefreghista di fronte all'evento, ma tre spledidi ragazzi (Elena di Milano, Alessia di Napoli e Nino di Palermo) mi han tirato dentro e alla fine ho accettato di collaborare. Due settimane a correre tra Ambasciata Italiana, Camera di Commercio, magazzini e ipermercati per rimediare (quasi del tutto gratuitamente) materiali, cibo e gadjets da regalare agli ospiti del festival ed agli altri studenti stranieri. Due settimane ad annegare nella polvere e dormire tra gli scatoloni regalatici dall'Istituto di Cultura e dalla Camera di Commercio. Ieri sera fino alle due a preparare pasta e caffé. Stamane sveglia alle sette, pronti per allestire lo stand. Parto carico come un mulo in sella alla mia bici elettrica, fuori nebbia e pioggia boia, non un cane in giro, solo qualche studente straniero infreddolito tra gli stands ad attaccare foto. E' la telefonata di Nino a svoltarmi la giornata: "Sta piovendo vero!? L'importante è l'ottimismo... stiamo arrivando". E da lì l'ho presa a ridere fino alle cinque di pomeriggio, termine del festival. Abbiamo allestito lo stand niente male noi quattro italiani, aiutati da due studentesse cinesi: niente vestiti tradizionali, niente bandera italiana (solo quelle della Pace e della Ferrari), cinque vassoi di pasta, due termos di caffé, tre cartine dell'Italia, foto di monumenti e paesaggi italiani, una chitarra, vari poster, un portatile con casse a rompere che han cantato per tutto il tempo di "Nessun dorma", "Notti magiche", "Bella ciao", "Torna a Surriento", "La società dei magnaccioni", "Come facette mammeta", "Tanto pe' cantà", "Alba chiara" e via dicendo. Più i gadjets da regalare: libri e brochures su cultura e turismo in Italia, tre scatoloni di tazze, due scatoloni di borse, cinque zaini, borracce, centinaia di ventagli, penne, portachiavi. Il culo invece lo davamo a pagamento.
Un successo. L'importante era l'ottimismo. Facciamo mille viaggi stand-dormitorio per portare in bicicletta tutto gli scatoloni e il cibo. Il cibo ha vinto. I cinesi hanno preso letteralmente d'assalto il nostro stand, facevano a cazzotti per un assaggio di pasta, poi si sono scannati quando abbiamo regalato i gadjets, due tipi hanno sfondato una parete dello stand e sono entrati nello stand della Romania. Era tutta una questione di ottimismo. Migliaia le domande che ci han rivolto i cinesi, io e Alessia (i più vecchietti) ci siamo saputi difendere, anche se le domande non erano del tutto facili: "Posso portare via il vassoio di pasta?", "Perchè avete uno stato indipendente dentro Roma?", "Quando è stato costruito il Duomo di Milano?", "Oltre all'inglese che altre lingue parlate in Italia?", "Posso avere un'altra borsa per mio nonno?", "Regalate anche il computer?", "Sai che assomigli a Del Piero?", "Hai mai incontrato Totti per strada?", "Quanti mondiali di calcio ha vinto l'Italia?" e cose del genere. Sono venuti ad aiutarci anche tre ragazzi italiani di altre università. Credo i cinesi abbiamo apprezzato. Sicuramente la pasta. Il caffé no, troppo amaro per loro, l'abbiamo rifilato a indiani e azerbagiani (o azerbagiesi? o azebargioti??). Certamente hanno apprezzato il fatto che fosse tutto gratis. Uno mi fa "Il vostro stand è l'unico caratteristico, l'unico tradizionale... gli altri sono fatti tutti da cinesi". Grazie. Anche se non era vero. I giapponesi braccine corte facevano pagare per il thé che davano. Le altre nazioni no. Dieci punti allo yogurt kazako e al vino ceco, bellissimi i costumi dei mongoli, coloratissimi gli africani, afrodisiache le danze delle arabe. Ho lasciato gli occhi su una palestinese, forse stasera torno a riprendermeli...
Nonostante l'intero evento sia stato un po' troppo monopolizzato dalla burocrazia cinese che alla cerimonia d'apertura ha preteso da noi europei lo slogan "One world, one dream" (motto delle olimpiadi del 2008), credo sia uscita fuori una divertente e coloratissima giornata internazionale. Ottimista e pacifista nello spirito. Ovviamente alcolica, musulmani e non. Il presentatore straniero che ha fatto il discorso introduttivo è il tedesco con cui vado spesso a concerti punk, è tornato stanotte alle 4 di mattina ubriaco come una spugna, durante il discorso si è impappinato più volte, ma è stato meglio così. E' stato improvvisato un gruppo rock formato da batterista francese, bassista bielorusso, chitarrista pakistano e cantante romena, suonavano "Zombie" dei Cranbererries.
Il caffé era effettivamente un po' troppo amaro. Ma corretto con la grappa andava giù che era una meraviglia. Ma questo, ai cinesi, non l'abbiamo detto...
Many countries, one blood.

5 Comments:

At 3:30 PM, Anonymous Anonymous said...

Davvero simpatico e divertente tutto l'evento compreso il motto dell'amico e quello delle prossime olimpiadi che non è affatto male.Sul caffè non dovevate sbagliare a zuccherarlo, a noi italiani non può insegnarlo nessuno!Sulla gratuità del tutto c'erano dubbi? Spero di no, come spero che tu sia stato all'altezza di rispondere adeguatamente a titte le domande senza alcuni pregiuduzi come spesso fai quando ti chiedono cose del nostro bellissimo paese. La pasta siete riusciti a non scuocerla?Mi piacciono le facce degli altri italiani in foto con te.Se ti sei ripreso gli occhi, almeno potevi fotografare il viso della ragazza! Comunque la cosa più bella è sempre l'ottimismo che traspare anche da questo 500° blog, complimenti!!!

 
At 8:14 AM, Blogger Unknown said...

azerbagioti?? AZERI !

bella Daniè, anche stavolta per cause di forza maggiore t'ho dato pezza e me ne sono pentito un bel pò! Speriamo di vederci prima o poi... magari se possiamo vederci anche solo per un caffè... corretto..
Ma dove ca**o l'hai trovata la grappa a Pechino?!?!?

Ciao!

Michele

 
At 3:32 AM, Anonymous Anonymous said...

leggere l'intero blog, pretty good

 
At 11:57 AM, Anonymous Anonymous said...

molto intiresno, grazie

 
At 11:59 AM, Anonymous Anonymous said...

La ringrazio per Blog intiresny

 

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