Tuesday, February 21, 2012

Sentite questa

Ho letto questa breve storia a sfondo moralista che voglio qui riproporre. Per farla breve, c'è un tipo che suona un violino nella metropolitana di Washington. La gente va di fretta, nessuno fa caso al tipo, qualcuno getta una banconota. Il pezzo finisce così:

"Nessuno lo sapeva ma il violinista era Joshua Bell, uno dei musicisti più talentuosi del mondo. Aveva appena eseguito uno dei pezzi più complessi mai scritti, su un violino del valore di $ 3.5 milioni di dollari. Due giorni prima che suonasse nella metro, Joshua Bell fece il tutto esaurito al teatro di Boston, dove i post in media costavano $ 100. Questa è una storia vera. Joshua Bell era in incognito nella stazione della metro, il tutto organizzato dal quotidiano Washington Post come parte di un esperimento sociale sulla percezione, il gusto e le priorità delle persone.
[...]
Una delle possibili conclusioni di questa esperienza potrebbe essere:
Se non abbiamo un momento per fermarci ed ascoltare uno dei migliori musicisti al mondo suonare la miglior musica mai scritta, quante altre cose ci stiamo perdendo?"


Non so se la storia sia vera, né mi interessa. Mi interessa invece proporre una conclusione un po' diversa: la gente di musica non ne capisce una sega, figurati se sa chi sia Joshua Bell, quanta valga il violino che suona o quanto idialliaca sia la musica che riproduca. Al teatro di Boston per 100$ vanno due tipi di persone: un gruppo sparuto di appassionati intenditori e un branco di pecore che vanno perché fa figo e possono permettersi di buttare via 100$ per annoiarsi da ricchi.

La mia morale della favola è: questa storiella dimostra che il mercato è fatto di un branco di capre ignoranti (per dirla alla Sgarbi) disposte a mettere mano al portafogli quando fa figo, ignorando quasi del tutto il prodotto che stanno acquistando, incapaci di apprezzarlo e di chiedersi se davvero ne hanno bisogno. Non esiste qualità nel mercato, esistono invece la pubblicità e la moda, che muovono le nostre azioni consumiste. C'è chi vive e si arricchisce alle spalle di queste pecore consumatrici, distruggendo l'ambiente, creando squilibrio sociale, creando nuovi falsi bisogni e fame mai sazia di consumo.

Tutto questo si chiama società dei consumi. E capitalismo.

Altro che Joshua Bell, il violino da 3,5 milioni di dollari, il teatro di Boston e la morale da oratorio salesiano!



Qui trovate la storia:

http://www.ominodellecazzate.it/questa-storia-e-impressionante-vi-prego-di-prendervi-un-momento-per-leggere

2 Comments:

At 5:05 PM, Anonymous Anonymous said...

Oppure semplicemente certi intellettuali dovrebbero scendere dal loro piedistallo, dal quale emettono giudizi che per qualche ragione dovrebbero essere "giusti", anche se vanno contro il sentire comune (il quale comunque non ha mai la presunzione di chiamarsi "giusto", o colto..). Mi fanno spisciare i critici d'arte con la puzza sotto il naso, quando vengono sbeffeggiati dal sentire comune di quelle che loro chiamano capre..probabilmente questo Bell non è poi questo granchè con il violino
Carlo

 
At 5:19 PM, Blogger Massaccesi Daniele said...

gli intellettuali se escono dalla loro "torre d'avorio" si frantumano, scompaiono, esplodono come una fiamma a contatto con una fuga di gas. meglio per loro se restano nella torre d'avorio a lamentarsi del male nel mondo.

"probabilmente questo Bell non è poi questo granchè con il violino". indifferente, comunque non saremo noi a deciderlo, ma le forze che regolano il mercato.

 

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