Sunday, March 16, 2008

Ok, due parole sui fatti di Lhasa le dico...

Impossibile non commentare quello che sta accadendo in Tibet. Ne ho già parlato con amici, cinesi e non. Da studente che vive in Cina e da studente che si è occupato di storia contemporanea del Tibet negli ultimi anni voglio fare un paio di osservazioni...

Non è il caso di star qui a parlare di "causa tibetana" o radici del conflitto sino-tibetano. Credo che la causa tibetana, ammesso che sia esistita, oggi non esiste più. Chi è stato a Lhasa può confermare che non esiste una occupazione militare del suolo tibetano (per suolo tibetano intendo quello storico, cioè gli attuali Regione Autonoma Tibetana e alcuni distretti nelle regioni del Gansu, Qinghai, Sichuan e Yunnan) ma una massiccia presenza di cinesi han, negozi cinesi, ristoranti cinesi, compagnie cinesi, turisti cinesi, lavoratori cinesi, turisti stranieri. I giovani tibetani vestono all'occidentale e vivono come i loro coetanei cinesi han. Ho visto monaci buddhisti indossare scarpe Nike e bere RedBull, dando spettacoli per i turisti come scimmie allo zoo. La cultura tibetana a Lhasa è rinchiusa nei musei, la fede nel lamaismo non so dove la nascondano, magari se la tengono fra le quattro mura di casa, per le strade trovi solo mendicanti che si truccano da fedeli per chiedere elemosine all'uomo bianco o monaci che chiedono soldi per ristruttare templi.

Detto questo. Ci danno a vedere molte immagini e video della protesta a Lhasa. Primo: contro chi protestano e perchè? Sembra che la manifestazione per ricordare l'occupazione armata del 1959 sia sfociata in guerriglia urbana. Stanno lottando per l'indipendenza? Sarebbe da chiederlo ai dimostranti. Le immagini che vedo in internet (dai siti dei quotidiani italiani, perchè youtube è censurato da un paio di giorni) mostrano tibetani assaltare negozi e banche cinesi, mettere a ferro e fuoco alcune zone della città, pestare a sangue dei passanti che immagino siano cinesi di etnia han. Perchè i giornali stranieri chiamano questo "repressione"?! Dove sta la repressione?! Io vedo dei tibetani sfondare negozi e picchiare dei cinesi. Il governo tibetano in esilio a Dharamsala (quale governo? chi lo riconosce?) parla di 80-100 morti. Non ne ho visto le immagini. Pechino parla di 10 morti, vittime delle violenze. Queste le ho visto anche io. Vorrei chiedere al Dalai Lama dove sta il "genocidio culturale". E' cominciato venerdì scorso il genocidio culturale?! Secondo me il genocidio culturale lo portano globalizzazione, capitalismo selvaggio, usi e costumi più occidentali che cinesi, la moda del consumismo, la Nike e la RedBull.

Se Pechino non ha già fatto fuori le centinaia di rivoltosi è solo perchè non vuole noie dai paesi occidentali visto che tra pochi mesi cominceranno le Olimpiadi. Ma la pazienza non durerà a lungo, ce l'hanno insegnato Lhasa (febbraio 1989) e piazza Tiananmen (giugno 1989). E' brutto fare delle Olimpiadi una questione politica, ma purtroppo lo è. Alcuni (non il Dalai Lama, che scemo non è) parla di boicottare i Giochi. Io continuo a pensare che non sia una decisione che i governi possono prendere, perchè i governi sono nelle mani di lobby e multinazionali che hanno immensi interessi in queste Olimpiadi. Il boicottaggio, casomai, lo devono fare i singoli, in coscienza propria. E in ogni caso parlare di "Free Tibet" e come gridare "Anarchia!" quando hai 16 anni e sei al concerto dei Punkreas. Significa non capire e non sapere niente, essere inutili idealisti, sciolti e staccati dalla realtà dei fatti. Il Tibet è Cina. Lo sa anche il Dalai Lama. Punto.

E poi proviamo ogni tanto a vedere la cosa anche con gli occhi degli altri, non solo e sempre coi nostri da occidentali ex imperialisti e neo colonizzatori: proviamo a capire come la vedono i cinesi. Ho avuto modo di parlarne con diversi cinesi, giovani e studenti come me. Per raccontarvela in due righe diciamo che per loro la causa tibetana non ha alcun senso, il Tibet è Cina e la Cina è "una e indivisibile" (Rampini definisce questo un "dogma", e credo che effettivamente lo sia). Secondariamente i cinesi vedono la rivolta di Lhasa come una guerra di alcuni pericolosi secessionisti fedeli al Dalai Lama e al soldo degli stranieri, una guerra (attenti bene!) contro la Cina! Cioè sentono la cosa come a loro molto vicina, c'è qualcuno che li odia e li vuole combattere, e ci cinesi aspettano solo la mano dura del loro governo di Pechino per schiacciare i terroristi tibetani.Terzo ed ultimo: non gradiscono affatto la nostra smisurata attenzione su affari di politica interna cinese, specie in questioni di secessione. Insomma, secondo me non la vedono molto differentemente da come i serbi vedono la questione del Kosovo.

A Pechino non si registrano incidenti, scontri, manifestazioni. Ieri a 50 metri dal mio dormitorio c'è stato un importante incontro tra il neo-rieletto Committee Head presidente Hu Jintao e alcuni leaders giapponesi. Misure di sicurezza che hanno dato nell'occhio a noi studenti del campus, guardie, polizia e curiosi ovunue. Molti giornalisti, anche stranieri. Pechino è piena di studenti tibetani, anche in questa università. Perchè ieri nessuno di loro si è presentato nei pressi della cerimonia con una bandiera tibetana?! Anche solo per farsi fotografare da un reporter straniero prima di venire arrestato?! Sarebbe stato un colpo mediatico pesante, nel cuore della capitale dell'Impero cinese! Invece nulla. Neanche attivisti di ONG straniere che simpatizzano per il Tibet. Niente.
Tra poche ore scadrà l'ultimatum di Pechino. Se ci saranno ancora disordini credo che assisteremo ad un bagno di sangue, come già successo nel 1959 e nel 1989 a Lhasa. Spero davvero di no, sarebbe un'inutile carneficina, che potrebbe seriamente compromettere la partecipazione ai Giochi Olimpici e ai rapporti tra Cina e paesi industrializzati. Il governo cinese fa schifo sotto molti punti di vista e credo sia legittimo criticarlo, ma non al costo della vita di 100 persone (se così davvero stanno le cose).
A Pechino tutto tranquillo, non si muove una mosca. Shopping, affari, turisti, puttane, cocaina. Il solito... Il Tibet è davvero lontano.

7 Comments:

At 4:17 PM, Anonymous Anonymous said...

free tibet!
http://jp.youtube.com/watch?v=m5-8ucnBTuE

 
At 11:07 AM, Anonymous Anonymous said...

Volevo e vorro' postare qualcosa su questo argomento sul mio blog, e trovo che quel che hai scritto sia veramente esaustivo. Come sempre, mi precedi :-) problema e' che la mia connessione in casa latita, gli scritti son la', e non qua al wan ba...

 
At 2:31 PM, Blogger Unknown said...

..a gyantze ho incontrato tibetani che hanno rifiutato i miei soldi e che nascondevano sotto la camicia foto del dalai,...
..forse è un po troppo facile prendere come metro di paragone lahsa per avere una visione globale..
..in molti buchi di culo di eremi in mezzo ai monti mamma cina e papa occidente nn sono arrivati,..il tibet c'è ancora, basta cercarlo, di certo nn a lahsa...
per il resto totalmente d'accordo, free tibet è un afrase su una maglietta, e i disrodini nn hanno alcun senso...

ciao bro bel post

http://photo.net/photodb/
photo?photo_id=6851402

 
At 10:12 PM, Anonymous Anonymous said...

quello che stavo cercando, grazie

 
At 10:15 PM, Anonymous Anonymous said...

good start

 
At 2:23 PM, Anonymous Anonymous said...

quello che stavo cercando, grazie

 
At 2:26 PM, Anonymous Anonymous said...

molto intiresno, grazie

 

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