Monday, September 03, 2012

Della morte della vita

Con la morte, purtroppo, ho una certa familiarità. No, non mi è mai capitato di morire. Ma di assistere alla morte altrui sì.
Cose che capitano.

Si sa, non c'è vita senza morte. La morte è una componente essenziale della vita. E' davvero l'unica certezza che abbiamo. Un concetto che unisce tutte le fedi e le scienze del mondo: prima o poi tocca a tutti.
Laozi, filosofo cinese e padre del taoismo, diceva che 出生入死, ovvero che una volta che si viene al mondo si entra già nella fase della morte. La vita come un lento suicidio.
Allegria.

Di recente però ho visto morire troppi cari. Alta frequenza, brutta cosa. Non fai in tempo a seppellire un parente che te ne muore un altro. Manco fossimo in tempo di guerra. Così ieri ho riflettuto sul fatto che...

... quando ti muore un parente (non importa quanto anziano/a sia) è come se morisse una parte di te. Giorni fa è morto un caro amico dei miei genitori. L'ho sempre chiamato "zio" anche in assenza di legami di sangue. E' una delle prime persone che ho conosciuto al mondo: lo ricordo in compagnia della mia famiglia a casa, quando ero piccolo. Una persona che è stata decisamente presente nella mia vita. Una persona che può (poteva) dire qualcosa di me. Una persona che ha influito sulla mia vita, al pari di altri familiari, amici e cari. Ieri invece è morta la sorella di mio nonno. Stesso discorso, persona molto presente nella mia vita. Di quelle che ti prendono in braccio per la foto quando sei bambino, che ti riempiono di regali, che ti accompagnano in quel percorso esistenziale che chiamiamo vita. Se ne è andata anche lei.

Perdere persone del genere non solo dispiace (dispiace il fatto che sai non le rivedrai più, non potrai più parlare con loro, e non ci puoi fare niente: alla morte non c'è rimedio) ma è come se morisse una parte di te. Infatti, morendo loro, muoiono persone che sono state parte della tua vita. Ti senti vecchio, a sapere che sono morte. Capisci che anche la tua ora non può essere troppo lontana. Non c'è e non può esserci nulla di triste in questo: è la vita e basta.

E quando arriva il Natale e ti siedi a tavola e vedi che c'è un altro posto vuoto è lì che davvero realizzi che una parte di te è morta. Butti giù il boccone e non stai a chiederti perché sia amaro.


"On me dit que nos vies ne valent pas grand chose,
Elles passent en un instant comme fanent les roses.
On me dit que le temps qui glisse est un salaud que de nos chagrins il s'en fait des manteaux pourtant quelqu'un m'a dit...
... que tu m'aimais encore,
C'est quelqu'un qui m'a dit que tu m'aimais encore.
Serais ce possible alors?"
C. B.

1 Comments:

At 3:42 PM, Anonymous Anonymous said...

oui..serais ce possible, alor...


 

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