Wednesday, May 25, 2016

Diario di un prof.: di cosa non si impara agli esami.

Per i docenti universitari e della scuola secondaria il periodo che va da fine maggio e inizio luglio è pieno di esami, compiti in classe, valutazioni finali e scrutini. Inutile dirlo, sono settimane di grande stress. Il docente deve assumere il ruolo di:

- poliziotto: senza armi, per fortuna; gira per i banchi alla ricerca di fogli e fogliettini, incrocia lo sguardo teso degli studenti / alunni dediti a scopiazzare o fare altre attività illecite durante le ore di prova scritta;

- giudice: dati e voti alla mano, tira le somme e discute con gli altri colleghi sul giudizio finale da dare ad ogni singolo studente / alunno;

- burocrate: compila e firma un sacco di roba cartacea, tanto per dare il proprio contributo al disboscamento dell'Amazzonia e dell'Appennino umbro-marchigiano;

- assistente sociale: per esaminandi ed esaminatori in preda ad ansia e crisi di nervi;

- psicologo: non vale la pena ammazzarsi per una prova andata male.

In altre parole, in questo periodo dell'anno il docente fa tutto tranne che insegnare. Bisognerebbe coniare un termine nuovo, appositamente per questo ruolo multi-tasking del (non) insegnante.

Ebbene in questi giorni ho fatto da poliziotto, giudice, burocrate, assistente sociale e psicologo in diverse sedi e per diverse prove. Io e i fogli protocollo siamo diventati amici inseparabili. Oggi, durante l'esame scritto di lingua cinese in università, ho dato un occhio ai temi scritti dagli studenti. Alcuni fra di loro sono studenti madrelingua cinese e, per puro caso, ho notato che tutti contengono proverbi o citazioni dalla cultura letteraria o popolare cinese. Una specie di incipit al tema del loro scritto, che andava dal mondo del lavoro al viaggio, dalla frustrazione al rapporto intergenerazionale. Ne riporto alcune che non ricordavo o non conoscevo:

鱼与熊掌不可兼得, ovvero "pesce e zampa dell'orso non si possono ottenere allo stesso tempo". E' una massima di Mencio, uno dei più grandi pensatori confuciani e richiama il nostro "voler la botte piena e la moglie ubriaca": non si può avere tutto nello stesso tempo.
 
读万卷书不如行万里路, ovvero "leggere migliaia di volumi non equivale a percorrere migliaia di chilometri".  Importante leggere, studiare ed istruirsi, ma senza la strada e lo zaino in spalla non si cresce più di tanto.

Chiacchierando con la mia cara collega di cinese ho invece scoperto che nella Cina settentrionale esiste un ballo popolare di origine contadina che (con un po' di fantasia) assomiglia alla tarantella calabrese e quindi, per estensione e con altrettanta fantasia, al saltarello marchigiano. Si chiama 扭秧歌, ovvero "(versione) gironzolata della canzone del germoglio".

Cultura cinese. Mica cazzi.

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