Saturday, November 22, 2014

Ci sono tanti modi per morire



C'ho pensato tante volte, quasi tutte mentre ero allo stadio. Del miglior (o meno-peggior) modo di finire. Chi la domenica è con gli ultras probabilmente già lo sa, conosce quell'emozione. La squadra che segna, i giocatori sotto la curva, il pubblico in visibilio. Braccia alzate, urla, applausi, chi assalta la rete, chi si abbraccia, chi passa la parola alle bombe carta, il fumo delle torce. Questa è pura forma, è estetica, è quello che si vede, è quello che vi fanno vedere. Ma non si vede cosa si prova dentro: magari non a tutti, magari non per tutti. Ma io (e molti altri, immagino) dentro sento il cuore esplodere, colpire lo sterno, farsi spazio tra le costole, quasi volesse gridare anche lui al cielo, saltare in aria con i petardi. E' una grande, forte emozione. Non si spiega: si prova.

Si sa, prima o poi tocca a tutti e a tutte: finire. E' un po' l'unica certezza, l'evento di più probabile attuazione: la morte. Vi sono tanti modi per morire, ne inventano di nuovi ogni giorno. Alcuni scelgono quando morire, altri semplicemente aspettano che accada. Ecco, io penso che tra le tante possibili morti quella di crollare a terra in curva subito dopo un goal sia tra le più dolci e appetibili. Segna la squadra, ti fiondi con gli altri verso la rete gridando a braccia alzate, senti dentro quel vortice indescrivibile e sei lì per godertelo tutto, quando succede qualcosa di imprevisto: dolore? Soffocamento? Sì, c'è qualcosa che non va. C'è decisamente qualcosa che non va. Non fai in tempo a reagire, non c'è il tempo neanche per gli altri. Ti accasci a terra con una strana espressione, una faccia tra il gioioso e l'incredulo: non appartieni più a questo mondo. Passano alcuni istanti, qualcuno ti nota, passano altri secondi e comincia ad esplodere il panico, poi lentamente calare il silenzio. Chissenefrega: problema loro, tu non sei già più di questo mondo.
Il problema della morte non è per chi muore, ma per chi resta in vita.

Mia nonna dice sempre che morirà quando Dio lo vorrà. Ecco, speriamo che per me Dio lo voglia quando segna la Rata.



Foto di Fabiola Monachesi: segna la Rata, esplode la curva...

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