Thursday, March 20, 2008

Saran solo voci...


Saran solo voci, ma intanto le voci circolano. I nomi li evito. Sembra che alcuni degli studenti stranieri che un paio di giorni fa han partecipato alla mini dimostrazione pacifica a favore di "chi stava soffrendo" (sempre in riferimento alle vicende tibetane di questi giorni), presso la Minzu University (meglio conosciuta con un nome che suona brutto davvero, "Università delle Nazionalità") siano stati invitati dalle segreterie a non prender parte a queste manifestazioni, non parlare con giornalisti stranieri, non occuparsi di vicende che non competono loro, non immischiarsi in cause indipendentiste, il tutto per il loro bene, specie a livello accademico. La paranoia di avere cellulari ed e-mail sotto controllo e di esser sorvegliati a vista d'occhio aleggia tra noi studenti stranieri più "sensibili" al tema. Io non ho parlato a favore del Tibet, non credo sarò espulso da questa università, non nelle ultime 24 ore almeno.

Approposito. I miracoli accadono davvero. Contro ogni legge e contro ogni limite di tempo, grazie alla pazienza, comprensione ed aiuto di vari docenti e segretari, mi fanno tentare gli esami per fare il dottorato in questa gloriosa Renmin University of China! Due giorni appresso a carte, burocrazie, uffici, tasse (60 euro solo per fare domanda, non molto meno di quanto ho speso per quella di Cambridge), foto, telefonate, corse e scongiuri... ho fatto domanda al dipartimento di Scienze Sociali e Demografiche. Certo non ci spero molto, fra due giorni ho 3 esami, tutti in cinese, di cui due su teorie sociali che non ho mai studiato. Gli studenti cinesi che verranno da ogni parte della Repubblica Popolare a provare il test, si sono iscritti tre mesi fa e si sono letti i 9 libri indicati per la preparazione. Io solo oggi ho in mano la lista. Non avrei ragione di sperarci. Magari mi aiutano perchè sono l'unico italiano a provare l'esame nella storia di questa università. O forse no. Certo, se ce ne sono si contano sulle dita di un piede. Il dottorato. A noi due dottorato.

In tema di stronzate e false notizie che circolano in continuazione, oggi una professoressa vecchio stile (cinese dura, confuciana di piombo, atea e pragmatica, per nulla al mondo metterebbe una sigaretta in bocca o un piede in un McDonald's), pechinese di nascita e ancor più d'accento, fiera della sua storia, una di quelle che ne avrebbe da dire e ne potrebbe scrivere di libri su Mao e su Deng, che non ha paura di parlare di Tibet, Taiwan, Falungong, democrazia o libertà, ma che mette paura a noi studenti per la determinazione delle sue idee, nonostante ce le stampi in faccia con un sorriso graziosissimo e due occhi più chiusi che mai, oggi questa professoressa che ha anche insegnato in USA e Corea ci ha parlato di un libro che ha letto quando era in America, titolo "Le donne di Mao", scritto da un cinese ma edito in USA (perchè, secondo lei, solo in USA poteva uscire una cagata del genere). Il libro parla delle mogli, donne e amanti che il presidente Mao ha avuto ed è basato su testimonianze più o meno veritiere, più o meno da operazioni di mercato. Per esempio, si parla di una donna, una delle ultime amanti di Mao, di cui si scrive era bellissima e cantava divinamente. La nostra professoressa conosce quella donna ed ha smontato il mito pezzo per pezzo. Quando Mao conobbe la donna era quasi cieco e la donna aveva 50 anni. Era tutt'altro che bella, piuttosto sola e solitaria. Una studiosa di letteratura classica e poesie di epoca Tang. Insegnava alla Renmin University, faceva vita appartata, tutto il giorno chiusa in camera a studiare, andava dal presidente Mao a leggergli poesie antiche. Questa donna vive ancora, sola e in pensione in una casetta non lontana da qui, fornitale dal governo.

Oggi la prof. ci ha anche parlato della Rivoluzione Culturale, tirando fuori cose che ha vissuto in prima persona e che anche i giornalisti stranieri hanno timore a dire e pubblicare. Comunque non sono ancora riuscito a trovare un cinese che mi parli bene o almeno salvi qualcosa della Rivoluzione Culturale, anche se io non butterei via tutto. Alla domanda "Cosa salverebbe della Rivoluzione Culturale?" un professore cinese ci rispose "Il fatto che ha dato inizio al disgelo, alla modernizzazione e sviluppo", che è come dire "Cosa c'è di bello nell'attacco alle torri gemelle?" "Il fatto che ora gli americani pagano meno oppio afgano e petrolio irakeno"...
foto: porta di un bagno in un locale a Wudaokou, dove non pochi compagni di classe han lasciato fegato e altro