Sunday, October 30, 2011

Utagawa Hiroshige (1797-1858)



Eskorbuto (1980-1999)

Saturday, October 29, 2011

Tifo e ricerca: perché la domenica mi lasci sempre sola.

Ho conosciuto il calcio molto tardi. Intorno ai sette anni, durante i mondiali di Italia '90. Quelli di Totò Schillaci e delle "Notti magiche". Lo stadio e il tifo li conobbi dopo. Alle scuole medie. Quando i ragazzi più grandi il sabato, durante l'ora di ricreazione, venivano a dirci che "domani tutti allo stadio!". A tifare la Rata, ovviamente. Cioè la Società Sportiva Maceratese.
La Maceratese è stata la mia prima squadra del cuore. E lo è tuttora.

Negli anni novanta se avevi meno di quattordici anni allo stadio entravi gratis. Ed io andavo gratis a vedere la Maceratese in serie C2 e cantare cori contro la tifoseria avversaria. Allo stadio c'era politica. E c'era violenza. Si tiravano oggetti in campo. Specie durante i calci d'angolo. E si tiravano monetine in tribuna tifoseria avversaria tramite fionde. Erano gli anni novanta e gli stadi andavano a fuoco la domenica.

Tifavo anche l'Inter. E la tifo tuttora. Anche se di calcio non mi interesso più. Tifavo l'Inter perché il mio colore preferito era il blu. E perché all'Inter giocavano giocatori stranieri dai nomi troppo assurdi, tipo Matthäus, Klinsmann e Brehme.

Io tifo la Rata. E l'Internazionale di Trapattoni. Ed il Foggia di Zeman. Ed il Genoa di Scoglio. Ed il Brescia di Carletto Mazzone. Ed il Beijing Guoan perché a Pechino ho lasciato un pezzo di cuore. Ed il Cork City, neo classificato in Premier League della Repubblica d'Irlanda.

Fossi uno studente di antropologia, mi metterei subito a lavoro su una tesi intitolata "Perché mi lasci sempre lo sola: la domenica allo stadio".

Godo

Happy Saturday Cork! Un sabato di quotidiana rivoluzione


Che bello il cielo quando è azzurro. Una rarità qui in Irlanda. Ed una città in festa per il jazz festival.

Il mio sabato corkese è cominciato alla grandissima, con un risveglio alle dieci di mattina e classico mal di testa post etilico. "Effettivamente anche ieri sera c'ho appoggiato quel goccetto in più", avrebbero cantato i SoloPerAdulti. Una sciacquata alla faccia e poi in ufficio a lavorare. Il campus è deserto nel weekend e si lavora che è una meraviglia. La prossima settimana parlerò ai miei studenti di Matteo Ricci e voglio dare il meglio di me stesso. Preparare al meglio bibliografia, letture consigliate, link, foto e materiali del grande sinologo maceratese. Insegnare cose che ti appassionano non ha prezzo signori miei. Un paio di giorni fa ho terminato una lezione a studenti di 18-20 anni citando il presidente Mao "La rivoluzione non è una cena di gala. Grazie a tutti, ci vediamo martedì prossimo". Commozione. Sognavo di farlo dai tempi dell'università, quando ero seduto sui banchi de LaSapienza e ascoltavo il prof. Valdo Ferretti parlarci della Lunga marcia. Davvero non ha prezzo signori.

Di primo pomeriggio ho invece raggiunto i ragazzi di Occupy Cork. Assemblea generale, ho letto gli avvisi, dato un'occhiata alla libreria che stanno tirando su e scambiato quattro chiacchiere con un'anarchica irlandese che ha vissuto a Sorrento. Mi ha parlato del sindacalista James Larkin (1876 – 1947), leader del "Dublin Lockout" (il "Blocco di Dublino") nel lontano 1913, agitatore socialista e terrore dei padroni irlandesi. Mi ha anche parlato di Teresa Treacy, una donna irlandese di 65 anni che ha speso recentemente 24 giorni in carcere. La signora lotta contro l'abbattimento di 12.000 alberi per mano della Electricity Supply Board, che ha mire energetiche nel terreno della Treacy. Ci risiamo: il profitto.
A Tullamore, Irlanda centrale, ecologisti e attivisti internazionali hanno organizzato un gruppo di supporto alla lotta della signora Treacy ed un campeggio in difesa del territorio e della foresta. Ho deciso che il prossimo weekend vado a farci un salto e spenderci un paio di giorni. I trasporti irlandesi sono un disastro, ma con un bus e un po' di fortuna con l'autostop ce la posso fare, giurano i ragazzi di Occupy Cork. Un tipo mi ha anche offerto la sua bicicletta: "Sono solo 120 chilometri", ha aggiunto.
Tutti a Tullamore! Per maggiori informazioni: www.teresatreacy.com

Cork è in festa per il jazz festival dicevo. La gente in piazza, tantissimi bambini, bancarelle, colori e musicisti ad ogni angolo della strada. Il traffico è stato bloccato da una manifestazione di animalisti irlandesi. Quando il corteo ha sfilato di fronte alle tende di Occupy Cork c'è stato un lungo momento di applausi reciproci, grida e cori. Alcuni musicisti, che erano lì vicino a suonare, hanno fermato la musica e appoggiato gli applausi. Momento bellissimo.

Tra gli occupanti c'è anche uno studente del mio corso di sinologia. Un tipo in gamba. Siamo andati a farci un panino alle bancarelle del centro, poi un paio di birre al pub. Mi ha raccontato dell'Irish Republican Army, di Derry e del "Bloody Sunday". Appena posso ci voglio andare, a Derry. Ed a Belfast. Nel pub abbiamo conosciuto un ubriacone irlandese che continuava a ripetere "Happy Saturday!". Ed il suo amico, un ex-muratore portoghese: 43 anni, grande e robusto, barba incolta, disoccupato al momento. Ci credete? Mi ha chiesto degli smottamenti in Liguria e del numero dei morti. Un brindisi all'operaio di Lisbona!

Ed ora sono in un altro pub. Anziani irlandesi guardano alla televisione il calcio inglese. Io sono comodamente seduto ad una poltrona rossa e blu, sorseggio sidro, ascolto musica e scarico film cinesi che farò vedere in classe la prossima settimana. Stasera pienone di concerti, jazz in gran parte, ma anche blues e rock. L'imbarazzo della scelta.

Saluti da Cork. Evviva Teresa Treacy!


"Hanno ammazzato Ken Saro Wiwa,
Saro Wiwa è ancora vivo!"

Il teatro degli orrori, "A sangue freddo"

蹴鞠 Cuju








Non sapevo i cinesi avessero inventanto anche il calcio. Millecinquecento anni prima degli inglesi.

Gruppo Cittadinanza Attiva, Macerata

Amiche e amici di GruCA,

:::WE NEED YOU!!!:::

Come sapete, GruCA opera da un paio di anni nei campi della sostenibilità ecologica e sociale e della cittadinanza attiva attraverso progetti di volontariato, il cui raggio d´azione va dal contesto locale maceratese a quello ben più esteso dell´Unione Europea con il Servizio Volontario Europeo, fino a collaborazioni con organizzazioni sudamericane e cinesi. Tramite GruCA cerchiamo insomma di tener d´occhio la nostra realtà quotidiana provinciale, senza dimenticare che anch´essa, ebbene sì, fa parte di un mondo assai più grande, che alcuni dicono essere completamente globalizzato.

Ma veniamo al dunque: come emerso dalla riunione della scorsa settimana, qui a GruCA si comincia a sentire il bisogno di fare un passo in più. Crisi economica, crisi ambientale, banche, rivolte e movimenti: i tempi ci suggeriscono che anche GruCA è chiamata a dire la sua...

Oltre ai progetti esistenti, vorremmo perciò iniziare un percorso redazionale, in cui produrre informazione dal basso; la piattaforma informatica del sito di GruCA sarebbe perfetta per cominciare un progetto di questo tipo. L´idea è quindi la creazione di una Newsletter GruCA, che verrà pubblicata mensilmente su www.gruca.it e inviata alla mailing list dell´associazione. Una sorta di blog, aggiornato periodicamente, in cui sia anche possibile per i lettori scrivere commenti agli articoli. Nella Newsletter ciascuno/a di noi, interessato/a contribuirvi, avrà la possibilità di pubblicare articoli online riguardanti i temi fondamentali di GruCA: sostenibilità sociale ed ambientale e cittadinanza attiva.

Come avrete capito, sia per sostenibilità sociale ed ambientale che per cittadinanza attiva si intendono una vasta gamma di argomenti. Esempi: progetti di agricoltura/alimentazione/consumo/tecnologie alternativi ed ecosostenibili; movimenti sociali, urbani e non, con finalità sociali e ambientali; iniziative di democrazia diretta e società civile in Italia e all'estero ecc. Questi sono davvero solo esempi, la redazione di GruCA è apertissima a proposte e idee da parte vostra: il nostro obiettivo è fornire a ciascuno/a di noi un mezzo per poter dire, scrivere, comunicare idee di collettività, solidarietà sociale, valorizzazione dell´ambiente, a seconda dei propri specifici interessi e attività. Mandateci storie e report legati al contesto sociale e geografico in cui vivete, ogni esperienza arricchirà la Newsletter e contribuirà a creare uno strumento di informazione dal basso alternativo a quelli tradizionali.

Se siete interessati/e, scriveteci a: redazione@gruca.it

Mandateci idee, proposte o chiedeteci, se volete maggiori informazioni: siamo a vostra disposizione, fatevi sentire! Attivatevi!

A presto,

La Redazione di GruCA

Occupy Cork, occupy tutto!!










All-Ireland March and Rally Against Cruelty to Animals




When: Saturday, October 29th, 2011 @ 1.30pm Sharp
Where: Grand Parade Plaza, Cork City
Contact: John Carmody 0872391646

http://aran.ie/index.php?option=com_content&view=article&id=107:cork-animal-rights-march-rally-cruelty-animal-abuse&catid=1:latest-news

Friday, October 28, 2011

Jazz Festival, Cork



Guinness Jazz Festival, October 28th-31st 2011

http://guinnessjazzfestival.com/

Conference on "RESOURCES: ENDOWMENT OR CURSE, BETTER OR WORSE?"

FEBRUARY 24-25, 2012
YALE UNIVERSITY

Co-Sponsored by the Yale Program in Economic History and Yale Environmental History

CONFERENCE OVERVIEW

How do the characteristics and availability of natural resources shape political institutions? How have states mobilized resources to bolster their legitimacy and extend their influence? How have economic and environmental historians, political scientists, and others approached the concept of resources in the past and what are some directions for future work?

This two-day conference at Yale University will engage an interdisciplinary group of scholars to examine these questions and others at the intersection of environmental change, economics, and political development.

As scholarship has become more transnational, the management and movement of human and natural resources, and the circulation of commodities and ideas, have all emerged as exigent research questions. Such broad empirical and methodological investigations invite comparative approaches across social science and humanistic disciplines and geographic and temporal distinctions. This conference therefore engages the Ancient Mediterranean to imperial China and the modern United States to understand the economics and histories of such problems and to provide perspective on
current conflicts over natural resources and their implications for state development and geopolitical struggles.


Further information and updates about the conference will be posted on the website of the Yale Program in Economic History:

http://www.econ.yale.edu/~egcenter/EHindex.htm

oido iV

Dopo una giornata passata tra uffici, impiegati e carte, senza ovviamente ottenere quello che speravo di ottenere, posso finalmente dire che...

Ricordo il mio primo incontro con la burocrazia. Ero a Roma, all'università. LaSapienza aveva allora qualcosa come 170.000 iscritti. L'università più grande d'Europa. Potete immaginare che inferno dantesco fossero le segreterie. Odiavo la burocrazia e volevo finire gli esami solo per non dovermi recare di nuovo in segreteria.

Poi sono passato a Pechino. E lì pure non scherzano. Il sistema burocratico ha origini antichissime. Ti mandano fuori di testa se vogliono. Hanno un miliardo e mezzo di persona da gestire, mica cazzi. Ma di questo non voglio parlare. Stavo davvero per impazzire, io volevo solo finire il dottorato, invece stavo correndo il rischio di finire i miei giorni in un manicomio della capitale.

Oggi invece ho conosciuto la burocrazia irlandese. Che dirvi? La burocrazia è come la classe operaia: non ha nazionalità. E' burocrazia, e basta. Benedetto verrà il giorno in cui le carte bruceranno e noi balleremo attorno al falò.

Absolut Bulmers.

p.s.:

- "Ma qui è legale bere mentre si guida?"
- "Sì. Ma solo se a bere sono io"

Thursday, October 27, 2011

Se si lamenta gli sparano

"Ho sentito che verrà una certa Lady Gaga dall’America – ha spiegato a Tehelka – i biglietti per il suo concerto di un’ora costano 40mila rupie (578 euro). Il contadino che perde tutte le sue terre prende solo 800 rupie (11 euro) al metro quadro? Se si lamenta, gli sparano"

Tratto da "India – La formula 1 delle diseguaglianze sociali", di Matteo Miavaldi.

http://www.china-files.com/it/link/12142/india-%e2%80%93-la-formula-1-delle-diseguaglianze-sociali

Revolutionary spirit and anti-fascism: 向警予 Xiang Jingyu (1895-1928)

Wednesday, October 26, 2011

China Files su Internazionale

Commosso...

Settima in basso, dopo il New York Times ;)

http://www.internazionale.it/

Brava Cecilia e complimenti a tutta China Files!

Ex Orgy

If you die then I will be so sad
I will keep the secret
I won’t talk about it with my friends
We’ll look like a vegetable
And I’ll lie in my bed
Then I will realize that I am sick in my head

Ex boyfriend orgy
Ex boyfriend orgy
Ex boyfriend orgy
Ex boyfriend orgy

If you die then I will be so sad
Like a depressing song about you
and I will scream with myself
I will masturbate with my head
Then I’ll realize that I am sick in my head

Ex girlfriend orgy
Ex girlfriend orgy
Ex girlfriend orgy
Ex girlfriend orgy


Lyrics: Carlo&Carley
Music: SoloPerAdulti

Tuesday, October 25, 2011

Love & death




Boy: (On the phone) Hello?
Girl: (On the phone as well) My dad died.
Boy: …
Girl: …
Boy: Can I help?
Girl: I don’t need anything… Thanks. I just wanted you to know.
Boy: …
Girl: You don’t have to come. I hate funerals. And I don’t want you there.
Boy: Ok, I understand.
Girl: …
Boy: …
Girl: Will you take me to see a porno-film?
Boy: Yes, of course.
Girl: The most perverse one.
Boy: I’ll find something.


“Norwegian Wood”, by Tran Anh Hung

Coi ragazzi e le ragazze di Occupy Cork




Malgrado tutto. Malgrado in Italia i media e la pubblica opinione abbiamo messo da parte il movimento dell'Occupy Wall Street, bollato come "violento" dopo i fatti del 15 ottobre, malgrado tutto c'è ancora chi in giro per il mondo occupa.

A Cork da dieci giorni ragazzi e ragazze occupano una piazzetta del centro, punto di incontro tra il fiume Lee e via San Patrick. Una ventina di tende, un tendone per internet e le attività mediatiche, un capannone per il té caldo e letture varie, infine una specie di iurta mongola per le assemblee. Tutti in occupazione del suolo pubblico corkese dal 15 ottobre. Due giorni dopo hanno organizzato una pacifica marcia di protesta per la città.

La polizia, per ora, non sembra avere voglia di grane. Un cartellone di fronte al campo recita "Se appoggi la protesta, suona il clacson", rivolta alle auto in transito. E la gente suona cazzo.
Il "campo" è sempre affollato di ragazzi e slogan. Gli stessi che leggete in rete relativamente a Wall Street, alla Grecia, alla manifestazione di Roma e così via. La scorsa settimana in un pub ho conosciuto una ragazza irlandese che dorme là ogni notte e mi ha invitato a parlare della mia mini esperienza a New York e a Ljubljana con i cosiddetti "indignados". Invitato accettato.

Dal 15 ottobre ad oggi sono passato svariate volte davanti alla piazzola occupata. Avrei anche voluto partecipare all'occupazione notturna, ma un tale mi ha detto che senza tenda non era il caso: troppo freddo.

"Tutto quello che vedi è stato donato dai passanti" mi ha detto un tizio scozzese. Sacchi a pelo, tende, tavoli, sedie, teli, panini, fornelli, bustine di té, generatori per l'elettricità, cartelloni, pennarelli, carta, soldi e persino una statua di cartone. Una statua molto simile alla dea della libertà comparsa in piazza Tian'anmen alla vigilia del massacro del 4 giugno 1989. "Comparsa dalla sera alla mattina e portata da chissà chi" ha aggiunto lo scozzese.

Il campo è frequentato anche da stranieri, spagnoli, polacchi, inglesi, scozzesi, italiani, olandesi. Ma soprattutto di giovani provenienti da varie parti dell'Irlanda. Da Kerry, da Galway e da Derry, nel profondo nord, dove da anni la popolazione locale è attiva in una lotta contro le piattaforme petrolifere della Shell.

Tanto per scambiare idee e condividere esperienze di lotta e di organizzazione contro chi ci piace ancora definire "il sistema". Il sistema siamo noi, e quindi la prima rivoluzione è indirizzata "contro" noi stessi, e i privilegi di noi genti dei paesi ricchi verso le genti dei paesi cosiddetti emergenti di Asia, Africa ed America Latina. Accesi discorsi e critiche al FMI, all'Europa, al capitalismo che non ha mai funzionato e pare che solo adesso ce se ne renda conto.

Critica al movimento di Cork, per quel poco che ho avuto modo di vedere. Ovvero, tutto fighissimo ma:

- generale mancanza del supporto mediatico, mancanza di appoggio da parte dei media locali e nazionali. Insufficiente utilizzo di social network e collaborazione con occupanti di altre città e paesi.

- buona conoscenza del cosa "non va" ma poche proposte per "come farlo andare". La protesta non è contro il governo locale o contro il sindaco della città. Quindi il movimento in sé non affronta nessuno. Non ha nemici fisici, non ha vetrine da sfondare o parlamenti da incendiare. Resta chiuso nel perimetro delle tende.

- insomma viene da chiedersi "A parte occupare spazi per incontrarci e discutere, cosa cazzo protestiamo a fare?". A me sembra che la risposta sia "Per solidarietà" (verso chi!?) e "nella speranza che la rivoluzione scoppi da qualche parte e la gente si unisca".

- già. La gente. La gente se ne frega. I media più di loro. Gli studenti sono all'università e la sera a fare festa. Di operai non ne vedo in giro. I ragazzi in occupazione sono disoccupati o senza fissa dimora. Non vorrei fare il nichilista pessimista, ma non credo che andiamo lontano così. E al tempo stesso mi chiedo dove sia tutta la gente incazzata con lo Stato, le banche, la politica e l'economia che non va.

Detestiamo le banche. Ma qui in Irlanda i contanti quasi non esistono. Le persone pagano tutto con le carte di credito. Anche il gelato. Quanti tra gli occupanti hanno ritirato soldi dal bankomat almeno una volta nella scorsa settimana? Quasi tutti.

A me sembra validissima la generale protesta contro un mondo governato da chissà chi, un mondo che va troppo veloce e che ci sfugge di mano. Ma cosa opporre a questo? Due settimane di occupazione anarco-freakkettona new age post moderna?
E poi secondo me bisogna tornare alle teorie, bisogna studiare, procurarsi i mezzi, rileggere Marx, marxismo, neo-marxismo, post-marxismo, Giddens, Chomsky e compagnia cantante. Manca la teoria. Altrimenti parliamo solo del tossico che non ha casa, della pensionata che non ha i soldi per l'idraulico e il giovane sposo che è stufo di pagare il mutuo. Manca qualcosa. Manca il senso comune nella lotta al tutto, manca la voglia di rinunciare a qualcosa per aspirare a molto di più.

Marx diceva alla gente del suo tempo "non avete un cazzo da perdere se non le vostre catene". A me sembra che qui la gente (me in primis) abbia da perdere troppi iPhones, MacBook, cellulari Nokia, serate in discoteca e domeniche allo stadio.

Abbiamo paura di perdere i privilegi che abbiamo. Non la vedo per ora, la rivoluzione. Mannaggia alla madonna!

Qui i contatti di Occupy Cork:

http://www.livestream.com/occupycork

http://www.facebook.com/occupycork

occupycork@gmail.com

@occupycork
(Twitter)

Occupy Cork Camp Phone: 089-4531267

Communications/Tech Guy: 086-3203340

e qui quelli di Occupy Ljubljana:

http://15o.si
(sito, in sloveno)

Osnovni elektronski naslov (email):
info@15o.si

Elektronski naslov press skupine (press group email):
press@15o.si

Elektronski naslov video skupine (video group email):
video@15o.si

Elektronski naslov foto skupine (photo group email):
foto@15o.si


NO SOMOS ANTISISTEMA. EL SISTEMA ES ANTINOSOTROS!

p.s. Dal De vulgari eloquentia, "... difatti altri affermano dicendo 'oc', altri 'oil', altri ancora 'sì', cioè Spagnoli, Francesi e Italiani". Altri invece affermano e bevono a coppa dicendo 'oi!', e si chiamano punk.

Monday, October 24, 2011

ThinkIN China




Remembering European Imperialism:
The Memory of 'Humiliation' in Contemporary China

by Erik Ringmar
Zhi Yuan Chair Professor of International Relations,
Shanghai Jiaotong University

Thursday 27h October at 7PM
The Bridge Cafe Rm 8, Bldg 12, Chengfu Lu
成府路五道口清嘉园12号楼8号 010-82867026

Sunday, October 23, 2011

Strani ricordi. E le donne d'Iran.

Scrivevo nel lontano ottobre 2006, da Canton:

“Mai avuto un blog e pressoché mai cercato di crearne uno. Oggi ci provo. Oggi è un bel giorno per buttar via del tempo. A Canton non tira un filo d'aria. In casa non c'è nessuno, compreso il mio cervello che se ne è andato stamattina appena alzato, in preda ai postumi della solitaria sbronza di ieri sera.
Scopo di questo blog? Sfogarmi. Spesso mi sfogo con lunghe e-mail che mando a tutta la mia mailing list, lunghe sbroccate che arrivano spesso indesiderate a conoscenti ed amici vicini e lontani. Posso fare a meno di rompere le scatole agli altri riempiendo le loro caselle di posta elettronica, ma non posso far a meno di scrivere. Come diceva Bukowsky ‘Scrivere ti salva il culo’. E su queste dolci note per ora vi/mi lascio.
Vado a vedere se mi riesce di capirci qualcosa con questo blog, magari infilare qualche foto, tradurre pezzi anche in cinese e in inglese.
E ad un blogger non credere mai...”

A cinque anni di distanza non ho molto da aggiungere.

Oggi ho assistito ad una conferenza di studi iranici. C’erano molte accademiche e attiviste iraniane. Sembra che non se la passino bene, le donne in Iran.

Sempre oggi ho avuto fisse in mente (non saprei proprio perché) le seguenti tre immagini:

- Frosinone, autunno 2002. Era il periodo di miei vagabondaggi per il Lazio alla ricerca di me stesso. Partivo di venerdì, da solo, sacco a pelo in spalla, e tornavo la domenica a Roma, dove abitavo e studiavo. Dormivo dove capitava. Ovvero in strada. Quella sera, in una piovosa e tristissima Frosinone, dormii da qualche parte al di là di un cancello, sotto un edificio disabitato e dall’architettura stalinista. All’alba del giorno dopo, mentre me ne stavo andando, un anziano guardiano mi ferma e mi fa “Come sei entrato?”, strafottente e scazzato rispondo “Indovina! Ho scavalcato il cancello”. “Ora chiamo i carabinieri, perché hai scavalcato il cancello”, mi fa il vecchio in divisa. “Se non te lo dicevo io neanche sapevi che ho scavalcato il cancello, coglione!”. Continua a gridarmi qualcosa, io tiro dritto per la mia strada, autostop verso la stazione, sacco a pelo in spalla. Avevo vent’anni, le scarpe zuppe di pioggia e il mal di testa dovuto ai postumi della sbornia della sera prima.

- Pechino, settembre 2009, mia stanza nel dormitorio studentesco alla Renmin University. Greg è seduto sul mio letto, ha in braccio la chitarra e canta “Datemi un passaggio per fuggire dai locali intelligenti e dagli sguardi dei clienti” e io gli faccio “Figa questa canzone, dove l’hai sentita?”. Per mesi ho poi suonato e cantato questa canzone dei Timoria, specie lo scorso inverno steso a letto con tre costole rotte.

- Pechino, marzo 2010, stanza da letto in casa di Tyra, in casa della ragazza che per mesi è stata così importante per me, la prima cosa alla quale pensavo la mattina e l’ultima alla sera, prima di addormentarmi. C’è una festa in corso, la festa di compleanno di Tyra, molta tequila, molta musica, tutti ubriachi e i vicini incazzati neri. Ricordo io saltare sul materasso dove eravamo soliti amoreggiare, ballando sbronzi con una ragazza spagnola amica di Tyra e una tipa francese bellissima che era lì per caso: aveva perso l’aereo per Bangkok.

Meglio non scavare nel passato, suggerisce qualcuno. Mah.
Improvvisando un’analisi potremmo suggerire che: mi manca vagabondare, mi manca Tyra e mi manca Greg. E mi manca anche la chitarra e l’alcool a due lire. Qui in Irlanda bere è piacevole, peccato che bisogna fare un mutuo in banca per sbronzarsi. E mi sa che ho anche tanta voglia di volare a Teheran. Ho appeso in camera il poster di Amnesty International “Keeping Iran’s Heart Beating: Stories of Women’s Right Activists”.

I am a chewing gum. 'notte.

Кронштадтское восстание




"Migliaia di rivoluzionari, di operai, di marinai, di soldati, di donne del popolo, furono trucidati dei plotoni di esecuzione o massacrati vigliaccamente nei sotterranei della polizia politica.
Lo stesso giorno il governo e il partito bolscevichi festeggiava ufficialmente, pubblicamente, il 50° anniversario della Comune di Parigi! La farsa celebrativa da parte degli affossatori della Comune di Kronstadt segnava l'inizio, col 18 marzo 1921, di una rapida evoluzione verso quella che doveva divenire - con Stalin - la più sanguinosa controrivoluzione della storia."

in "Kronstadt", di Guido Montana
http://www.socialismolibertario.it/Kronstadt.htm

Why not? Chinese people on the train





"Photo Series: Chinese People on the Train"

http://chinadigitaltimes.net/2011/10/photo-series-chinese-people-on-the-train/

Vie della seta




Il fascino di Beijing: immagini tra passato e futuro
Museo di Roma in Trastevere
Piazza S. Egidio 1b
22 ottobre / 28 ottobre 2011

Inaugurazione: venerdì 21 ottobre ore 18.30
nell´ambito della Biennale Internazionale di Cultura Vie della Seta

Comunicato stampa
Roma, 20 ottobre 2011

100 gigantografie di famosi fotografi illustrano le bellezze, le attrattive e le contraddizioni di una delle città più importanti del mondo: Pechino/Beijing.
Ma Yixing, Li Jiang, Xu Pei, Wei Jianguo, Zheng Shanlu e Song Di sono alcuni dei fotografi cinesi autori degli scatti in mostra. Tra gli stranieri, il reporter americano di National GeographicPaul Chesley, uno dei fotografi privati dell´ex President francese Chirac Philippe Bourgeois, la tedesca Brigitte Hiss e il giapponese Mochizuki Hisashi, presidente di Japan-China Association of Photo Culture Exchange.

La mostra "Il fascino di Beijing: immagini tra passato e futuro", al Museo di Roma in Trastevere dal 22 al 28 ottobre 2011 nell´ambito della Biennale Internazionale di Cultura Vie della Seta, è realizzata e curata dalla Municipalità di Beijing nell´ambito dell´Anno Culturale della Cina in Italia.

Pechino è famosa in tutto il mondo per i suoi tesori nascosti nei siti archeologici e per gli incantevoli scenari naturali, per gli affollatissimi viali, le torri magnifiche, gli archi memoriali, i grandi palazzi, Piazza Tian'anmen, la Città Proibita, una sezione perfettamente conservata della Grande Muraglia e il Tempio del Cielo, il più grande complesso sacrificale del mondo.
La mostra unisce le immagini della tradizione con quelle della Città moderna, in un confronto a volte difficile.

"Il fascino di Beijing: immagini tra passato e futuro" rientra nel calendario degli appuntamenti della Biennale Internazionale di Cultura Vie della Seta, realizzata grazie alla sinergia tra ilMinistero degli Affari Esteri, il Ministero per i Beni e le Attività Culturali e Roma Capitale. La Biennale ha in programma fino a febbraio 2012, undici mostre - che spaziano dalla storiaall´archeologia, dall´arte contemporanea all´attualità - e un ricco calendario di conferenze ed eventi.

www.viedellaseta.roma.it
www.museodiromaintrastevere.it

Friday, October 21, 2011

"Charge, angry youth"

Riconsiderando l'imperialismo americano...



(by feisbuc)

Thursday, October 20, 2011

My life in Cork: descrizione di una giornata tipo (parte seconda)

Il mestiere di docente universitario punk e con pericolose tendenze anarco-insurrezionaliste non è affatto male. La mia vita sociale si svolge tutta all’interno delle quattro mura dell’ufficio. Su una comoda poltrona girevole. Vengono spesso a trovarmi la preside, i colleghi di lavoro, i dottorandi, gente che ha sbagliato porta, gli studenti e la donna delle pulizie. Ci si scambia quattro chiacchiere, ci si fa i cazzi degli altri, si lavora di gossip, ci si beve una tazza di tè. Gli studenti vengono a chiedermi informazioni sul corso, suggerimenti per la ricerca e materiali. Le studentesse scollate sono le più pericolose. Per il resto lavoro su libri e computer, ma mi dedico anche (e con un certo orgoglio) al cazzeggio: blog, feisbuc, documentari, pause di riflessione.

Intorno alle nove di sera stacco. Non dal lavoro, ma dall’ufficio. Il lavoro me lo porto a casa, come ogni sfigato che si rispetti. Ripercorro la strada della mattina. A quest’ora è frequentata da studenti che escono per comprare birra e vodka nei piccoli alimentari. E si preparano a far festa. Il mattino dopo troverò puntualmente cocci di bottiglia e vomito qua e là. Stamane ho incontrato una ragazza bionda sui vent’anni che sembrava uscita da un film dell’orrore. O da una festa studentesca irlandese. Scalza e in minigonna sul marciapiede, sembrava vittima di uno stupro, ma parlava allegramente al cellulare e puzzava talmente d’alcool che ho intuito non necessitasse del mio aiuto. Peccato non avere dieci anni di meno e potersi dare sfacciatamente all’eccesso.

Sto facendo del mio meglio per mantenere una certa “distanza” tra me e gli studenti. Ma so che prima o poi cederò e mi farò coinvolgere nelle loro attività di auto distruzione. E perderò questo posto di lavoro. Succede. Speriamo succeda.
Qualche sera fa passavo per la solita via adiacente all’università, abitata da studenti fuori sede. C’è molto movimento in strada, giovani ubriachi cantare e far festa. Incontro uno dei miei studenti, visibilmente sbronzo e con una bottiglia di vino in mano. Lo incrocio con lo sguardo e sorrido, lui fa finta di nulla, nasconde la bottiglia e mi ricambia con un cenno della testa. “Riposo, soldato!” dico in testa mia. E penso “Dai coglione, chiedimi di entrare a far festa con voi, dai, avanti, chiedimi, chiedimi, chiedimi!”. Ma non chiese. Devo avere un’aria troppo seria. Da vecchio. Colpa mia, evidentemente. Comunque all’esame lo boccio, il malcapitato.

Sulla strada di casa mi fermo a consumare un panino. Finalmente rientro a casa, mi tolgo le scarpe, mi butto a letto e di solito a questo punto decido cosa fare fra queste due opzioni:
- scolarmi qualche Guinness guardandomi un film al portatile steso a letto.
- scolarmi qualche Guinness in un pub poco lontano da casa con portatile e connessione wi-fi.
Di solito vado per la seconda. È la tossicodipendenza da internet. Così mi rimetto le scarpe, riesco di casa, riprendo la strada per l’università e mi fermo al pub. Ordino la prima birra, riapro il portatile e via di nuovo a preparare lezioni e leggere e-mails. Alla quarta Guinness la testa è meno pesante e anche il corpo più leggero. È tempo di tornare a casa e buttarmi placidamentee tra le braccia di Morfeo.

Spesso incontro miei studenti al pub. Mi chiedono di unirmi a loro per una birra. Rispondo sempre “No ragazzi, ho ancora del lavoro da fare”, sottotitolo “sto preparando la lezione di domani per voi cazzo!”. Anche alle bevute con i miei ragazzi mi tocca rinunciare.

Penserete forse che questa è una vita di merda. Io non me ne lamento eccessivamente. Il motivo è semplice: mi piace quello che faccio. Zero tempo per me e meno ancora per la vita sociale, ma per ora mi sta bene così. Studiare mi appassiona, non ho altri impegni se non quelli universitari, senza capi che mi dicano cosa fare, organizzo tutto in assoluta libertà e lo stacanovismo nel mio lavoro non è imposto ma auto-imposto. Praticamente volontario.
Mi sento fortunato.
Al resto pensa la Guinness.

My life in Cork: descrizione di una giornata tipo (parte prima)

Mattino. Ore 7.45. La sveglia del mio coinquilino irlandese comincia a suonare. Le sveglie, in quanto tali, hanno tutte un suono di merda. Non conosco ancora il nome del mio coinquilino, non ci vediamo quasi mai. Ha da poco trovato un lavoro, tutte le mattine si alza alle 7.45, si butta in doccia e si veste come il portiere di un albergo a cinque stelle. Credo faccia il portiere di un albergo a cinque stelle. La sua sveglia non mi disturba. Mi giro dall’altra parte e abbraccio il guanciale. Io non ho mai lezione prima delle 10.00, ma mi alzo abbastanza presto, intorno alle 8.30.

Alle 8.30 suona la mia, di sveglia. Mi denudo completamente, per far sì che il freddo mattutino mi desista dal riaddormentarmi. Non faccio caso alla finestra, so già che tempo fa: cielo grigio e pioggia. Mi guardo intorno cercando di ricordare il sogno della notte prima. Spesso ci riesco e mi dico “Ricordati di appuntarti questo sogno”. Quotidianamente poi mi dimentico di farlo. Infilo calzini, mutande, jeans, maglietta, felpa e scarpe. Scendo al piano di sotto per andare in bagno. La toilette del piano di sopra ha un lavandino troppo piccolo. Sgattaiolo per le scale ascoltando il rumore della doccia che si sta facendo il mio coinquilino, sempre quello che lavora come portiere forse. Al piano di sotto passo di fianco alla stanza di un altro coinquilino, anche lui irlandese. L’odore pesante di sigarette e il suo russare mi rimettono completamente in sesto. Mi guardo allo specchio. Mi dico “Ricordati di tagliarti la barba”. E anche in questo caso, puntualmente, me ne dimentico. Rapido lavaggio di faccia e denti, comoda pisciata, sciacquone, afferro ombrello e portatile: ore 8.45, sono in strada. Solitamente sono di buon umore e fischietto allegro per tutto il percorso che va da casa mia all’Università di Cork. Una quindicina di minuti a piedi. Una volta c’ho messo meno di tredici minuti. Record imbattuto. Le strade sono solitamente semi deserte, poche macchine e qualche studente di liceo con la sua uniforme verde. Di solito piove, ma davvero qui non ci fa caso nessuno. Qualcuno fa caso al mio fischiettare motivi che vanno dal Barbiere di Siviglia all’inno dell’Internazionale Comunista passando per i cori degli ultras della Maceratese e “Paper Planes” di M.I.A.

Entro in Facoltà, imbocco il corridoio del mio dipartimento, apro la porta del mio ufficio: casa dolce casa. A quell’ora del mattino campus ed uffici sono deserti. Sono io uno dei primi coglioni ad entrare “a lavoro” ed uno degli ultimi ad andarsene. La prima cosa che faccio è mettere a bollire l’acqua con un aggeggio elettrico che ho in ufficio. La seconda rubare tè verde cinese al professore che l’anno scorso usava questo ufficio. La terza godermi tazze bollenti di tè sfogliando on-line i media internazionali e leggendo le news dal mondo. Senza rotture di cazzi. Divino.

Dalle nove di mattina alle nove di sera sono in università. Il sabato e la domenica stacco prima, perché alle 17.00 e alle 15.30 rispettivamente mi buttano fuori dall’ufficio le guardie che devono chiudere a chiave l’intera Facoltà. Ho dieci ore di lezione a settimana, per il resto sono a mensa, a riunione dalla preside o nel mio ufficio. Cosa faccio? Insegno. Cioè, per insegnare devi preparare le lezioni che dai agli studenti. Quindi l’ora di lezione in sé per sé è una minima parte del lavoro che faccio. Di mestiere, al momento, studio. Leggo, studio, ri-studio ed organizzo le cose da insegnare in classe, con l’aiuto di proiettori e presentazioni in Power Point. L’insegnante del 21esimo secolo.
Non male, devo dire la verità. Mi piace quello che faccio.

脂粉市场 The tenderness market




"- 女子职业原来就是这么一回事
- 什么女子职业.男女平等在现在的这种社会根本就是骗人的话.恋爱嘛那更不用说了,那完全是建立在金钱的上面的"


"脂粉市场", 1933

UNO DEI DUE HA FATTO VOTO DI POVERTA'



(by feisbuc)

Sono belle parole sai...



“Chiedo un attimo di attenzione.
Applaudite signori, vi prego.
Dimostrategli il vostro sostegno, fategli arrivare il vostro calore.
Se applaudite, ridarete fiducia a tutte le coppie del mondo povere come noi.
Vi scongiuro, dimostrateci che almeno possiamo continuare a sognare.
Ridateci la speranza che i sogni prima o poi riusciremo a realizzarli.
Metteteci calore nell’applaudirci.
Conforterà le coppie che gelano di fronte a questa bufera che travolge il mondo
Un mondo che con noi è spietato.
Aiutateci a dipingere un bel sogno,
vi prego applaudite
vi prego applaudite
Non chiediamo che il vostro applauso,
vi prego applaudite
vi prego applaudite
a tutti voi chiediamo un applauso”



Dal film “Una meravigliosa domenica” di Akira Kurosawa (1947)

Tuesday, October 18, 2011

Sun Wei at UCC

School of Asian Studies, A Public Lecture

“My Portrait of Our Time”, by Sun Wei

20th Oct, 1pm, ORahilly Building 255

All welcome

Sun Wei, a renowned Chinese novelist who has published a number of novels and short stories in China, is currently a writer in residence in Cork. She is distinct from other professional writers in her unique understanding and insight into China’s social and economic transformation through her previous professional experience of working in the media.

In this talk, Su Wei will give an overview of her novels, each of which represents a specific period of China’s recent social and economical transformation.

Part one: 1970s-1980s, the 1970s generation as the last idealists
Part two: 1980s-1990s, social mentality in the business society
Part three: 1990s-21st century, utilitarianism VS spiritual needs
Part four: reflections of a writer and intellectual

Indignados in Ljubljana: yes, they camp!










Metelkova, Ljubljana's social center