Tuesday, September 25, 2012

Sinologiche incomprensioni: la mia sull'intervista a Renata Pisu.

ChinaFiles, con Gabriele Battaglia, ha intervistato la sinologa e scrittrice italiana Renata Pisu:

"Senza dio, per amore patrio"
http://china-files.com/it/link/21290/senza-dio-per-amor-patrio

Leggendo le parole della Pisu, mi è spuntato qualche dubbio qua e là. Necessito sinologico aiuto:

- "C'erano credenze, ma non era stata concepita l'immanenza di un dio e quindi neanche una chiesa. Non esistendo una religiosità, non esiste neanche una laicità."
Una come la Pisu si può anche sbilanciare, ma qui mi pare che si sbilanci troppo. "Chiesa" in Cina intese come clero, leadership o organizzazioni del potere spirituale in Cina ne abbiamo avute. Certo, non potenti come il Papa in Occidente. E poi quando? Primi dell'arrivo dei missionari in Cina o dopo?


- "C'è l'imperatore - che poi diventa il Partito – che assomma le due funzioni"
La storia che il PCC è l'ultimo imperatore della Cina è stata discussa fino all'esaurimento e a me sembra pop americano.

- "Per cui, quando noi restiamo sconcertati perché il Partito sceglie il Dalai Lama, dobbiamo pensare che questa è la tradizione cinese"
Io non resto sconcertato, da noi il monarca di uno Stato che ha sede a Roma nomina cardinali in giro per il mondo, perché un partito comunista non può eleggere un rappresentante religioso?

- "chi è un bravo figlio fa quello che deve fare, non c'è l'esaltazione dell'eroe che si contrappone al potere. Il potere è buono. Il governo è fumu, “padre e madre" per il popolo"
Troppo semplicistico. Ci sono nella letteratura cinese più e meno antica figure di ribelli visti come eroi. Non solo i servi sono eroi in Cina.

- "E poi non esiste la dualità anima-corpo"
A me quando ero matricola nelle aule della Sapienza a Roma avevano detto il contrario: esiste l'anima po e l'anima hun, una corporale e l'altra no. E comunque il dualismo è uno dei fondamenti della filosofia cinese antica (yin e yang).

- "Un movimento così grande e drammatico da lasciare stupiti che non se ne parli mai". 
Si riferisce ai taiping. Non se ne parla mai? A me sembra che gli storici si occupino solo di quello: fine dell'impero Qing e sue cause (imperialismo occidentale, oppio, taiping, modernità)... 

- "È la prima volta che un movimento popolare cinese si rifà a una religione straniera"
Non direi: la setta del loto bianco si rifaceva ai buddisti già seicento anni prima e combatteva l'ordine stabilito. Immagino ce ne siano state altre dall'entrata del Buddismo in Cina.

- "E c'è anche chi sostiene che l'etica maoista, l'introspezione, l'autocritica, lo stesso “servire il popolo”, abbiano le proprie radici nella predicazione dei missionari protestanti, dato che non esistono negli altri comunismi"
Quindi Mao sarebbe un rivoluzionario cristiano e "servire il popolo" un motto protestante? Io l'ho sempre detto che il primo comunista è stato Gesù Cristo: aveva anche barba e capelli lunghi. 

- "Se prima i boxer erano gli antimperialisti e oggi sono additati dal governo come esempio negativo cosa significa? Che la Cina non è più antimperialista?"
La storia la scrive chi vince, la propaganda anche. Ma i tempi, si sa, cambiano. Se oggi un italiano è fiero della propria nazione non significa che debba osannare Benito Mussolini, Giovan Battista Perasso o Giulio Cesare!

- "Il mio libro non fa la storia di Confucio, non spiega il confucianesimo o gli altri culti cinesi, ma racconta come sono stati recepiti. E si pone una domanda: come è possibile che esista una grande visione del mondo, così antica e che continua a reggere benissimo, senza religione? Una civiltà che non ha concepito dio e che vive lo stesso? Questo significa che di dio non c'è bisogno."
Sì, come se lo chiedeva Voltaire e gli intellettuali francesi trecento anni fa.

- "Però io, da occidentale laica, sono disposta a magnificare la Cina per non essersi costruita un dio, ma ho una grande difficoltà ad accettare l'assenza di uno Stato di diritto."
Io quando penso allo Stato di diritto mi vengono in mente Giuseppe Pinelli, Carlo Giuliani o Federico Aldrovandi. Forse abbiamo anche noi qualcosa da imparare dai cinesi e non sempre viceversa...


Concludo dicendo che mi sembra sempre difficile (e forse fuori luogo) paragonare l'idea di dio e delle tre principali religioni occidentali con le credenze e l'assoluto in Cina. 
A voler mettersi a giocare potremmo sostenere che dio per i cinesi è tradizionalmente l'etica confuciana, l'armonia sociale o l'imperatore (figlio del cielo).
Visto allora che da noi dio ha preso forma umana trasformandosi (per un terzo) in carne, chiediamoci da loro cosa sia diventato? Un condottiero? Un eroe? Un imperatore? Hong Xiuquan? Mao Zedong?

1 Comments:

At 11:28 PM, Anonymous Francesco said...

Ciao Daniè!

Devo dire che, da ignorante di filosofia cinese quale sono, le idee espresse dalla Pisu nell'intervista mi avevano esaltato non poco finché non ho letto i tuoi commenti che mi han messo diverse pulci in entrambe le orecchie. Effettivamente molte delle tue osservazioni sono assai giustificate e condivisibili. Forse l'unico sinologico aiuto che riesco a darti (anche se non deriva dalle mie lacunose conoscenze sinologiche quanto piuttosto dal buon senso) è che può essere molto difficile riuscire ad elaborare un discorso tanto articolato da prevenire le tue incomprensioni nello spazio di un'intervista, specie se l'argomento è tanto complesso come la religione ed il suo rapporto con la politica. Morale della favola: condivido le tue incomprensioni (che trovo peraltro assai interessanti) ma sono fiducioso (non certo, certi non si può essere di nulla) che una volta uscito il libro della Pisu, i tuoi dubbi troveranno delle risposte più complete.

Per il resto, posso dire la mia solo su un paio di cose che hai scritto:

- "C'è l'imperatore - che poi diventa il Partito – che assomma le due funzioni"
La storia che il PCC è l'ultimo imperatore della Cina è stata discussa fino all'esaurimento e a me sembra pop americano.

Curiosità: Perchè ti sembra pop americano? Secondo me in una certa misura la continuità c'è.

- "E poi non esiste la dualità anima-corpo"
A me quando ero matricola nelle aule della Sapienza a Roma avevano detto il contrario: esiste l'anima po e l'anima hun, una corporale e l'altra no. E comunque il dualismo è uno dei fondamenti della filosofia cinese antica (yin e yang)

Non posso dire nulla sulla differenza tra anima po e hun perché non ne so molto, ma occhio perché nel gergo tecnico della letteratura teologica dualità e dualismo non significano sempre la stessa cosa. Dualità indica che i due elementi non sono riconducibili ad una stessa matrice mentre il dualismo è quello del tao, della complementarietà tra bene e male. Forse ciò che indica la Pisu è che nel cristianesimo è più radicata l'idea che il bene è essenzialmente bene ed il male essenzialmente male (il che vale anche per il discorso anima/corpo) mentre nella tradizione filosofica cinese, se si piglia ad esempio il tao come punto di riferimento, si noterà che nella parte nera c'è un puntino di bianco ed in quella bianca uno di nero, eliminando dunque questa netta distinzione.


- "È la prima volta che un movimento popolare cinese si rifà a una religione straniera"
Non direi: la setta del loto bianco si rifaceva ai buddisti già seicento anni prima e combatteva l'ordine stabilito. Immagino ce ne siano state altre dall'entrata del Buddismo in Cina.

Forse l'affermazione della Pisu, così com'è stata formulata, è inesatta. Devi ammettere però che, dato il punto di cui sopra, il cristianesimo monoteista e dualista è un po' più “straniero” del buddismo Indiano, essenzialmente duale.


Oi, se hai letture interessanti da suggerire su continuità imperatore-PCC e su dualità dell'anima nell'accezione cinese, consiglia pure. Io al momento non riesco a pensare a nulla sulla differenza dualità/dualismo ma appena mi viene in mente qualcosa non esiterò a fartelo sapere!


Stai bene!


Francesco

 

Post a Comment

<< Home