Tuesday, October 23, 2012

Diario di un prof: qualche consiglio per affrontare un colloquio di lavoro

Durante gli ultimi 14 mesi ho avuto modo di assistere ai famosi colloqui di selezione per un lavoro o una borsa di studio, che nei paesi anglosassoni chiamano "interviews". Due come candidato, una ventina come esaminatore. Qui sotto riporto alcune sensazioni e consigli per il buon esito del colloquio, almeno secondo gli standard accademici (che non credo siano esattamente gli stessi di quelli aziendali).

Dunque, innanzitutto mi pare ovvio la natura da mercato delle vacche del colloquio stesso. E' esattamente il punto spazio-temporale in cui la domanda incontra l'offerta. Quindi fondamentalmente si tratta di sapersi vendere. Avete presente le donne nei quartieri di periferia il sabato sera sole e in minigonna ai margini della strada? Ecco, dovete fare come loro, mettere in bella vista la mercanzia e sperare che sia il vostro giorno fortunato.

Prima del colloquio c'è ovviamente una prima selezione, basata sui curriculum vitae. Io non so se chi fa la prima selezione veramente vada a controllare che quanto scritto sui curriculum vitae sia esatto, vero, veramente vissuto e ottenuto. Fatto sta che io, in quanto esaminatore, prendo per appurato che sia tutto vero. In altre parole, al colloquio la fantasia deve essere al potere. Se da piccoli avete letto tante favole, romanzi e visto una buona quantità di film e cartoni animati, questo giocherà a vostro favore.

E' importante essere bravi a recitare. Apparire, non essere. Perché il giudizio che l'esaminatore dà è puramente estetico, basato sull'apparenza, non va a fondo, non scava nelle vita privata delle persone, l'esaminatore non sa nulla dell'intervistato se non quello che l'intervistato gli mostra e sa fargli credere. Dunque è fondamentale la preparazione. Non il cosa, ma il come. Andate preparati ai colloqui. Non improvvisate.

Per sapere cosa dire e come, bisogna prima capire con chi state parlando. Studiate quindi il vostro esaminatore (quando possibile), chi è, che ruolo ha, a che istituzione fa capo, ecc... Poi studiate l'organizzazione o istituzione per la quale avete fatto domanda. Insomma, fate del vostro meglio per capire con chi avete a che fare. Se ben preparati su questo, saprete anche cosa dire e come farlo.

Evitare risposte tipo "sì" e "no", o peggio ancora "sì, mi piace" o "ah, bellissima esperienza", ma articolate e spiegate le vostre risposte, e sempre in maniera succinta. Il sorriso aiuta molto, fare lo splendido è meglio che apparire insicuri o impacciati. Provate a stupire l'esaminatore, mettete in campo le vostre esperienze passate e se non ne avete inventatele. Siate convincenti. Fate capire all'esaminatore per quale motivi siete voi la persona che stanno cercando. Mostratevi internazionalisti, senza timore di viaggiare o vivere all'estero. Dite che sapete parlare almeno tre lingue e mangiare scorpioni fritti per le strade di Pechino non vi fa paura, anzi, ne sentite quasi la mancanza. Studiate bene le possibili domande e le risposte che darete, non dire banalità perché non impressionano e vi fanno fare una figura di merda.

Chiaramente ci sono sempre i raccomandati e quelli vi passeranno avanti. Non è colpa tua, alcuni nascono fortunati, altri no. Sarebbe come lamentarsi perché sei nato nell'Appennino Umbro Marchigiano invece che in una villa a Beverly Hills: pensa se nascevi in una discarica a Bombay. E comunque, in tema di raccomandati, è meglio un raccomandato con un curriculum della madonna che un raccomandato analfabeta. Il raccomandato lo sgami facilmente: il padre è il principale azionista della fondazione che finanzia il progetto. Non ha bisogno di ulteriori presentazioni, il raccomandato.

Dicono che le arti e la cultura non servono a un cazzo. Secondo me la migliore formazione che si può avere quando devi affrontare un colloquio di lavoro non è un Master in Business in qualche rinomata università americana, ma la scuola di teatro e recitazione che puoi fare anche all'oratorio sotto casa tua. "Stay hungry, stay foolish". E se ti presenti ubriaco almeno evita di vomitarmi la colazione sulla scrivania.



3 Comments:

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