Thursday, January 31, 2013

N. and me by late evening




Dublin by early morning


Cork by late night



Wednesday, January 30, 2013

In omaggio a Gregor Samsa.



Eppure quella nessuna voglia di andare a letto. A letto ci sono già, da più di cinque ore. E fra cinque ore suona la sveglia. Sonno? Un po', forse, sì. Ma la voglia di mettersi a dormire, quella manca del tutto. "Suo figlio, signora, non si applica", diceva la maestra a mia madre un quarto di secolo fa. Non mi applico, non ci sono mai riuscito, non ci ho mai provato. La mia pigrizia vince addirittura sul sonno. Vince sul tre e sui re. Vince anche sulle birrette col limone.

O forse non è colpa mia, è solo che la notte affascina, sorprende, rapisce, libera dalla schiavitù del tempo. La notte è per quelli che stanno bene quando gli altri dormono. Quando la società allenta il suo alito pesante dal tuo collo. Quando fuori c'è silenzio, almeno per altre cinque ore. La notte è per quelli che la luce del sole la apprezzano solo dopo un weekend di pioggia. Ciondolandosi a letto, con animo sereno, perché per altre cinque ore (almeno) sei salvo. Come Gregor Samsa.

Questo post è dedicato a R., il cui estro ha fatto entrare la luce nel mio ufficio stamane. E non l'ha fatta più uscire.
A J., per il materasso nuovo.
A L., per la stecca di sigarette.
A G., che anche in foto è bellissima.  
A M., perché anche io penso che "sarebbe interessante andare in galera per motivi veramente fotografici".



"Così considerato, un gruppo primario si presenta come un insieme di individui che hanno tutti sostituito il loro ideale dell'Io con l'oggetto, il che porta all'identificazione del loro proprio Io. Questa condizione viene rappresentata dal seguente grafico:"

S. Freud, "Psicologia delle masse e analisi dell'Io" (1921)

Monday, January 28, 2013

Fino al Tibet: la nuova Pechino-Lhasa

"La moglie lo ha implorato di non farlo. Lo ha avvertito dell’altitudine vertiginosa e delle strade insidiose. Gli ha ricordato che se fosse successo qualcosa in quel luogo senza anima viva per centinaia di chilometri, avrebbe dovuto vedersela da solo. Ma Liu Bo non aveva dubbi. Lui e sua moglie l’anno dopo volevano avere un bambino, perciò, secondo lui, quello era il momento di prendere la Fiat Bravo di famiglia e viaggiare per migliaia di chilometri fino al Tibet."

"Due corsie per Lhasa"
Fonte: Internazionale, 25-31 gennaio

Sembra che non hai la nonna

Mi sembra semplicemente geniale l'espressione castigliana "no tener abuela". In lingua italiana non esiste niente del genere. Letteralmente significa "non avere la nonna" e si utilizza in frasi tipo "amigo, parece que no tienes abuela!", ovvero "amico, sembra che non hai la nonna!". In italiano, appunto, non significherebbe nulla.

In spagnolo si usa per rimproverare qualcuno che si vanta troppo o che parla troppo di se. Ma cosa c'entra la nonna? Nella cultura iberica (e, tanto per sbilanciarsi, credo un po' ovunque) sono infatti le nonne che sin da piccini ci riempiono di complimenti e cortesie, facendoci sentire dei piccoli principi e princepesse. Il ruolo celebrativo spetta quindi alla nonna. Una persona che si auto-celebra e si vanta evidentemente non ha una nonna.

Geniale, appunto.

La camomilla cinese



Non tutti sanno come si dice camomilla in cinese. Neanche io, fino a qualche minuto fa. Ebbene, la 'matricaria chamomilla', meglio nota semplicemente come 'camomilla', in cinese si scrive 西洋甘菊 o 春黄菊, e si legge rispettivamente yánggānjú e chūnhuángjú. Il carattere 菊 significa 'crisantemo'. La prima parola andrebbe tradotta per intero 'crisantemo dolce dell'ovest', mentre la seconda significa letteralmente 'crisantemo giallo di primavera'. 

Sappiatevelo.

Sunday, January 27, 2013

Jamón!



The problem of China

"Western Europe and America have a practically homogeneous mental life, which I should trace to three sources: (1) Greek culture; (2) Jewish religion and ethics; (3) modern industrialism, which itself is an outcome of modern science. We may take Plato, the Old Testament, and Galileo as representing these three elements, which have remained singularly separable down to the present day. From the Greeks we derive literature and the arts, philosophy and pure mathematics; also the more urbane portions of our social outlook. From the Jews we derive fanatical belief, which its friends call “faith"; moral fervour, with the conception of sin; religious intolerance, and some part of our nationalism. From science, as applied in industrialism, we derive power and the sense of power, the belief that we are as gods, and may justly be, the arbiters of life and death for unscientific races. We derive also the empirical method, by which almost all real knowledge has been acquired. These three elements, I think, account for most of our mentality.

No one of these three elements has had any appreciable part in the development of China, except that Greece indirectly influenced Chinese painting, sculpture, and music. China belongs, in the dawn of its history, to the great river empires, of which Egypt and Babylonia contributed to our origins, by the influence which they had upon the Greeks and Jews. Just as these civilizations were rendered possible by the rich alluvial soil of the Nile, the Euphrates, and the Tigris, so the original civilization of China was rendered possible by the Yellow River. Even in the time of Confucius, the Chinese Empire did not stretch far either to south or north of the Yellow River. But in spite of this similarity in physical and economic circumstances, there was very little in common between the mental outlook of the Chinese and that of the Egyptians and Babylonians. Lao-Tze and Confucius, who both belong to the sixth century B.C., have already the characteristics which we should regard as distinctive of the modern Chinese. People who attribute everything to economic causes would be hard put to it to account for the differences between the ancient Chinese and the ancient Egyptians and Babylonians. For my part, I have no alternative theory to offer. I do not think science can, at present, account wholly for national character. Climate and economic circumstances account for part, but not the whole. Probably a great deal depends upon the character of dominant individuals who happen to emerge at a formative period, such as Moses, Mahomet, and Confucius."


Source:
Bertrand Russell, "The problem of China" (1922)
http://www.davemckay.co.uk/philosophy/russell/russell.php?name=the.problem.of.china.11

Friday, January 25, 2013

La prima volta in cui mi si è presentato il mondo in un altro modo

"Per me- ricorda Fortini in Leggere e scrivere (Firenze, Marco Nardi, 1993)- fu veramente il viaggio sulla luna, ecco. È  stata la prima volta in cui mi si è presentato il mondo in un altro modo, con una totale novità, [...] tutto, dagli elementi più umili della vita quotidiana fino ai massimi aspetti dell’architettura, si presentava come il totalmente altro, e questo naturalmente rendeva difficilissimo distinguere fra quello che, di questo totalmente altro, era l’apporto della Rivoluzione cinese e quello che era semplicemente l’immensa ricchezza dell’immensa tradizione culturale di quel paese.  [...] dopo i giorni della Resistenza è stata certamente l’esperienza più forte che io abbia avuto."

Franco Fortini (1917-1994) sulla Cina.

Fonte:
http://quattrocentoquattro.com/2013/01/23/il-viaggio-e-lo-sguardo-le-fotografie-di-franco-fortini-dalla-cina/

Wednesday, January 23, 2013

Let the people...

"Let the state be small and the people few; So that the people... fearing death, will be reluctant to move great distances. And, even if they have boats and carts, will not use them. So that the people... will find their food sweet and their clothes beautiful, Will be content with where they live and happy in their customs. Though adjoining states be within sight of one another and cocks crowing and dogs barking in one be heard in the next, Yet the people of one state will grow old and die without having had any dealings with those of another."
Hongwu, Ming Emperor (1328-1398)

In David S. Landes' "Why Europe and the West? Why Not China?", 2006

Diario di un prof: conobbi un prof barbone

Rieccomi riprendere a pieno ritmo il mio lavoro e la vita accademica. Oggi un salutare e digestivo workshop di tre ore su "web e ricerca", organizzato dalla biblioteca qui in università. Sapete, uno è portato a pensare che un bibliotecario sia un tipo che amministra e gestisce le attività di una bilblioteca. Cioè maneggia e cataloga libri per renderli accessibili ai lettori. Poi ho conosciuto R., e ho scoperto che un bibliotecario è molto di più. E' un genio dei database. E' un accademico a pieno titolo, un accademico della biblioteca.

Avevo già collaborato con R. per l'acquisto di saggi di filosofia orientale. Oggi invece R. al workshop ci ha illustrato come utilizzare il mezzo internet per fare ricerca accademica. Mi ha portato a conoscenza di mondi inesplorati, sistemi per la ricerca e organizzazione di importanti informazioni ai fini dello studio. La scienza è infinita, e purtroppo sono infinite anche le strade di accesso alla scienza. Me lo diceva già il prete a catechismo: "le vie del Signore sono infinite". Aveva ragione.

Alla fine delle tre ore ho pensato solo una cosa: ok, ora so come migliorare il lavoro che faccio. Ma porca troia, già passo troppo tempo davanti a computer, internet, social media e via dicendo, se mi metto a fare tutto quello che R. ci ha suggerito io non mi stacco più dallo schermo... Dove trovo tempo e spazio per quello che chiamiamo "vita sociale"?!? Naaa, non fa per me. Va bene la ricerca, figo fare l'accademico, ma ci sono altre priorità nella vita. Tipo gli affetti, le amicizie, la Rata, la politica e la strada.

Curioso. Quando avevo 18 anni da grande avrei voluto fare il barbone. O il punkabbestia. Cioè fregarmene di valori, morale, sistemi economici, istituzioni politiche, lavoro, costume, religione, famiglia e società. E, semplicemente, vivere a pieno la strada, farmi crescere la barba, dormire sulle panchine, nutrirmi nei cassonetti dell'immondizia e racimolare soldi per comprare vino in busta nei supermercati frequentati solo da romeni alcolizzati. Poi sono andato a Roma, passavo molto tempo nelle stazioni dei treni e chiacchieravo con barboni, tossici e prostitute. Ammiravo (e ammiro ancora) queste persone, però, di fronte alla cruda realtà, capii che la loro vita non era così figa, e starsene in strada 24 ore al giorno senza un cazzo da fare sarebbe diventato tremendamente triste e noioso. Così mi ritrovo a fare il docente in università e passare gran parte del tempo davanti ad un computer. Probabilmente ancora per poco: grazie a Dio sono precario e me ne vanto.

Però una volta conobbi un professore barbone. Chissà non sia proprio questo il giusto compromesso tra le mie aspirazioni di strada e i panni del prof che indosso al momento. Passava sempre in biblioteca della mia ex facoltà di Studi orientali a Roma, dove io ero giovane studente pieno di grandi idee, smanie di rivoluzione e merda nel cervello. Il tipo era sulla cinquantina, si vedeva (e si sentiva) che faceva il barbone. Ma ogni giorno veniva in biblioteca e si metteva a smanettare su antichi libri di archeologia. Si occupava di studi sul Medio oriente, se non ricordo male. Girava voce che fosse un ex professore universitario, che un bel giorno decise di mandare tutti a fanculo e fare dei marciapiedi il suo cuscino per la notte.
Ecco un altro personaggio che ebbe grande influenza sulle mie fantasie e voglie di ribellione giovanili. Una volta la tirocinante che era di servizio in biblioteca fece notare al nostro eroe un errore nella tabella da compilare per prendere un saggio in prestito. Rispose il tale senza scomporsi: "Lo so signorina. L'ho scritto io questo libro".

Monday, January 21, 2013

Stessa canzone, colore politico diverso.


Curioso. Su segnalazione di amici, ho notato la strana somiglianza tra due canzoni street punk/oi!. Una è di un gruppo neo-fascista italiano, l'altra di una punk band spagnola. La melodia è la stessa, il contenuto della canzone è simile, ma ovviamente la prima ha rivendicazioni di estrema destra, l'altra di matrice più anarchica.

Giudicate voi:

"Se lo sbirro ti viene a cercare / sputagli in faccia e mandalo a cagare / E se il compagno ti vuole attaccare / calci e pugni, fagliela pagare! / Sveglia ragazzo, vieni insieme a noi / molla le canne e fatti un po' di oi!"

Civico 88 - "Fatti un po' di Oi!"
http://www.youtube.com/watch?v=SnzLVE5FM8U


"Todo este sábado me lo voy a pasar / Privando en mi casa hasta reventar / Ya estoy harto no quiero salir más / Siempre lo mismo, mierda de ciudad"

Kortatu - "Mierda de ciudad"
http://www.youtube.com/watch?v=uv35_NLl1o4


Non so chi abbia copiato chi. Ma resta curioso davvero...

Friday, January 18, 2013

...le sue scelte

"David e Julie Ireland hanno installato un software per controllare il computer e lo smartphone della figlia, studentessa fuorisede, e hanno visto cose che non gli sono piaciute per nulla: hanno avuto la netta impressione che Aubrey, 21 anni, facesse uso di droga e avesse rapporti sessuali. Così sono andati nell’università di Cincinnati, dove Aubrey studia musica, per chiedere che fosse ricoverata in un ospedale psichiatrico. La facoltà si è però schierata dalla parte della ragazza: ha cacciato i genitori dall’istituto e, quando loro hanno tolto a Aubrey i fondi per proseguire gli studi, le ha intestato un fondo speciale. A quel punto la coppia ha fatto causa alla figlia e all’università. Il verdetto ha dato torto ai genitori: “Aubrey Ireland è maggiorenne”, ha concluso il giudice, “e questo la rende libera di fare le sue scelte”."

Fonte: Internazionale, 18-24 gennaio

Macerata vs Macerata Marittima



  
Domenica si gioca il millesimo derby tra Citanò e la Maceratese. Conosciuta in Italia come Civitanova Marche, a Macerata questa fogna marchigiana è nota come “Macerata Marittima”, o al massimo “Citanò”. Un’ostilità campanilista (pare che almeno un campanile ce l’abbiamo, a Citanò) con radici antichissime, risalenti ai primi scazzi tra popolazioni Picene della costa e dell’entroterra. Per i non addetti ai lavori, la squadra calcistica della Maceratese è chiamata dai suoi tifosi “Rata”, mentre “pesciarolo” o “pescià” (semplificazione per “pescivendolo” o “pescatore”) è il colorato e non politicamente corretto modo di appellare i quattro gatti che tifano la Maceratese Marittima.
Visto che non potrò seguire gli ultras della Rata in trasferta a Macerata Marittima, voglio qui snocciolare i cori contro Citanò, cori che ricordo dai tempi delle medie e delle superiori, quando la Rata militava nel campionato di C2 e allo stadio Helvia Recina ogni domenica era festa grande e a ogni gol fatto esplodeva la curva.

Nota al lettore: i cori sono in lingua etilico-marchigiana. Li lascio nella loro forma originale, tanto si capiscono lo stesso.
Nota alla lettrice: i cori allo stadio sono tradizionalmente maschilisti, volgari e offensivi. Si sconsiglia la visione a un pubblico femminista.

Che pozza pioe / fino a domatina / da San Maroto fino a Fontespina / tira la Bora / soffia il Libeccio / chi non c’ha casa va a durmì sul peschereccio / e Porto merda / Porto Porto merda!

Il sogno biancorosso è / alzarsi la mattina / e vedè che Citanò / non ci sta più su la cartina

Pesciarolo / vuoi sapere perché / tua sorella / viene a studiare da me / con la scusa / dell’università / tua sorella sai che fa / perde la verginità-ah-ah

E chi non salta / è un pesciarolo / oh oh oh oh oh oh oh oh oh oh / e chi non saltà / è un pesciarolo / oh oh oh oh oh oh oh!

Chi non salta pesciarolo è, è / chi non salta pesciarolo è, è

Noi siamo qui / per la Maceratese / odiamo Citanò / odiamo Citanò / noi siamo qui / per la Maceratese / odiamo Citanò / odiamo Citanò / e noi saremo / sempre al tuo fianco / con la sciarpa al collo / e il bicchiere in mano / oh oh oh oh oh oh oh!

Odio Citanò / odio Citanò / odio Citanò / odio Citanò

Salta la bomba / salta anche il molo / chi non salta / è un bastardo pesciarolo

Oh pesciarola / apri le cose / fatti montare dalla furie biancorosse / quando saremo / sopra di te / noi grideremo Forza Rata alè alè

Ho visto un pesciarolo dietro l’angolo / con le orecchie a punta che spuntano / scapperà di qua eh! / scapperà di là eh! / cellerino faccelo acchiappà

Oh pescià pescià / tu madre la troia fa / tu padre in galera sta / oh pescià oh pescià

Pesciarolo / con l’orecchino / carpentiere / facci un pompino

Puzza di pesce / si sente puzza di pesce / puzza di pesce / si sente puzza di pesce

E chi non canta è un figlio di puttana / e chi non canta è un bastardo pesciarolo / e chi non canta resti a casa / che cazzo vieni a fare qua!


Ce ne saranno molti altri, ma io ho una certa età, la memoria scricchiola pesantemente e al momento ricordo solo questi.

A Cork come all’Helvia Recina: fino alla fine MACERATESE!

 

Thursday, January 17, 2013

China Heavyweight - prima romana



Prima romana del film vincitore al Festival di Milano
 China Heavyweight del regista cinese Yung Chang

Si ricorda che la proiezione è gratuita.
Tutte le informazioni sul film  e l’intervista esclusiva rilasciata dal regista per il Mese del Documentario sono disponibili sul sito www.ilmese.documentaristi.it

Proiezioni di China heavyweight di Yung Chang
Venerdì 18 gennaio ore 21:30
Domenica 20 ore 18:30 alla presenza del regista su skype
Casa del Cinema di Roma (largo M.Mastroianni)

PER MAGGIORI INFORMAZIONI:

Giulia Ghigi Tel: 348 9240778 Mail:stampa@documentaristi.it Sito: www.ilmese.documentaristi.it Facebook: Il Mese del Documentario

国际化牛B!! Internazionalizziamo (??) tutto!!

"University College Cork hosts over 2400 international students in a typical academic year and continues to attract students from all over the world. In a survey of 209,000 international students from 238 universities in 16 countries, UCC's International Office was ranked first in Ireland and third in the world and achieved a 94% satisfaction rating from UCC's international students"

University College Cork Express, 15 Jan 2013

The Cause of Labour



The Cause of Labour - 1913 and beyond
Cork Studies in the Irish Revolution
Department of History, University College Cork, March 1st-2nd

http://www.ucc.ie/en/history/story-174736-en.html

Wednesday, January 16, 2013

Sinology in Dublin






"The Silk Road: from Dunhuang to Dublin"
February the 5th, 6pm
City Hall, Dublin

Tuesday, January 15, 2013

Allegramente cena


20 gennaio 2013, Civitanovese-Maceratese: peccato solo non esserci.


Capodanno 2004: fantasia al potere per mezzo autostop


Diario di un prof: la lezione dell'ultima settimana

Deontologicamente parlando, si è portati a pensare che un professore insegni. Io, da quando faccio il prof, penso invece di aver imparato molto più di quanto abbia insegnato. Sì, probabilmente sto rubando soldi allo Stato.
Ad esempio nell'ultima settimana ho imparato:

- che fare due docce al giorno non è sicuramente ecologista né di sinistra, ma rilassa molto;

- il piacere di fermarsi in cucina la mattina appena alzati e prepararsi la colazione, per poi gustarla in compagnia di una tazza di tè caldo mentre si sfoglia in silenzio il giornale. Se poi ti viene l'ansia di pensare "cazzo, faccio tardi al lavoro" risponditi "e 'sti cazzi, al massimo mi licenziano";

- mai lasciare la cena incustodita sul tavolo se c'è un cane con te in cucina; vale anche (e soprattutto) se il cane è di piccola stazza e ha la ciotola piena di crocchette;

- che dormire in due abbracciati è di gran lunga migliore che svegliarsi la mattina soli;

- che evitando di ubriacarti selvaggiamente e stare in post-sbronza per due giorni di fila si risparmia una quantità infinita di tempo; talmente tanto che poi non sai come spenderlo;

- che il cane è il miglior amico dell'uomo. Forse lo sono anche altri animali, tipo il coccodrillo o il triceratopo. Ma il cane lo è di sicuro. Giuro;

- che l'angoscia che ti crea un pareggio in casa della Maceratese, il non senso della vita o l'inquinamento di Pechino, se ne va se ti distendi sul divano, viaggiando con la mente in compagnia di un buon romanzo; la saggistica, invece, serve solo a farti stare peggio;

- che ricevere una lettera da un amico lontano dà molto più piacere di 100 e-mails o 1000 messaggi feisbuc. Questo in realtà già lo sapevo, solo me lo ero dimenticato.



"Communists writers have used the phrase 'bureaucratic capitalism' to describe both the personal investments of Nanking officials and state-controlled enterprises that had no private capitals because, as Hsu Ti-hsin charged, under the Nationalist regime the government was nothing more than the private property of Nanking officials"

Parks M. Coble Jr., "The Shanghai Capitalists"


Per quando i nostri genitori saranno vecchi...

Lettera di un genitore al figlio/a:

"Se un giorno mi vedrai vecchio: se mi sporco quando mangio e non riesco a vestirmi... abbi pazienza, ricorda il tempo che ho trascorso ad insegnartelo.

Se quando parlo con te ripeto sempre le stesse cose, non mi interrompere... ascoltami, quando eri piccolo dovevo raccontarti ogni sera la stessa storia finché non ti addormentavi.

Quando non voglio lavarmi non biasimarmi e non farmi vergognare... ricordati quando dovevo correrti dietro inventando delle scuse perché non volevi fare il bagno.

Quando vedi la mia ignoranza per le nuove tecnologie, dammi il tempo necessario e non guardarmi con quel sorrisetto ironico ho avuto tutta la pazienza per insegnarti l'abc; quando ad un certo punto non riesco a ricordare o perdo il filo del discorso... dammi il tempo necessario per ricordare e se non ci riesco non ti innervosire: la cosa più importante non è quello che dico ma il mio bisogno di essere con te ed averti li che mi ascolti.

Quando le mie gambe stanche non mi consentono di tenere il tuo passo non trattarmi come fossi un peso, vieni verso di me con le tue mani forti nello stesso modo con cui io l'ho fatto con te quando muovevi i tuoi primi passi.

Quando dico che vorrei essere morto... non arrabbiarti, un giorno comprenderai che cosa mi spinge a dirlo. Cerca di capire che alla mia età non si vive, si sopravvive.

Un giorno scoprirai che nonostante i miei errori ho sempre voluto il meglio per te che ho tentato di spianarti la strada. Dammi un po' del tuo tempo, dammi un po' della tua pazienza, dammi una spalla su cui poggiare la testa allo stesso modo in cui io l'ho fatto per te.

Aiutami a camminare, aiutami a finire i miei giorni con amore e pazienza in cambio io ti darò un sorriso e l'immenso amore che ho sempre avuto per te.

Ti amo figlio mio."


Fonte:
http://www.qumran2.net/ritagli/index.php?ritaglio=7866

Sunday, January 13, 2013

Stai bene

"Esci?"
"Non so... non credo..."
"Ma dai, son tre giorni che te ne stai rinchiuso in casa, esci almeno stasera!"
"E' che ho paura di annoiarmi. Temo la mia sobrietà più dell'ebbrezza."

E così restai in casa anche quella sera. Scesi per fare del tè, notai la mia coinquilina al tavolo, intenta a sfogliare una rivista di moda e mangiare quelle merdose zuppe chimiche che tanto vanno di moda qui. Pensai che tra le cose che più detesto di questo paese c'è l'alimentazione del suo popolo.
"Tutto bene?", mi chiese.
"Alla grande", risposi con un sorriso. In testa mia ripetei "Che schifo, che merda, che vomito". Corsi al bagno e vomitai per davvero. Per fortuna centrai la tazza del cesso. Un vomito rumoroso credo, la mia coinquilina fece capolino:
"Ma allora non stai bene... hai bisogno di aiuto? Dell'acqua? Un fazzoletto?".
"Un bacio... dammi un bacio."



Fahruk H. Bellamini, "Viaggio a destra di Orione"

Pigiama

Tre giorni in pigiama. Un pigiama che non è proprio un pigiama, quanto piuttosto un felpa-tuta che van bene sia per andare a letto che per giocare a calcetto o andare in piscina. Alla riscoperta di vecchie forme di nichilismo e atarassia. E un cane.
"Se hai un cane non ti annoi e non ti senti mai solo" (G. M.)

Friday, January 11, 2013

Tracce di civiltà (seppure in una monarchia)...


Beauty matters. In China, also.

"The following are some basic criteria for female beauty listed in ancient literary and philosophy texts in both the Confucian and Taoist traditions, including Shih Ching (The Book of Poetry), Lie Tzu, Chu Tzu, Huai Nan Tzu, and so on: young, small, slim but fleshy; soft bones; drooping shoulders; smooth white skin under colourful and tight silk underwear; clean slender fingers; long neck; broad and white forehead; long ears; dark and thick hair with stylish hairpin; thick and bluish-black eyebrows; clear and sentimental eyes; charming smiles; tall and straight nose; red lips exposing seashell-white and small teeth; relaxed and elegant bodily gestures; and finally, gentle behaviours. It is the vitality of the body that counts, the sensuous qualities and curve of which must be perceived by the integration of all our senses"


Source:
"Beauty Matters", edited by Peg Zeglin Brand, 2000
http://books.google.ie/books?id=y7yjRlwg8agC&printsec=frontcover&dq=beauty+matters&hl=en&sa=X&ei=iB3wULiQDc6Thgfw44CoBg&ved=0CC0Q6AEwAA#v=onepage&q=beauty%20matters&f=false

Sinologia dell'oro 黄金的汉学

"Le caratteristiche dell’oro hanno portato i cultori taoisti delle tecniche di longevità e ricerca dell’immortalità a ritenere che avesse un quoziente di “perennità” superiore anche a quello della pietra. Nel Zhouyi Cantongqi (Concordanza tra differenza e identità secondo il Libro dei Mutamenti), probabilmente il più importante trattato di alchimia cinese, si legge “l’immortalità dell’oro lo rende il più prezioso tra le cose del mondo”. Durante le epoche precedenti e successive a Ge Hong (ca. 280-340 d.C.), per l’alchimia taoista “esterna” le sostanze più efficaci per il raggiungimento dell’immortalità erano due: il cinabro (in particolare, il cinabro trasformato e l’elisir d’oro ottenuti dalla trasformazione alchemica del solfuro di mercurio) e il succo di metallo (corrispondente all’oro collodiale). Già nel primo periodo della dinastia Qin (221-207 a.C.) si riteneva che “dopo 200 anni il mercurio diventa azzurrite, dopo altri 300 piombo, ci vogliono 200 anni perché diventi argento e altri 200 per trasformarlo in oro”, per questo nell’antichità si credeva che fossero lo stesso elemento a “differenti stadi di maturità”. Nel Baopuzi Neipian (Libro del Maestro che abbraccia la semplicità – Capitolo interno) di Ge Hong si legge: “Elementi come l’oro e il cinabro se bruciati a lungo rivelano mutamenti straordinari. L’oro a contatto con il fuoco, non si distruggerà anche se temperato per cento anni; se viene sepolto, non si corromperà fino alla fine del tempo. Ingerire queste due sostanze permette di raffinare il corpo fisico e assicura eterna giovinezza e immortalità”. Quindi, se siete stanchi della cucina al vapore, dei cibi bolliti, arrostiti, cotti alla griglia e fritti, potete assaggiare l’oro. “Mangiare oro a 24 carati ringiovanisce e abbellisce, purifica, ha proprietà antinfiammatorie e ha anche l’effetto di prolungare la vita.” Per la Festa di Mezzo Autunno, un ristorante della città di Changchun ha offerto un “banchetto d’oro”, costo per tavolo 8.888 yuan. Sull’assunzione dell’oro per via orale i pareri degli esperti sono discordanti. Alcuni ritengono che non sia un elemento nutritivo necessario al corpo umano e, da questo punto di vista, si direbbe che ingerire oro costituisca esclusivamente una dimostrazione di ricchezza, status o posizione sociale. Se siete rimasti all’idea della Seconda sorella You, che si suicida inghiottendo oro nel Sogno della Camera rossa, è il momento di aggiornarsi: mangiare oro oggi va di moda. Sembra che abbia iniziato il Giappone. I giapponesi ritengono che mangiare lamelle d’oro aiuti a migliorare la circolazione del sangue e ad accelerare il metabolismo. I ristoranti di lusso giapponesi aggiungono lamelle d’oro alle pietanze e alle bevande, mangiare oro esorcizza la sventura e genera ricchezza. Nel 2005, un certo numero di ristoranti di lusso a Canton avevano già introdotto la moda della cucina con l’oro, aggiungendo oro al caffè, al vino, al tè, ai dolci e alle pietanze. Il riso con aggiunta di lamelle veniva chiamato: “riso dorato”. “Questa è la prima volta che, nella città di Changchun, appare l’oro commestibile, sono lamelle d’oro a 24 carati prodotte in Francia con un trattamento speciale chiamato “nanoparcellizzazione”. Ingerire l’oro trattato in questo modo non reca danni all’organismo, le lamelle sono impalpabili come ali di cicala, volano via con un soffio.” Il piatto forte del banchetto d’oro da 8.888 yuan è il granchio, avvolto in oro puro. “Si tratta di un rivestimento d’oro con un ripieno altrettanto sofisticato, uova e carne di chele di granchio guantato del lago Yangcheng, pesce mandarino originario del fiume Songhua private delle spine, petto di piccioncino di venti giorni. Si può mangiare tutto, anche la scaglia d’oro. Un boccone d’oro e uno di granchio”. Gustare la prelibatezza del “granchio d’oro” conferisce anche un’incomparabile sensazione di privilegio. Bisogna prenotarlo con tre giorni di anticipo, perché richiede una preparazione di 72 ore. La preparazione finale ha il sapore e la consistenza dell’uovo."


Fonte:
"Cultura Italiana A Oriente", mensile dell'Istituto di Cultura Italiana a Pechino
http://sedi2.esteri.it/sitiweb/IIC%20Pechino/gennaio2013.pdf

Thursday, January 10, 2013

Facile apparire solo ai profeti...

"Maledizione. Chi puo' affermare di conoscere la vera fede? Dio e' apparso soltanto ai profeti, mentre siamo noi ad avere bisogno della sua apparizione. A pensare che cos'e' la nostra esistenza in questa grande casa, chiamato mondo, c'e' da perdere la testa"

Nagib Mahfuz, ""Miramar"

L'uomo crea, il Papa riscuote.


Wednesday, January 09, 2013

Georges Bataille

"Non piangevo più tanto avevo paura. La bocca mi s'era seccata. Mi sono infilato gli abiti. Ho voluto prenderla in braccio e parlarle. Mi ha respinto con orrore. Era veramente ammalata... Ha vomitato per terra. Bisognava dire che avevamo bevuto tutta la sera... whisky"

"Il vuoto continuava. Un idiota alcolizzato che piange, stavo diventando proprio così, ero ridicolo. Per sfuggire alla sensazione d'essere un relitto dimenticato, il solo rimedio era bere un bicchiere di alcool dietro l'altro. Avevo così la speranza di compromettere la mia salute, forse anche di distruggere una vita priva di ragioni d'essere. Immaginai che l'alcool mi uccidesse, ma non avevo idee precise in proposito. Avrei continuato forse a bere, così sarei morto; oppure non avrei bevuto più... Per il momento, nulla aveva importanza"

"Sei qui per rendere la mia morte più sporca. Adesso spogliati: sarà come crepare al bordello"

"Non capivo più: se anche avessi gridato, con tutte le mie forze, nessuno m'avrebbe sentito. Non avevo nulla da dire. Non avevo ancora finito di perdermi. Ridevo. Mi sarebbe piaciuto sputare in faccia a tutti"



Tratti da "L'azzurro del cielo", di Georges Bataille (1897-1962)

Diario di un prof: incredibile la vita

Le soddisfazioni sono tutto. Sono la benzina per andare avanti. Sono come la pubblicità per il marketing. Senza soddisfazioni sul posto di lavoro ti senti in diritto di arrivare in ufficio in pigiama o di pisciare sulla stampante laser a colori.

Riapre l'università e con essa gli uffici e le lezioni. In dipartimento aria di gioia e di festa tra i colleghi, sorrisi baci abbracci, tutti e tutte con le batterie ricaricate e lo stress buttato alle spalle. Durerà poco. Fra un paio di settimane staremo tutti e tutte a gridarci in faccia e insultarci per i corridoi. Si chiama routine, ci pagano per questo. Le vacanze sono davvero importanti.

Ho corretto i temi dei miei studenti e con mia grande sorpresa ho scoperto che sono andati alla grande, molto meglio dell'anno scorso. Di più: nessuna ha fatto plagio, niente copiature o furti, tutta farina del loro sacco. Bravissimi, braverrimi, lunedì whisky per tutti!

Oggi invece ho avuto la prima lezione introduttiva ai nuovi studenti di Master. Chi ti incontro nell'ultimo banco in fondo a sinistra? Un tipo che due anni fa studiava nella mia stessa università a Pechino. Giocavamo sempre a calciotto insieme, un paio di volte alla settimana, spesso in squadre avversarie visto che entrambi giocavamo come libero.
Ci divideva una linea di centrocampo, ora ci divide una cattedra.
Incredibile la vita.


Troppa allegria. Deprimiamoci un po':

Uochi Toki, "Il primo semestre - il secondo semestre"
https://www.youtube.com/watch?v=3pbSZ_0a_Zw&feature=endscreen&NR=1


Yannik se ne è andato. Questo post è dedicato a Yannik.

Tuesday, January 08, 2013

Enrica Toninelli e le auto-immolazioni in Tibet

"Può la morte trasformarsi in un faro luminoso?". Inizia con questa domanda il servizio di Enrica Toninelli, giornalista Rai, sulle auto-immolazioni in Tibet. Più di cento negli ultimi anni. Soprattutto a opera di giovani e giovanissimi.
Il video di dieci minuti mi è sembrato abbastanza sobrio, decisamente informativo e non troppo emotivo. Se vi interessa, lo trovate qui:

http://www.rainews24.rai.it/it/canale-tv.php?id=31474

Non conosco Enrica di persona, ma le devo molto. Ricordo quando presentava il programma "Continente Cina", diversi anni fa. Primavera del 2005, io ero uno studente di lingua cinese e mi trovavo a Pechino, questo blog ancora non esisteva. Mi piacevano i temi da lei (e dai suoi collaboratori) trattati e l'approccio nel farlo; svilupparono in me uno spirito critico nella materia cinese, ispirarono la mia tesi di Master. Fu con i servizi della Toninelli che mi balenò per la prima volta in mente di diventare un giornalista specializzato sulla Cina. Allora di Cina ancora non si parlava tantissimo, non come ora almeno.

Insomma, credo di dovere molto alla Toninelli: se oggi mi atteggio a sinologo, se insegno cultura cinese e se ho questo blog lo devo anche a lei. E oggi è stata una gioia risentire la sua voce, a distanza di anni, nel servizio Rai.
Grazie Enrica.

Monday, January 07, 2013

Che schifo, invecchiare.



Quando avevo diciotto anni e facevo autostop a volte capitava che la gente mi offrisse del denaro. No, non per sesso. Beh, è successo anche questo. Però di solito me ne davano solo per solidarietà. O per pietà.
Io non ho mai accettato. Mi sentivo comprato, vedevo tradita la mia ribellione. Ora penso che quella gente i soldi me li dava perché a vent’anni aveva fatto lo stesso tipo di esperienza: la strada. Quando l’unico compromesso si chiamava anarchia. Ora forse capisco. Capitasse a me oggi di prendere un autostoppista diciottenne sporco e puzzolente, che si nutre di tabacco e asfalto, gli lascerei anche io una ventina di euro. E tanta empatia.
I trenta anni ti insegnano soltanto a saper svendere la tua libertà.
Che schifo, invecchiare.

Tra povertà e miseria

"Nel Paleolitico, in un contesto e in un clima che saremmo portati a descrivere come di estrema indigenza, in realtà in nostri antenati non erano poveri, ma erano liberi. Oggi siamo soltanto giunti al termine di un processo molto lungo che vede due terzi della popolazione mondiale povera e non libera."

Majid Rahnema


Odio la gente








“Sans toit ni loi”, di Agnes Varga (1985). Questo film parla di vagabondaggio, di te che non sai quale strada scegliere e della strada che viene a scegliere te. Parla di libertà e di solitudine. Molte scene di questo film le ho vissute e affrontate in prima persona, quando venti anni li avevo io. Peccato questo film sia stato girato vent’anni prima. Questo film mi ha offeso, ridicolizzato, si è preso gioco di me. A ragione, probabilmente. È un gran film, lo consiglio.