Tuesday, October 25, 2011

Coi ragazzi e le ragazze di Occupy Cork




Malgrado tutto. Malgrado in Italia i media e la pubblica opinione abbiamo messo da parte il movimento dell'Occupy Wall Street, bollato come "violento" dopo i fatti del 15 ottobre, malgrado tutto c'è ancora chi in giro per il mondo occupa.

A Cork da dieci giorni ragazzi e ragazze occupano una piazzetta del centro, punto di incontro tra il fiume Lee e via San Patrick. Una ventina di tende, un tendone per internet e le attività mediatiche, un capannone per il té caldo e letture varie, infine una specie di iurta mongola per le assemblee. Tutti in occupazione del suolo pubblico corkese dal 15 ottobre. Due giorni dopo hanno organizzato una pacifica marcia di protesta per la città.

La polizia, per ora, non sembra avere voglia di grane. Un cartellone di fronte al campo recita "Se appoggi la protesta, suona il clacson", rivolta alle auto in transito. E la gente suona cazzo.
Il "campo" è sempre affollato di ragazzi e slogan. Gli stessi che leggete in rete relativamente a Wall Street, alla Grecia, alla manifestazione di Roma e così via. La scorsa settimana in un pub ho conosciuto una ragazza irlandese che dorme là ogni notte e mi ha invitato a parlare della mia mini esperienza a New York e a Ljubljana con i cosiddetti "indignados". Invitato accettato.

Dal 15 ottobre ad oggi sono passato svariate volte davanti alla piazzola occupata. Avrei anche voluto partecipare all'occupazione notturna, ma un tale mi ha detto che senza tenda non era il caso: troppo freddo.

"Tutto quello che vedi è stato donato dai passanti" mi ha detto un tizio scozzese. Sacchi a pelo, tende, tavoli, sedie, teli, panini, fornelli, bustine di té, generatori per l'elettricità, cartelloni, pennarelli, carta, soldi e persino una statua di cartone. Una statua molto simile alla dea della libertà comparsa in piazza Tian'anmen alla vigilia del massacro del 4 giugno 1989. "Comparsa dalla sera alla mattina e portata da chissà chi" ha aggiunto lo scozzese.

Il campo è frequentato anche da stranieri, spagnoli, polacchi, inglesi, scozzesi, italiani, olandesi. Ma soprattutto di giovani provenienti da varie parti dell'Irlanda. Da Kerry, da Galway e da Derry, nel profondo nord, dove da anni la popolazione locale è attiva in una lotta contro le piattaforme petrolifere della Shell.

Tanto per scambiare idee e condividere esperienze di lotta e di organizzazione contro chi ci piace ancora definire "il sistema". Il sistema siamo noi, e quindi la prima rivoluzione è indirizzata "contro" noi stessi, e i privilegi di noi genti dei paesi ricchi verso le genti dei paesi cosiddetti emergenti di Asia, Africa ed America Latina. Accesi discorsi e critiche al FMI, all'Europa, al capitalismo che non ha mai funzionato e pare che solo adesso ce se ne renda conto.

Critica al movimento di Cork, per quel poco che ho avuto modo di vedere. Ovvero, tutto fighissimo ma:

- generale mancanza del supporto mediatico, mancanza di appoggio da parte dei media locali e nazionali. Insufficiente utilizzo di social network e collaborazione con occupanti di altre città e paesi.

- buona conoscenza del cosa "non va" ma poche proposte per "come farlo andare". La protesta non è contro il governo locale o contro il sindaco della città. Quindi il movimento in sé non affronta nessuno. Non ha nemici fisici, non ha vetrine da sfondare o parlamenti da incendiare. Resta chiuso nel perimetro delle tende.

- insomma viene da chiedersi "A parte occupare spazi per incontrarci e discutere, cosa cazzo protestiamo a fare?". A me sembra che la risposta sia "Per solidarietà" (verso chi!?) e "nella speranza che la rivoluzione scoppi da qualche parte e la gente si unisca".

- già. La gente. La gente se ne frega. I media più di loro. Gli studenti sono all'università e la sera a fare festa. Di operai non ne vedo in giro. I ragazzi in occupazione sono disoccupati o senza fissa dimora. Non vorrei fare il nichilista pessimista, ma non credo che andiamo lontano così. E al tempo stesso mi chiedo dove sia tutta la gente incazzata con lo Stato, le banche, la politica e l'economia che non va.

Detestiamo le banche. Ma qui in Irlanda i contanti quasi non esistono. Le persone pagano tutto con le carte di credito. Anche il gelato. Quanti tra gli occupanti hanno ritirato soldi dal bankomat almeno una volta nella scorsa settimana? Quasi tutti.

A me sembra validissima la generale protesta contro un mondo governato da chissà chi, un mondo che va troppo veloce e che ci sfugge di mano. Ma cosa opporre a questo? Due settimane di occupazione anarco-freakkettona new age post moderna?
E poi secondo me bisogna tornare alle teorie, bisogna studiare, procurarsi i mezzi, rileggere Marx, marxismo, neo-marxismo, post-marxismo, Giddens, Chomsky e compagnia cantante. Manca la teoria. Altrimenti parliamo solo del tossico che non ha casa, della pensionata che non ha i soldi per l'idraulico e il giovane sposo che è stufo di pagare il mutuo. Manca qualcosa. Manca il senso comune nella lotta al tutto, manca la voglia di rinunciare a qualcosa per aspirare a molto di più.

Marx diceva alla gente del suo tempo "non avete un cazzo da perdere se non le vostre catene". A me sembra che qui la gente (me in primis) abbia da perdere troppi iPhones, MacBook, cellulari Nokia, serate in discoteca e domeniche allo stadio.

Abbiamo paura di perdere i privilegi che abbiamo. Non la vedo per ora, la rivoluzione. Mannaggia alla madonna!

Qui i contatti di Occupy Cork:

http://www.livestream.com/occupycork

http://www.facebook.com/occupycork

occupycork@gmail.com

@occupycork
(Twitter)

Occupy Cork Camp Phone: 089-4531267

Communications/Tech Guy: 086-3203340

e qui quelli di Occupy Ljubljana:

http://15o.si
(sito, in sloveno)

Osnovni elektronski naslov (email):
info@15o.si

Elektronski naslov press skupine (press group email):
press@15o.si

Elektronski naslov video skupine (video group email):
video@15o.si

Elektronski naslov foto skupine (photo group email):
foto@15o.si


NO SOMOS ANTISISTEMA. EL SISTEMA ES ANTINOSOTROS!

p.s. Dal De vulgari eloquentia, "... difatti altri affermano dicendo 'oc', altri 'oil', altri ancora 'sì', cioè Spagnoli, Francesi e Italiani". Altri invece affermano e bevono a coppa dicendo 'oi!', e si chiamano punk.

0 Comments:

Post a Comment

<< Home