Tuesday, December 11, 2012

I talebani irlandesi: il dibattito sull'aborto

Ieri sera sono capitato, per pura curiosità, ad un incontro pubblico sul tema dell'aborto in Irlanda. L'aborto in questo paese è permesso solo nel caso in cui la donna sia vittima di stupro e/o nel caso in cui la gravidanza sia rischiosa per vita della donna.

Recentemente ha fatto molto scalpore la morte di una giovane donna indiana in un'ospedale irlandese che le ha rifiutato l'aborto fino all'ultimo, sottostimando le complicazioni che la donna stava avendo. La tragedia ha riaperto un dibattito iniziato decadi fa sulla legalizzazione dell'aborto, sui diritti civili e sulle scelte della donna. L'incontro di ieri sera rientrava in questo dibattito. E' stato organizzato da un'associazione femminista, promosso dal movimento pro-scelta (o pro-aborto) e aperto a tutti/e.

Chi c'era in sala? Non che conosca ogni singola persona, ma direi che in sala c'era la cittadinanza. Uomini e donne, giovani e meno giovani. Ho notato alcuni colleghi dell'università, dei rappresentanti della comunità gay e lesbo, quelli del collettivo anarchico, alcuni giovani dell'ex Occupy Cork, le femministe e quelli del Partito socialista. Ma questi sono solo quelli che ho riconosciuto io visto che, a modo mio, bazzico questi ambienti. La sala era soprattutto piena di donne e di persone di mezza età. Compreso un bimbo di qualche mese di vita.

Hanno parlato una politica di estrema sinistra, una professoressa in Legge e un medico donna, moderate da una rappresentante dell'organizzazione femminista. Ci hanno illustrato la situazione dell'aborto in Irlanda, le cose che si sanno e quelle che non si sanno, gli errori, i tabù, il ruolo dei media. E soprattutto la situazione che molte donne vivono di dover andare ad abortire nel Regno Unito (Belfast o Londra), dello stigma sociale che subiscono, dei rischi per la salute delle donne incinta, degli alti costi dovuti all'andare all'estero per un aborto e via dicendo. Molto informativo e sicuramente di parte, visto che l'incontro si intitolava "It's My Choice!" ed era organizzato dalle femministe.

Fin qui tutto bene. Il delirio è arrivato al momento delle domande dal pubblico. Premetto che, per la prima volta in vita mia, ho assistito a una conferenza dove su ogni posto a sedere trovavi un volantino intitolato "Code of conduct to which we ask all he attendees to adhere". E giù una lista di "norme di comportamento" per i presenti in sala, su come e quando intervenire e un invito al rispetto per le idee altrui, con tanto di divieto di offendere o insultare gli altri. "Cominciamo bene", ho pensato.

Ed infatti già alla prima domanda è scoppiato il casino, cinque sei uomini del servizio d'ordine hanno allontanato un anziano signore che con fare violento aveva prima provocato e poi minacciato il medico pro-aborto. E' stata poi la volta della giovane donna col piccolo bambino in braccio iniziare con un "Io vi trovo semplicemente disgustosi". Poi un paio di uomini e un terzo col crocifisso al collo a commentare, in modo violento e per nulla rispettoso, le tre donne che avevano fatto gli interventi iniziali. Risultato, grande caos in aula.

Io non credevo alle mie orecchie. Voglio dire, sei liberissimo di pensare che un spermatozoo in un ovulo sia vita o che un embrione sia un bambino o che la donne vergini procreino ugualmente o che la Terra sia piatta o che Babbo Natale arriva il 25 dicembre, ma bisognerebbe rispettare sempre e comunque le idee altrui senza offendere, dare in escandescenza o minacciare con violenza...

Ho pensato "L'Afghanistan ha i talebani, l'Irlanda questa gente qua". Non so descrivervi meglio il clima di tensione che si è creato all'improvviso in sala. I presenti, da una parte e dall'altra, erano visibilmente nervosissimi, ansiosi e angosciati d'un tratto, si contorcevano le mano e i capelli, grida di qua, urla di là, insulti, qualcuno alza le mani, le organizzatrici scuotere la testa. Ho quasi avuto paura, mi sembrava di essere in un film dove qualcuno all'improvviso prende e lancia una bomba sulla folla rivendicando il gesto con la sigla di qualche gruppo fondamentalista religioso.
Roba mai vista in Italia. Voglio dire, di manifestazione, cortei, lotte e scontri (anche violenti) ne ho vissuti tanti, quasi tutti di matrice politica. Mai visto niente di simile neanche in un paese come il nostro di profonda e opprimente tradizione cattolica, dove il Papa (monarca dello Stato del Vaticano) praticamente ce lo abbiamo in casa, ovvero, nel buco del culo. L'Italia mi è quasi sembrato un paese laico e civile rispetto all'Irlanda. Per lo meno in quel particolare momento.
   
Ho trovato particolarmente piacevole l'intervento di un omosessuale di mezza età che ha detto, rivolgendosi agli estremisti cattolici, "Questo odio e disprezzo nei confronti di chi lotta per l'aborto è lo stesso di trent'anni fa, quando odiavate e disprezzavate noi gay. Non so da che parte sia Dio, ma la Storia non è dalla vostra".  



"You measure democracy by the freedom it gives its dissidents, not the freedom it gives its assimilated conformists."
Abbie Hoffman

1 Comments:

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