Thursday, March 21, 2013

Diario di un prof: la giornata da Dio (parte seconda).

Sono le sei e per oggi è finita. Piacevole sensazione, subito interrotta dal pessimo ricordo dell'incubo di dodici ore prima. In bici di nuovo per le viuzze del quartiere universitario, quei pochi ma quotidiani chilometri che ti separano da casa. Ci siamo, la giornata è finalmente da Dio!

Sai che il cane è ancora lì ad aspettarti. Per forza. E' il migliore amico dell'uomo. L'unico, per la precisione. E' il momento in cui sprofondi sul divano, via le scarpe e lo zaino. Senti tutto il peso della giornata che ti scivola lento addosso. Mentre il cane ti fissa. E' pronto: ad un tuo minimo segnale, scatta la rivoluzione. Taaaaaaaaack! Apro lo scaffale, afferro cioccolata e piadina, spedisco tutto nel tostapane e centoventi secondi dopo sono a leccarmi i polsi sbrodati di cremosa cioccolata. Vale la pena alzarsi la mattina solo per questi pochi secondi di infinito piacere. Il cane è ancora lì a fissarti. Che amico! La cioccolata a lui non interessa, preferirebbe pollo e patate. Ma lui sta lì per fedeltà, non si vende per due denari.

Terminato l'orgasmo fondente, è il momento di riordinare il cervello e organizzarsi per la serata.. Dunque... il cane è già con la palla in bocca, vorrebbe fare due salti in giardino, ma a me spettano due virgola cinque ore di corso serale. Peccato, amico cane. Fuori il tempo ancora regge e c'è ancora luce. Alle sette entro nella scuola, giusto il tempo per un caffé alla macchinetta. Senza caffé sprofonderei nel sonno, russando ai quattro muri. Il caffé ti tiene sveglio anche quando l'insegnante spegne la luce. Il caffé riporta in vita il piacere della cioccolata sbranata mezz'ora prima. Un piacere importante.

Alle nove e mezza a Cork è buio pesto, ma la luna gioca di riflesso nel fiume con le luci delle case. Te l'avevo detto, che sarebbe stata una giornata da Dio. E' il momento del confronto: al pub con la compagna irlandese. Tema del giorno: i cicli della vita. Poteva andare peggio. Poteva andare molto peggio. Alla seconda Beamish i pensieri si pettinano da soli. Alla terza le quattro gocce di pioggia ti fanno piacevole compagnia. La serata potrebbe anche finire qui.

Invece oggi è una giornata da Dio, e non si va a dormire prima delle due. Altro pub, altro giro, altri amici e pacche sulle spalle. Musica da stare allegri, quattro chiacchiere a coronare il momento. Quando poi torni a casa fischiettando e il silenzio delle strade buie ti fa da scaldabagno, capisci che una giornata così da Dio non capitava da almeno due giorni. E che beh sì puoi ritenerti più che fortunato.

Apri la porta di casa solo per trovare sempre lui, il cane. Fedele, pronto, sull'attenti. Ti segue con la sguardo mentre ti preparai una caprese baciata d'olio d'oliva, due fette di pane e una camomilla con buccia di limone. "Gradisci una camomilla?" viene quasi da chiedere al cane. Figuriamoci. Un cane non deve chiedere, mai. Potremmo anche chiuderla qui, invece vedo ricevere un paio di messaggi al computer, di quelli da amici lontani, di quelli che scaldono il cuore come il Bushmills scalda lo spirito.

La giornata da Dio termina alle due passate, girando una sigaretta, fissando quel che resta della luna e pensando che, per quel che mi riguarda, domani mi sveglierò con calma e inizierò la giornata con una doccia e una lauta colazione.
E la barba.
Forse.


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