Sunday, April 26, 2009

Ora e sempre venticinque aprile

Certo un po' fa rodere il culo, a sessantaquattro anni dalla Liberazione vedere come sia finita l'Italia e che uso abbiano fatto gli italiani di quella libertà e democrazia nate dalle ceneri del fascismo. Io sono nato nel 1982 e non capisco un cazzo, ma ad occhio e croce direi che gli ultimi sessantaquattro anni di storia d'Italia potevano anche andare meglio che avere l'uomo più ricco d'Italia al potere per la terza volta, non con una marcia su Roma ma col voto degli italiani liberati dal fascismo col sangue e il sacrificio di tanti giovani che negli anni quaranta lottarono per un'idea. Tornassero in vita oggi quei giovani credo proprio che col cazzo tornerebbero a morire per l'Italia di oggi. Ma dalla Cina, si sa, è facile lamentarsi. Ammiro chi in Italia ha il coraggio di viverci. E mi consolo nel leggere queste righe di un padre di famiglia che così ha commentato un articolo di Revelli su Il Manifesto:

"...mi consolo con mio figlio di sei anni che ha chiamato Silvio il pesce pagliaccio del suo acquario...ieri mi ha chiesto chi fossero i partigiani di cui tanto sentiva parlare. Gli ho fatto ascoltare Bella Ciao suonata dal vivo dai Modena City Ramblers spiegadogli che è una canzone partigiana. "Papà-mi ha detto-è bella ma è triste perchè alla fine il partigiano muore" "Non ti preoccupare-gli ho risposto- perchè fin che la canti il partigiano non muore mai" "

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