Monday, July 12, 2010

Cronaca di un furto. Ovvero una giornata al mare

Sono in Italia già da un paio di settimane e stamane mi sono deciso: vado al mare! Prendo qualcosa da leggere, sandali e asciugamano, in extremis si aggiunge anche mia sorella ed eccoci in superstrada direzione Civitanova Marche, direzione mare.

Trenta minuti dopo eccoci in spiaggia, la stessa spiaggia libera di quindici anni fa, quando venivo qui con i compagni di classe a maggio e giugno, ogni volta che marinavamo la scuola. Non è cambiato molto, il clima è ancora tranquillo, i bambini a giocare in acqua, gli anziani a leggere il giornale, i giovani a pomiciare sul bagnasciuga.

Verso l’ora di pranzo la spiaggia si svuota, io e mia sorella ci spariamo due panini all’ombra di un muretto, per poi tornare a leggere e cuocerci sotto un sole re della giungla. Tra i pochi rimasti in spiaggia, noto un tipo abbronzato, fisico scolpito, treccine ai capelli e barba curata, un tamarro solitario seduto sul suo asciugamano. Non faccio molto caso a lui. Passano poi due giovani bionde a chiedermi da accendere. Una mezzoretta più tardi noto il tamarro alzarsi, prendere le sue due cose e arrotolare l’asciugamano. È un lampo. Pochi secondi dopo lo vedo ripassare di fronte a noi di corsa con una borsa (palesemente non sua) semi nascosta sotto l’asciugamano. Nella corsa perde per strada una crema abbronzante, non si ferma a raccoglierla e si dilegua tra le auto in sosta e i vicoli del lungo mare di Civitanova. “Un ladro”, penso. Non credo di esser stato l’unico a notarlo, ma nessuno sembra scomporsi. “Magari mi sbaglio”, penso.

Poco dopo vedo le due giovani bionde parlottare agitate con il bagnino della spiaggia a fianco. A giudicare dall’accento mi sembrano due ragazze dell’est Europa. Vediamo se posso fare qualcosa per loro. Se è vero che non tutti gli italiani sono mafiosi devo almeno parlare con queste due tipe e dire quello che ho visto. E non credo che “non siano affari miei”, sono affari miei perché lo zaino è stato rubato random, poteva benissimo essere il mio e invece le malcapitate sono quelle due tipe dell’est. E allora mi avvicino e racconto del tipo che è fuggito con la borsa. Le due mi ringraziano e si mettono sulle sue tracce. “Ma era italiano?”, è la prima cosa che mi chiedono. “Boh!” rispondo io, non lo sapremo mai, di sicuro era abbronzatissimo e con le treccine. In borsa non avevano una lira ma tutti i documenti e le chiavi del posto dove lavorano. Poveracce davvero.

Passa una mezzoretta e una delle due bionde si ripresenta per chiedermi se gentilmente la seguo, forse hanno trovato il ladruncolo e vogliono il testimone. Anche stavolta avrei potuto dire “no, magari mi sono sbagliato” o pensare “non sono cazzi miei”, invece (sentendomi un coglione) mi sono alzato e l’ho seguita. Mi porta in un bar e mi fa: “è lui?!”. Guardo il tipo. “No, non è il ladro. Ma è un mio amico”. E mi fermo a chiacchierare con questo mio amico, chiarissimo di carnagione ma con lunghi rasta che non passano inosservati.

Giorni fa avevo letto in una locandina: “Allarme furti in spiaggia” e mi ero detto “Che cazzata! Furti in spiaggia ce ne sono sempre stati, dov’è la notizia?!”. Forse non era una notizia, ma piuttosto un avvertimento.

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