Wednesday, September 26, 2012

Qualcosa che mi è successo stanotte: breve racconto dell'orrore.

Un paesino sperduto nella Svezia settentrionale. Magda Olsson, sedicenne bionda, sveglia e intelligente, la prima della classe in letteratura moderna. Motivo di orgoglio per Elizabeth, sua madre ed unica parente rimastale.

Da qualche tempo però Elizabeth avverte qualcosa che non va in Magda. E' sempre agitata, pallida in volto, non mangia, non parla, non dorme. "Forse è malata" pensa. Il dottore non è dello stesso parere. "Forse una cotta d'amore", ipotizza allora la donna.
Sarà meglio andare a chiedere ai professori a scuola...

Ludwig, professore di letteratura moderna, la fa entrare nel suo ufficio. Visibilmente preoccupato, mostra a Elizabeth il quaderno dei temi di Magda. "Non sapevo come dirglielo", sussurra alla madre con un filo di voce.

Elizabeth si sente quasi svenire. Pagine e pagine di dettagliate descrizioni di incubi. Gli incubi vissuti ogni notte, da diverse settimane, da una certa Vera... Questa ragazza, coetanea di Magda, non riesce più a chiuder occhio la notte e soffre di continui tormenti, quasi delle vere e proprie torture. Gli incubi sono sogni, Vera quelle torture le vive sul serio. Per poi risvegliarsi, senza traccia di violenze.

"Ogni sera prego di non avere ospiti sotto le coperte, dentro i miei sogni. Vivo torture inimmaginabili. Sento queste presenze passarmi accanto, sfiorarmi il viso, massaggiarmi la mano... per poi morderla con denti di ferro, strapparmi la carne ai fianchi con vecchi coltelli... posso sentire le loro voci, le loro urla, il loro sghignazzare inumano... ma umane quelle persone lo sono state... credo siano due sorelle sui trent'anni di età, morte in questa stanza molti anni fa a seguito di un incendio appiccato dal fratellastro malato di mente... le sento litigare tra di loro e sfogarsi su di me... sento le presenze sotto il mio cuscino, il loro cane digrignare i denti proprio accanto al mio guanciale, a volte credo di averle le loro mano sotto la mia pelle, le vedo camminarmi tra le costole... la luce si accende e spegne da sola, accompagnata dalle loro grida... sono in trappola... addormentarmi mi ammazza, chiudere gli occhi significa dolore fino all'alba... ma chi mi crederebbe!".
Queste solo alcune delle parole scritte da Magda, a nome di questa Vera.

Sconvolta e in lacrime, Elizabeth chiede al professore: "Mi dica cosa devo fare...!"
"Torni a casa... provi a parlarle... forse questo l'aiuterà..."

Di corsa sulla breve strada sterrata che dalla scuola porta alla casa degli Olsson. "Magda! Magda!" chiama forte Elizabeth, mentre corre senza riprendere fiato verso la camera della figlia...

Spalanca la porta, la trova nuda sul letto con un cacciavite infilato in gola...
"Magda! Magda! Ma... cosa fai!? Il professor Ludwig mi ha parlato dei temi... come... come riesci a descrivere quegli orrori così nel dettaglio?!"
"Li vivo, mamma: Vera sono io".



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