Sunday, December 21, 2008

Una carissima amica mi ha mandato questa e-mail... Resistenza!!

"Sono in Italia da appena una settima, ma ne ho le palle piene già da quando sono atterrata. Per fortuna però a casa sto bene, basta tenere spenta la televisione. Mio fratello è tornato anche e insieme andiamo avanti. Ma è dura. Vivere in Italia per gente come noi significa dover fare resistenza. Resistenza all'ignoranza e alla mentalità provinciale largamente diffusa. Resistenza al meccanismo compra e sarai felice, resistenza alla pubblicità, alle vecchie borghesi in pelliccia, ai ragazzetti in jeans firmati, ai finti documentari in televisione, a tua madre che ti chiede cosa vuoi essere comprato per natale. Resistenza al Natale appunto. Resistenza al consumismo, a expert, elettronics, ai centri commerciali, all'arretratezza del meridione. Resistenza a Napoli, alla civiltà fai da te, ovvero l'immondizia la butto dove e quando fa comodo a me. Resistenza al Supermercato, al 3 x 2, agli sconti alla cassa, alle ragazzine vestite ultima moda tutte uguali che ti invitano a lasciare -un' offerta per i poveri- (quali poveri, cosa significa povero: chi stabilisce chi è povero e chi no!? non mi hanno saputo rispondere!). Resistenza allo Stato che ti punisce con le multe, al controllore, ai cani che ti annusano le valigie, agli ignoranti in divisa. Alla guardia che ti sorveglia. Resistenzqa alle vendite x telefono. Resistenza al telefono. Resistenza alla convinzione che chi lavora meno è più furbo. Resistenza ai lobotomizzati dal telefonino e dalla televisione. Alle donne truccate e al carrello della spesa. Ai tacchi a spillo e a un'insalata a pranzo. Resistenza agli italiani che pensano che sharm el sheikh è l'Egitto, a quelli che puntano il dito al nero, a chi pensa che al mondo ci siano cinesi, russi e americani e nessun'altro! Basta comprare, basta consumare, basta accumulare. La felicità di mia madre si misura in potere d'acquisto. Una volta mi ha detto, che sognava una famiglia, proprio come la aveva vista in televisione. Una persona istruita e d'animo buono, mia madre interamente inghiottita da quella scatola davanti al divano. Mio padre, su cui per una diversa predisposizione tutto questo non ha attecchito, è tornato alla campagna. Vuole vivere isolato da tutto questo, ha detto. Io lo capisco, ma se a mia madre per caso dicessi che voglio andarci pure io, lei non capirebbe mai. E io le arrecherei solo un dolore. A Napoli c'è gente che vive nei seminterrati, interrati insieme ai topi e alla loro ignoranza. ma a natale si comprano tutti il televisore al plasma (che cazzo è sto plasma!?). A Napoli vige il principio di quello che si impone. E agli incroci tutti passano per paura di perderlo. Automobilisti e pedoni. A Napoli è dove l'incidente globale è più palese. Dove il miglioramento della condizione economica non è coinciso con quello culturale, inteso come capacità di giudizio e misura del valore delle cose e del mondo in termini altri che il denaro. Questo mondo di oggi che a me pare proprio uno schifo. Nessuno sa nulla dell'altro ma tutti assumiamo di sapere. La gente investe il tempo a comprare, perchè adesso può e prima non poteva. Ci auto proclamiamo il mondo progredito, ma quando mai?!?!? Non credo sia solo il caso dell'Italia. Il consumismo e gli iper-supermercati sono una realtà. E' solo che a me non me ne frega proprio niente di comprare, delle minchiate della televisione, della mia vicina di casa che ha preso il posto di lavoro alla tim. Del 3x2 al supermercato, delle offerte per posta... di dovermi vestire bene, di dover trovare un posto di lavoro. L'Italia è vecchia. Napoli è decaduta."

Grazie, amica mia. Resistenza!!

5 Comments:

At 9:37 AM, Anonymous Anonymous said...

Sempre resistenza!
Via dall'Italia ingrata e culturalmente arida ormai!
Andiamo ad Arvaiheer,Gobi settentrionale,a mangiare buuz e a parlare di montoni!

 
At 7:29 PM, Blogger LaBizzara said...

La cosa più tragica di tutto questo è che ti viene da pensare che forse Pol Pot non aveva tutti i torti e che di sangue dei vinti non ne scorse abbastanza. Il sacrificio dei nostri vecchi che la resistenza l'hanno fatta non è bastato, forse davvero l'unica via è l'esilio, ultimamente ci penso sempre più spesso... un saluto,
dopo natale sto a Pechino per un poco, magari ci facciamo una birra...

 
At 2:47 AM, Blogger Massaccesi Daniele said...

anche due. ho un ultimo esame il 30, nessun programma per capodanno e il 5 parto per il giappone. il mio num.cell. 13601128274

 
At 6:06 PM, Blogger LaBizzara said...

Grande, buono studio quindi, io arrivo il 27 a Pechino, porto vino e zampone, il mio numero è 13269857924,
un saluto

 
At 3:17 AM, Blogger Wild Child said...

Per l'amica di Napoli: purtroppo in alcune di queste cose riconosco anche Milano. Ma non è tanto l'ignoranza delle masse a reoccuparmi, quanto l'ignoranza di una classe dirigente fatta di politici e manager privi di immaginazione e totalmente incapaci di governare il sistema, ma solo di navigarci cercando la massima soddisfazione personale. Se almeno loro, quell'1% degli italiani che detiene gran parte del potere, si decidesse a cambiare le cose... ma a Milano diciamo "quand la merda la monta in scagn, o che la spùssa o che la fa dagn", ossia quando la merda sale in cattedra, o puzza o fa danno.


Per LaBizzara: Con tutto il rispetto per la Resistenza italiana, qui "la Resistenza" ha vinto, e l'unica differenza è stata che tra la fine della guerra e il trionfo del capitalismo ci hanno messo di mezzo la Rivoluzione Culturale. Tocca farci venire nuove idee, ho paura :(

 

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