Wednesday, January 23, 2013

Diario di un prof: conobbi un prof barbone

Rieccomi riprendere a pieno ritmo il mio lavoro e la vita accademica. Oggi un salutare e digestivo workshop di tre ore su "web e ricerca", organizzato dalla biblioteca qui in università. Sapete, uno è portato a pensare che un bibliotecario sia un tipo che amministra e gestisce le attività di una bilblioteca. Cioè maneggia e cataloga libri per renderli accessibili ai lettori. Poi ho conosciuto R., e ho scoperto che un bibliotecario è molto di più. E' un genio dei database. E' un accademico a pieno titolo, un accademico della biblioteca.

Avevo già collaborato con R. per l'acquisto di saggi di filosofia orientale. Oggi invece R. al workshop ci ha illustrato come utilizzare il mezzo internet per fare ricerca accademica. Mi ha portato a conoscenza di mondi inesplorati, sistemi per la ricerca e organizzazione di importanti informazioni ai fini dello studio. La scienza è infinita, e purtroppo sono infinite anche le strade di accesso alla scienza. Me lo diceva già il prete a catechismo: "le vie del Signore sono infinite". Aveva ragione.

Alla fine delle tre ore ho pensato solo una cosa: ok, ora so come migliorare il lavoro che faccio. Ma porca troia, già passo troppo tempo davanti a computer, internet, social media e via dicendo, se mi metto a fare tutto quello che R. ci ha suggerito io non mi stacco più dallo schermo... Dove trovo tempo e spazio per quello che chiamiamo "vita sociale"?!? Naaa, non fa per me. Va bene la ricerca, figo fare l'accademico, ma ci sono altre priorità nella vita. Tipo gli affetti, le amicizie, la Rata, la politica e la strada.

Curioso. Quando avevo 18 anni da grande avrei voluto fare il barbone. O il punkabbestia. Cioè fregarmene di valori, morale, sistemi economici, istituzioni politiche, lavoro, costume, religione, famiglia e società. E, semplicemente, vivere a pieno la strada, farmi crescere la barba, dormire sulle panchine, nutrirmi nei cassonetti dell'immondizia e racimolare soldi per comprare vino in busta nei supermercati frequentati solo da romeni alcolizzati. Poi sono andato a Roma, passavo molto tempo nelle stazioni dei treni e chiacchieravo con barboni, tossici e prostitute. Ammiravo (e ammiro ancora) queste persone, però, di fronte alla cruda realtà, capii che la loro vita non era così figa, e starsene in strada 24 ore al giorno senza un cazzo da fare sarebbe diventato tremendamente triste e noioso. Così mi ritrovo a fare il docente in università e passare gran parte del tempo davanti ad un computer. Probabilmente ancora per poco: grazie a Dio sono precario e me ne vanto.

Però una volta conobbi un professore barbone. Chissà non sia proprio questo il giusto compromesso tra le mie aspirazioni di strada e i panni del prof che indosso al momento. Passava sempre in biblioteca della mia ex facoltà di Studi orientali a Roma, dove io ero giovane studente pieno di grandi idee, smanie di rivoluzione e merda nel cervello. Il tipo era sulla cinquantina, si vedeva (e si sentiva) che faceva il barbone. Ma ogni giorno veniva in biblioteca e si metteva a smanettare su antichi libri di archeologia. Si occupava di studi sul Medio oriente, se non ricordo male. Girava voce che fosse un ex professore universitario, che un bel giorno decise di mandare tutti a fanculo e fare dei marciapiedi il suo cuscino per la notte.
Ecco un altro personaggio che ebbe grande influenza sulle mie fantasie e voglie di ribellione giovanili. Una volta la tirocinante che era di servizio in biblioteca fece notare al nostro eroe un errore nella tabella da compilare per prendere un saggio in prestito. Rispose il tale senza scomporsi: "Lo so signorina. L'ho scritto io questo libro".

5 Comments:

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