Monday, October 22, 2012

Follia Clonakilty



Doveva essere un mordi e fuggi, una festa di compleanno fuori città. Invece son diventati tre giorni di delirio a Clonakilty, piena campagna irlandese. Oramai neanche conto più i lividi, al massimo ne studio le forme e le spaccio per arte post-moderna. L'ospitalità della famiglia della mia amorevole coinquilina non conosce eguali. Arrivato a Clonakilty in ritardo (festa in casa la sera prima, perso il primo autobus) la madre mi ha chiesto cosa volevo da bere prima ancora di chiedermi come mi chiamassi. Ho capito subito che sarebbe stata una lunga notte. Cercando di mettere insieme i pezzi e quel che resta delle mie ossa rotte, della prima serata ricordo di essere stato ripreso dal buttafuori al pub e di essere stato preda di una avvenente ottantenne mentre cercavo disperatamente risposo dall'alcool su un divano. Il giorno dopo ci siamo svegliati alle tre di pomeriggio e abbiamo fatto colazione con una bottiglia di champagne da settantacinque euro.  E' allora che ho capito che il piano era quello di stare un altro giorno a Clonakilty e che al pub il padre ci stava aspettando già da un paio d'ore almeno. Alle tre e mezza ero già operativo al pub, dove incontro un signore sulla settantina, un viso noto che ricordo dalla sera prima: finito di sbronzarsi all'alba, per pranzo si era già scolato una bottiglia di Jameson. Incredibili, gli irlandesi. Baci e abbracci, fiumi di Guinness, la torta di compleanno per cena, a mezzanotte il pub chiude e io vedo bene di cadere su una cassa di bicchieri vuoti, spaccandone una buona metà e ferendo al braccio il fratello di lei. E oggi svegliarmi nel primo pomeriggio con tre post-sbronza arretrati da smaltire, le tasche vuote e un solo desiderio: tornare a Cork e porre fine al delirio Clonakilty. Di solito il giorno del pentimento e dell'hangover è la domenica, stavolta l'abbiamo tirata un po' per le lunghe e siamo arrivati a lunedì. Per fortuna che domani lavoro e stasera mi chiudo in casa, alla larga da tutto ciò che sia aria di festa, non ne voglio sapere niente almeno fino a Halloween.
Il lavoro rende liberi e qualche volta salva anche il culo. 

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