Friday, July 23, 2010

Le vacanze in Cina. E quelle in Italia.

Da anni, vivendo in Cina, impazzisco cercando di capire un minimo il rapporto che i cinesi hanno col lavoro. E di farlo confrontando il tutto con quanto accade in Italia. O nel mondo occidentale, civile, democratico, sviluppato e come minchia ci chiamiamo.

Spesso un occidentale al suo primo viaggio in Cina orripilisce (non credo si dica così, ma il termine mi piace) nel vedere le condizioni di lavoro (e di vita) di molti cinesi. Se poi resta più a lungo non ci mette molto a lamentarsi di come lavorano i cinesi: “Non hanno voglia di lavorare”, “Non fanno quello che dici”, “Fanno tutto male”, “Sono sporchi e maleducati”. Commenti che non commento.

Voglio invece spendere due parole sul rapporto cinese-lavoro-vacanza e italiano-lavoro-vacanza. E so già che se qualche sindacalista legge questo mi denuncerà alle autorità competenti.

Son tornato in Italia da tre settimane e una cosa che non ricordavo è la seguente: cazzo, i negozi sono sempre chiusi. E anche gli uffici. Cazzo, ma voi italiani non lavorate mai!? Io no, non lavoro, ma questo non c’entra. Dico, è mai possibile che una pizzeria apra alle 11.00 per chiudere alle 13.00? Poi in caso riapre alle 17.00 e chiude alle 22.00!? Uffici aperti due ore al giorno!? Negozi con le saracinesche sempre abbassate, perché?!
Qualche ipotesi: C’è poco lavoro. Pochi clienti, c’è crisi, è inutile tenere aperto. O forse sono in sciopero. O forse sono le vacanze. O forse è così è basta.
In Cina invece il paradigma è un altro: se lavoro guadagno. Se non lavoro non guadagno. Se il lavoro serve a guadagnare, allora più lavoro più guadagno, se non guadagno cosa lavoro a fare? Dunque lavoro 21 ore al giorno tutti i giorni, così guadagno molti soldi, faccio questa vita per dieci vent’anni e poi vado in pensione.
Giusto o sbagliato, condivisibile o meno, molti cinesi fanno lo stesso anche in Italia e voi italiani che vivete in Italia lo sapete meglio di me: la domenica è tutto chiuso, se voglio farmi una scopata devo chiedere i profilattici al mio pusher oppure prendere l’auto e andare alla farmacia più vicina, a quaranta chilometri da qui. La domenica quasi tutti i ristoranti italiani son chiusi (è il “riposo settimanale”) e i cinesi ne approfittano per tenere aperti i loro, perché pensano: “Se gli altri son chiusi, tutti i clienti verranno da me”. Non fa una piega. Ma il ristoratore italiano criticherà: “E il giorno di riposo?” e il cinese pronto risponderà: “Se volevo andarmi a riposare non venivano in Italia. Sono giovane, devo solo lavorare e guadagnare, sposarmi, fare figli e mantenerli. Quando sarò vecchio loro si occuperanno di me”.

In Cina anche durante le vacanze negozi e uffici sono aperti, eccezion fatta forse per il capodanno cinese e la festa di primavera. Invece in Italia le settimane attorno a ferragosto sono periodo di chiusura totale per tutti. Chiuderebbero anche gli ospedali se potessero: di sicuro i medici se ne vanno al mare, restano solo giovani infermieri a “fare tirocinio”, ovvero lavorare gratis.

Possibili conclusioni:

- Magari gli italiani non lavorano per fare soldi, ma solo per piacere. Ma se lavorano per piacere perché hanno bisogno di vacanze?

- Oppure la questione è semplicemente religiosa (ovvero culturale): per dictat divino i musulmani riposano il venerdì, gli ebrei il sabato e i cristiani la domenica. In Cina, dove dio non c’è (e Confucio si è dimenticato di comandare il giorno di riposo) e i sindacati han smesso di fare il loro mestiere appena i comunisti sono andati al potere, riposo e vacanze sono solo lussi borghesi. E si lavora perché chi non lavora non mangia. Magari!

2 Comments:

At 6:36 PM, Anonymous gregzzzzzzzz said...

i cinesi pensano solo ai soldi e al modo per ottenerli: il lavoro. il lavoro è parte fondante della società, ma deve esserci anche altro.
preferirei lavorare con ritmi e orari sostenuti piuttosto che vivere nella totale alienazione lavorativa in attesa della pensione.Siamo noi che stiamo permettendo all'economia cinese di metterci in ginocchio, non siamo disposti a lavorare come loro perchè abbiamo la consapevolezza che la vita è fatta anche d'altro, di interessi, di tempo libero, di cazzi nostri.
questa consapevolezza non è altro che figlia della n oia e del benessere ininterrotto che viviamo da oltre 40 anni con la classe media che fa girare il paese.
in cina sta nascendo in questi anni quella classe media, ma inserita in un ottica atea monopartitica e in una cultura quasi opposta alla nostra probabilmente nn cambierà nulla...

dico ognuno lavori quello che vuole e come vuole e abbia le sue priorità nella vita, che nn siano necessariamente nasci, lavora, crepa.

p.s. ( a =in italia gli orari dei negozi sono regolamentati secondo direttive regionali, ptovinciali e ass dei cosumatori, nn puoi proprio fare come cazzo ti pare
b= i cinesi lavorano poco e male, solo sono disponibili quasi 24h su 24)

;-)

 
At 4:17 PM, Anonymous Anonymous said...

eh si... si stava meglio quando si stava peggio

 

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