Sunday, November 04, 2012

Smetto da morto.

Perderti mi farebbe troppo male.
Evitiamo quindi di unirci. A priori. Semplicemente.

Beh, a dirla tutta, amo la casa dove vivo da un paio di mesi a questa parte. Molteplici sono le ragioni e provo qui a stilarne un elenco. Amo la casa dove vivo perché...

In frigo c'è sempre birra. Spesso vino negli scaffali. E se ti va di culo nel weekend fai colazione con whiskey irlandese.

Sono il meno giovane in campo. Il potere in casa non è solo operaio ma anche e soprattutto femminile. Avere la casa gestita da giovani ragazze irlandesi è quanto di meglio possa regalarti la vita.

Abbiamo ospiti. Spesso e volentieri. A quattro zampe, a due e anche un sacco di ragni. La casa è grande e una coperta avanza sempre.

Si improvvisano spesso feste tra le quattro mura di casa. Basta poco: dieci persone, alcool nelle vene, due accordi punk. Uno specchio rotto a noi porta fortuna.

Capita raramente di mangiare solo. Più spesso succede invece di dividere il rancio coi coinquilini o con i loro (nostri) ospiti.

Il padrone di casa fa capolino una volta al mese. Solo per prendere l'affitto. E per chiederci se abbiamo bisogno di qualcosa o se si è rotto qualcosa. Noi abbiamo rotto tutto ma al padrone non lo possiamo dire.

Ci sono tante biciclette in casa. Non sappiamo dove metterle. Nello sgabuzzino non c'è più posto, in giardino piove e allora o le usiamo com sedie o come opera d'arte sopra il tavolino in cucina.

Quando torni scazzato dal lavoro (e succede spesso) avere un paio di persone in casa con cui sfogarti aiuta moltissimo. Due bicchieri di vino fanno il resto.

Ma soprattutto amo la casa dove abito perché non esiste concezione del tempo: gli orari di lavoro, alimentazione, festa o sesso non seguono il calendario giuliano né quello maya. Semplicemente si fa quando se ne ha voglia. Trotsky teorizzava la rivoluzione permanente. Qui abbiamo invece il party always on.

Evviva.



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