Saturday, September 15, 2012

Quell'irrazionale bisogno di curva: riscoprire il tifo a trent'anni

Onestamente mi fa molto strano. Quasi rabbia. E' pura irrazionalità. Eppure mi dà grande piacere. E dispiacere essere costretto dalla geografia a non poter essere dove vorrei essere: in curva con gli ultras della Maceratese.

Mi fa rabbia perché credevo di aver messo nel dimenticatoio quella stupida esperienza di andare allo stadio a gridare insulti contro ragazzi della mia stessa età . E' un po' come tornare ad essere credente dopo anni di ateismo militante armato: la domenica in Chiesa non si augura a nessuno.

Se andate a chiedere a mia nonna come faccia a credere in dio e nelle vergini che restano incinta e tutte quelle robe lì, lei da anziana credente sì ma fessa no vi risponde non con motivazioni razionali che giustifichino il divino, ma con ammirevole saggezza: "perché così mi ha insegnato mia madre". Un fatto di tradizione ed educazione insomma.

A me sta succedendo probabilmente lo stesso. Si andava allo stadio già ragazzini, a 13 o 14 anni. E la curva non ci metti molto ad amarla. Gli ultras la partita non la guardano, sono impegnati a cantare e ballare sugli spalti, un occhio alla polizia un occhio alla tifoseria avversaria. Un via vai di spinelli e lattine di birra. Le spalle al campo, lo spettacolo vero è sugli spalti, agli ultras il campo non interessa.

E domani dispiace davvero tanto non essere in curva con quella marmaglia di ubriaconi, sciarpe e bandiere, a cantare e saltare per i colori biancorossi contro gli eterni rivali pesciaroli della Civitanovese. Campanilismo becero forse, quelle cose sciocche e irrazionali che poi uno dovrebbe lasciar stare col passare degli anni. O anche no.

Ieri come oggi, e come domani soprattutto: Forza Rata Olè!!


"Che pozza pioe fino a domatina
da San Marone fino a Fontespina
tira la Bora, soffia il Libeccio
chi non c'ha casa va a durmì sul peschereccio!"


Ultras Maceratesi in delirio
http://www.youtube.com/watch?v=V7aCtMY7jrc

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