Saturday, January 12, 2008

Bisogni

Voglia di scapigliatura. Voglia di essere bohemien. La comune di Parigi in una stanza. Voglia di una stanza al trentesimo piano di una megalopoli assordante, parete di vetro con vista su quella bolgia di luci e grattacieli chiamata città. Un canto dell'Inferno. Parete di vetro con le tendine di Mickey Mouse. Riscaldamente a tutto. Aggirarsi per la stanza completamente nudi se non per un grosso ciondolo al collo con l'immagine di qualche profeta della Chiesa Evangelica morto suicida. Musica perenne e perennemente in sottofondo, tutto ciò che sia calmo e psichedelico come i sermoni del Dalai Lama in tibetano. Libri ovunque, sparsi per terra, sopra i mobili, sotto i mobili, aperti e chiusi, scritti e in bianco. Nessun letto, solo un tatami in fondo a sinistra. Scaffali ripieni di cianfrusaglie inutili e libri. Mura devastate da poster e foto e mandala e tessuti viola di nessun valore. Le tele di Silvia e macabre nonché dubbie realizzazioni artistiche. Niente satanismi: ho preso dio a calci in culo parecchi anni fa, non vedo perchè scomodarsi con altre superstizioni. Tappeti rimediati alla discarica o dall'anziana signora del piano di sotto. Nessuna luce elettrica, un centinaio di candele che illuminino a giorno se non fosse per la cappa di fumo che regna incontrastata. Anarchia d'odori creata da qualche migliaio di incensi comprati dai mercati di mezzomondo. Oppio e altre sostanze poco rassicuranti. Frutta direi. Un paio di strumenti musicali che non sappia suonare. Un corno di bue finto. La carogna di un capretto deceduto tempo prima a cause del fumo. Stranamente non maleodorante. Un'amica che ti venga a trovare ogni tanto per parlare di politica e filosofia. O dell'ultimo libro letto. Nessuna televisione, per una volta tanto niente internet. Cellulari telefoni mobili telefoni fissi banditi. Sesso solo se capita, solo se lo incontri per strada, senza pretese, ambiguo, annoiato, piacevole.
E' stato creato qualche volta qualcosa di simile (non ero riuscito a trovare il capretto e ammazzarlo col fumo passivo) quando si faceva vita da studenti scoppiati a Roma. Ricreare qualcosa del genere a Pechino la si vede più dura. Magari qualche pazza che lo appoggia la trovi al 798. O quella barbona che non ho più visto da un paio d'anni che girava luridissima con un piumone rosa e una sciarpa finta di visone tra i grattacieli della finanza pechinese. Se la ribecco lo chiedo a lei.
Only God knows what the hell is going with my computer... damn it!

Consiglio un libro: Toghe Rotte, del magistrato Bruno Tinti in collaborazione con altri colleghi. Ti spiega perchè in Italia non c'è e non può esserci giustizia, illustrato con diversi aneddoti e discusso come ne discuterebbe Bukowsky. Se lo leggesse un tedesco correrebbe ad armarsi. Un inglese di dimetterebbe dal suo status di cittadino. Un giapponese farebbe arakiri. Ma noi siamo italiani e ci facciamo una gran risata sopra. Magari ci scappa anche che qualcuno si incazzi. Più probabilmente che si faccia il segno della croce...

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