Wednesday, June 12, 2013

Aspirante italiano dai connazionali cinesi

Scusate, ma io credo ci sia un po' di confusione... Con tutto questo parlare di immigrati in Italia, di cittadinanza, di identità, di seconde generazioni, di ius soli e via dicendo, non si capisce più nulla e si fa solo tanta confusione.

Leggo questo articolo da un notiziario di Prato. Al di là della qualità e del contenuto del pezzo (intervista a un 16enne figlio di immigrati cinesi), leggiamo nel titolo:

"Stefano, pratese di seconda generazione: “Condanno i miei connazionali che infrangono la legge, ma è sbagliato puntare il dito contro tutti i cinesi”"
http://www.notiziediprato.it/2013/06/stefano-pratese-di-seconda-generazione-condanno-i-miei-connazionali-che-infrangono-la-legge-ma-e-sbagliato-puntare-il-dito-contro-tutti-i-cinesi/

Ora, se il ragazzo è nato e cresciuto a Prato non è cinese, ma purtroppo non è neanche italiano, perché la Costituzione del nostro paese gli permette di fare domanda di cittadinanza solo al 18esimo anno di età. La domanda è: perché questo ragazzino chiama i cinesi suoi "connazionali"? Lui non è di nazionalità cinese, al massimo lo è di origine etnica. Ma la cittadinanza è un'altra cosa!

E poi, se lui si sente "connazionale" ad un cinese, vuol dire che non si sente pienamente italiano, cioè che si sente italiano quando gli fa comodo, godendo dei diritti e dovrei stabiliti dal paese di cui vorrebbe diventare cittadino: l'Italia.

Un po' troppo comodo...

2 Comments:

At 12:34 AM, Anonymous Anonymous said...

Bè, non mi pare affatto "troppo comodo" che questo ragazzo chieda rispetto, perché (se non si fosse capito) fondamentalmente è questo che gli manca. Persino al di là della sua nazionalità. Forse quello che sto dicendo lo può capire solo chi vive quotidianamente con familiari e/o coniugi cinesi. Sguardi sprezzanti, commenti idioti, battutine pseudo-ironiche (per chi vive questa realtà) sono all'ordine del giorno. Il tutto si basa sui soliti scontatissimi pregiudizi: i cinesi puzzano di fritto, i cinesi sono sporchi, i cinesi non muoiono mai, i cinesi mangiano i bambini, etc, etc, etc... Ebbene si, ammettiamolo, il nostro bel paese è intriso di luoghi comuni e pervaso da fervente odio qualunquista. Non è importante che questo ragazzo non possa avere uno straccio di documento che attesti un determinato status giuridico, ma è fondamentale che chieda rispetto, anche se si sente connazionale degli altri cinesi. Questo lo si dovrebbe a prescindere a tutti, sia che si sentano o meno conterranei dei membri di questo malandato paese.

Mat

 
At 2:47 AM, Blogger Massaccesi Daniele said...

alt!

premessa: sono assolutamente a favore dello ius soli, mi sembra più che giusto e ragionevole che chi nasca e cresca in italia sia italiano e abbia cittadinanza italiana. ma una cittadinanza e non dieci. un passaporto e non sette. altrimenti è troppo comodo, è privilegio, è discriminazione verso chi ha "solo" una cittadinanza o un passaporto. da questo punto di vista apprezzo la repubblica popolare di cina che ammette una solo cittadinanza e non doppia o tripla. ripeto, sarebbe troppo comodo.
avere cittadinanza e appartenere ad una nazione non ha nulla a che vedere con l'origine etnica o l'identità. uno può avere tutte le identità che vuole (sessuale, culturale, nazionale, ecc...) ma è giusto che politicamente parlando abbia solo una cittadinanza. l'identità è multipla e "liquida", ci insegnano oggi i sociologi. diverso è il discorso per la nazionalità.

venendo al caso specifico del ragazzo:

d'accordo con te che esige rispetto e merita la nostra attenzione. che gli diano subito la nazionalità italiana. ma che quando va in cina faccia, come me e come tutte le persone di nazionalità italiana, domanda per il visto per entrare in cina. cioè che venga considerato di cittadinanza italiana e quindi non cinese. cioè straniero. a questo mi riferivo io.

nell'articolo noto una seria confusione (del ragazzo tanto quanto del giornalista) quando parla di "miei connazionali". i cinesi non sono suoi connazionali. non è un dettaglio da poco: cade tutto il paradigma. se poi vuole dire che a prato (o altrove in italia, in europa o nel mondo) gli immigrati di origine cinesi vengono discriminati e stigmatizzati allora è un altro discorso. come diceva moretti in un noto film: "le parole sono importanti". a maggior ragione se poi vuole anche diventare un giornalista.

per il resto perfettamente d'accordo con te. non vivo nella mia città natale da 12 anni, so cosa vuol dire essere "straniero".

la mia era solo una critica formale, al linguaggio.

 

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